L'accusato del processo Alinovi « Liti/ droga ma nessun delitto » di Pierangelo Sapegno

L'accusato del processo Alinovi « Liti/ droga ma nessun delitto » Bologna, sull'affare del Dams sentito dai giudici l'unico imputato L'accusato del processo Alinovi « Liti/ droga ma nessun delitto » Nega di aver ucciso l'amica Francesca - «Era Tunica che mi capiva» ■ La sorella della vittima: «Spesso la picchiava» BOLOGNA — L'arte e 1 suoi fantasmi sbagliati In Corte d'Assise. Ecco la Bohème di Bologna: una Bohème particolare che guarda ai miti di New York e alle violenze del Bronx. Ed ecco Francesco Clancabllla, studente amante, artista «enfatlsta», imputato per un delitto non comune, negli ambienti degli alternativi, fra pittori e fricchettoni ai margini dell'Università: Francesca Alinovi, una critica d'arte nota e stimata, colpita da 47 pugnalate, e uccisa a casa sua sotto un quadro che raffigura una donna accoltellata. E' un giorno Importante: Interrogano l'Imputato. E alla fine tutto sommato lui non ne uscirà male. Invece, ne ver A fuori a pezzi proprio questa avanguardia di «frontiera» bolognese. Sono le 9,35 quando Canclabllla si slede di fronte a Mario Antonacci, il presidente della Corte. Maglione celeste, calzoni grigi. Pallido e nervoso. Antonacci mette a posto 11 microfono: 'Adesso possiamo cominciare: L'aula è strapiena di giornalisti e curiosi. Scattano 1 flash del fotografi. Quando arrivò a Bologna?, chiede 11 Presidente. -Nel '78. Per l'Università', risponde Ciancabllla. Due anni dopo, verso la fine dell'80, incontra l'Alinovi. Un rapporto strano, fra allievo e maestra. Tutto cerebrale, labirintico, senza sesso. Ma di questo non si parla in aula. Andò a vivere a casa sua?, chiede 11 giudice. -Si. Otto giorni, nell'82, prima del viaggio a New York. E' stato un gioco. Io non dormivo neanche nel letto con lei. Stavo in una starna, su un materasso'. Un gioco. Ma lei, Francesca Alinovi, raccontò sconvolta di grandi litigi. E in aula cercano di mettere a posto le date: quello del 2B gen- nato, quello di febbraio, no quella di New York fu solo una discussione... La prima volta accadde davanti alla galleria, dopo una mostra degli enfatlstl. Lui la picchiò, poi salirono insieme su un'auto e andarono vicino a un burrone: « Adesso ci buttiamo giù; le disse. .No., nega Clancabllla. «La lite è vera, ma la storia del burrone è un'invenzione'. Poi avvenne.un altro litigio, a casa di Francesca. Quella volta finirono rotte un mucchio di suppellettili. Il presidente incalza: e durante uno di questi scontri, lei mise un coltello in mano a Francesca e disse: uccidimi. E' vero? «Non ricordo». Scrisse la Alinovi: «Ho paura. Francesco frequenta la feccia della città'. E lui scrisse a sua madre: -Sono caduto in basso. Bisogna che mi liberi da questa gente'. Sono gli spacciatori di droga a fargli paura. Il presidente: dagli atti risulta che lei aveva fatto abituale uso di eroina: chi gliela dava? •Conoscenti'. Dove? «.4 casa loro: In piazza Verdi (il cuore della Bologna post 77, ndr)? «No». E lei la spacciava? «No». Però la Alinovi lo pensava... «Ne facevo uso, ma non ne ho mai spacciata'. E perché, incalza il presidente, la sera del 12 giugno (il giorno del delitto, ndr) lei volle fare uso di eroina, nonostante avesse già preso cocaina? Risposta: -Io avevo chiesto del fumo, ma la Anna Agarl mi disse: posso solo trovarti dell'ero: Si gira attorno al delitto senza mai entrare nel particolari. Schermaglie tra accusa e difesa (accenni a telefonate, orari, perizie) che torneranno utili più avanti nel dibattimento. Adesso è altro quello che sembra Interessa¬ re. Perché c'è ancora molto da studiare. Da capire. E anche 11 pm, Antonio Basile, resta sul vago. Chiede a Ciancabllla: nella perizia, alia domanda numero 9, qual è stata la sua reazione per la morte di Francesca, lei ha risposto: il carcere mi ha fatto soffrire meno. Lei ha sofferto molto? E l'imputato: -Dentro sono stato preso da altre angosce. E' naturale. Fuori, guardare una vetrina m'avrebbe fatto ricordare i nostri giorni-. Poi, l'ultima domanda. La fa 11 presidente: cos'era Francesca per lei? 'La mia migliore amica. Quando parlavo mi capiva: Dopo tocca a Brenna Alinovi, la sorella della vittima. E anche lei parla di litigi (tre, quattro, -una volta mi telefonò: ho le costole rotte-), di violenze, di droga, di America, di serate a New York, di viaggi. -Io le dissi: ma non hai paura? Io non sarei mal andata via da sola con uno come lui-. E pure a lei Francesca parla delle sue paure. -Bologna ha il suo Bronx-, scrive nel diario. E una volta, tornata dalla Turchia, racconta alla sorella di giorni tristi, di strane emozioni. -Ho letto "On the road"e mi ha fatto male, ho provato disagio. Ho letto cose che conoscevo già-. Pierangelo Sapegno