Pioggia di miliardi e nuvole di fumo sulla centrale a carbone di Vado

Pioggia di miliardi e nuvole di fumo sulla centrale a carbone di Vado Se sarà raddoppiata come prevede il progetto realizzato dall'Enel Pioggia di miliardi e nuvole di fumo sulla centrale a carbone di Vado Gli amministratori di quattro città preoccupati per i danni alla salute - Una discutibile legge promette quattrini ai Comuni che accettano gli impianti sul loro territorio - E* già una corsa alle ripartizioni DAL NOSTRO INVIATO VADO LIGURE — I fumi e i gas leggermente violacei della centrale a carbone corrono verso il mare quando tira la tramontana. Formano un altissimo pennacchio che ricade sulle campagne retrostanti quando l'atmosfera è calma e umida. Sono dannosi alla salute delle popolazioni e alle colture agricole, spargendo tra l'altro più di 200 tonnellate di anidride solforosa ogni 24 ore? Lo sarebbero ancor più, in misura intollerabile, se la centrale esistente (una volta e mezzo quella nucleare di Caorso) venisse quasi raddoppiata con l'aggiunta di due gruppi da 320 MW, come prevede l'Enel? C'è polemica dura in proposito. Da una parte l'Enel promette centinaia di posti di lavoro, fornisce dati e notizie rassicuranti. Dall'altra sta un fronte che li contesta. Gli oppositori sono guidati da Italia Nostra, dal Movimento di opinione e difesa ambiente, da gruppi di Qulliano e Vado, con partecipazione della Lega ambiente e di altre associazioni. In mezzo stanno gli amministratori comunali di Savona, Vado, Quiliano, Bergeggi, preoccupati dai possibili danni alla salute e all'ambiente, ma allettati dalla pioggia di quattrini che una legge a dir poco immorale distribuisce ai Comuni disposti ad accettare sul loro territorio centrali sgradite o temute, come quelle nucleari, come quelle a carbone senza dispositivi anti-inquinamento. Nel caso di Vado e Qulliano l'incentivo è grosso: 5 miliardi e 100 milioni una tantum, più mezza lira per ogni chilowattora prodotto. Circa 5 miliardi l'anno se la produzione sarà di 10 miliardi di chilowattora. Già si sta discutendo sulla ripartizione, si fa a gara tra chi è più inquinato. Bergeggi chiede più quattrini perché il vento da tramontana porta 1 fumi sul suo abitato. I Comuni di Vado e di Savona si sono rivolti all'Enea, già Cnen, chiedendo assistenza scientifica e consulenza. L'Enea non può essere ritenuto buon alleato di Italia Nostra e dei «verdi» in gene- re. Ma nel caso di Vado ha risposto ai Comuni interpellanti con alcune considerazioni preliminari fletterà firmata dal presidente Umberto Colombo in data 26 luglio 1984) che meritano attenzione. Primo: per il problema dell'inqulnamen-toatmosferico da anidride solforosa raccomanda di bruciare esclusivamente carbone a basso tenore di zolfo, inferiore all' uno per cento, 'Che può essere acquistato in Australia, in Canada, negli Stati Uniti, a condizioni di mercato favorevoli'. Secondo: per le polveri raccomanda di adottare preclpitatorl elettrostatici di nuovo tipo (evidentemente quelli in uso non bastano). Terzo: per le ceneri raccomanda la verifica della qualità del carbone e la pianificazione dello smaltimento. Se tutto questo venisse messo in pratica dall'Enel il problema della centrale non sarebbe risolto, ma la sua gravità verrebbe attenuata. Il punto nodale non è dunque strettamente tecnico: si può bruciare carbone senza Inquinare in misura inaccettabile. Ma non basta dirlo, occorre agire mantenendo le promesse. Per anni, dal 1966 (quando fu firmata la convenzione con i Comuni interessati) l'Enel ha preferito rassicurare e promettere. Molto strano il suo comportamento nel caso delle ceneri, prodotte a migliaia dì tonnel¬ late, temute perché radioattive a seconda del tipo di carbone e perché dannosissime in mare come nelle falde sotterranee. E' risaputo che le ceneri possono essere trattate e trasformate in conglomerati per pavimentazioni o riempimenti. L'Enel-ha finora preferito appaltare lo smaltimento a terzi che scaricano dove possono. Nel gennaio 1982 le ceneri della centrale di Vado furono trovate nel fiume Centa, ad Albenga. Le analisi confermarono la presenza di sostanze tossiche. In precedenza le ceneri erano state scaricate abusivamente in Piemonte, a Cavallermaggiore. Poi, il 3 dicembre 1984, gli ecologisti savonesi sorpresero autocarri che trasportavano clandestinamente ceneri sul- la spiaggia di Vado. Ma c'è ben altro: la rete di rilevamento dei dati sullo stato dell'atmosfera fa capo alla stessa centrale Enel, senza possibilità di controllo esterno. Con slmili precedenti sembrano più che ragionevoli le richieste delle associazioni di tutela. Eccole In sintesi: 1) controllo dell'uso del carbone su basi scientifiche, affidato ad organismi indipendenti dall'Enel; 2) indagini sanitarie; 3) impegni precisi per lo smaltimento delle ceneri; 4) uso di carbone a basso tenore di zolfo, controllo esterno di tale uso, adozione di dispositivi idonei a ridurre le polveri e i gas inquinanti. In seguito dovrebbero essere adottati sistemi di combustione più avanzati, già da tempo in fase sperimentale. Contro la ragione, contro il buonsenso, sta forse un calcolo inconfessato da parte dell'Enel: diamo una lira o mezza lira per chilowattora in cambio dell'inquinamento e risparmiamo 10 lire (faccio un'ipo-tesi) a chilowattora per gli Impianti anti-inquinamento. Se questa è la giustificazione per avvelenare, si faccia un referendum tra gli italiani domandando se sono disposti a pagare 11 chilowattora 10 lire di più pur di produrre, a Vado come a Gioia Tauro o Porto Tolle, energia elettrica in modo pulito. Mario Fazio

Persone citate: Mario Fazio, Umberto Colombo