Shultz-Gromyko di Alfredo Venturi

Shultz-Gromyko Shultz-Gromyko (Segue dalla 1 ' pagina) presentanza lituana presso la Società delle Nazioni, da una «Ford» scura sbarcano Shultz e McFarlane, consigliere di Reagan per la sicurezza nazionale. Li accolgono Kornlenko, primo viceministro degli Esteri, e Dobrynin, ambasciatore sovietico a Washington. Gromyko attende nella sala delle conferenze, una specie di sala da pranzo vittoriana, come la descrive Bernard Gwertzman, del New Yorfc Times. Shultz gli si slede accanto, e il russo gli chle' de se il viaggio lo abbia stancato. No, risponde l'americano, in aereo ho sonnecchiato. Poi Gromyko ripete una sua battuta abituale: non sento altro che 11 ticchettio delle macchine fotografiche. Atmosfera, insistono i testimoni, né tesa né gioviale. Sono le tre e mezzo del pomeriggio quando i sovietici ricambiano la visita, presentandosi nel solito corteo di auto, preceduto e seguito dal poliziotti del Cantone pesantemente armati, alla missio¬ ne americana. La temperatura si è alzata di qualche grado, cade una neve sottile. Gromyko scende dall'auto di testa, lo ricevono 11 negoziatore americano Paul Nltze e l'ambasciatore a Mosca Hartman. Il russo è di ottimo umore, Shultz, che lo accoglie nella sala delle conferenze, parla con lui dei sistemi ottimali di prendere appunti. '■ • Il suo sistema personale, )' ha imparato da un sindacalista: che usava tracciare sul foglio una riga verticale a metà. A destra registrava ciò che sentiva, a sinistra affiancava 1 suoi commenti. Alla fine, ecco pronta un'analisi in tempo reale. Il racconto diverte molto il ministro sovietico. Ma poi le delegazioni: Shultz, McFarlane, Nitze, Hartman da una parte; Gromyko, Kornlenko, Karpov e Dobrynin dall'altra, con due interpreti e segretari per parte, prendono posto ai due lati di un lungo tavolo. E sulla drammatica trattativa nucleare si chiude la porta del riserbo. Alfredo Venturi

Luoghi citati: Mosca, Washington