E' disegnata su un masso la storia dell'uomo vissuto seimila anni fa di Giampiero Paviolo
E' disegnata su un masso la storia dell'uomo vissuto seimila anni fa La «pietra di Navetta» esposta da domani in municipio a Cuorgné E' disegnata su un masso la storia dell'uomo vissuto seimila anni fa La roccia rupestre, usata da un agricoltore come banco di lavoro, si è rivelata un prezioso libro per leggere la preistoria Chi lo avrebbe mai detto: 11 grosso masso che un agricoltore di Navetta, sulla collina di Cuorgnè, utilizzava come banco di lavoro, racchiudeva in sé una parte importante della storia dell'uomo di 6 mila anni fa. All'apparenza infatti la «pietra di Navetta» come la chiamano adesso gli archeologi, non era altro che un minuscolo frammento di montagna, scavato dal tempo ed eroso dall'acqua e dalla neve. Oli studiosi vi hanno invece Individuato l'unica Incisione rupestre risalente al Neolitico e ritrovata In Canavese che raffiguri un «orante», cioè un uomo sessuato con le braccia elevate al cielo. La scoperta è importante, perché consente di collegare l'area canavesana ad altre zone dove incisioni slmili sono state rinvenute in abbondanza, dalla Val Camonica al Vallese, in Svizzera. La storia della pietra di Navetta è già lunga ma vìvrà domani il suo ultimo atto: il masso verrà trasportato dal cortile dove era stato trovato a Cuorgné, sotto gli antichi portici dell'ex convento, ora diventato sede del palazzo municipale. E' già pronta la teca in vetro antl-vandall che lo proteggerà, cosi come è stata preparata una piantina in scala che spiega l'importanza del rilievi disegnati sulla faccia esterna del reperto. La scoperta è stata, come sempre casuale fino ad un certo punto: sul finire degli Anni 70 1 ricercatori del Corsac di Cuorgné (Centro Ricerche Studi Alto Canavese) pattugliavano tutta la zona, per trovare collegamenti con i frammenti di storie umane individuati nella grottina di Bolra Fusca, teatro di alcune importanti campagne di sca¬ vo dirette dal professor Fedele. Il risultato di quell'Incessante ricerca non sta soltanto nella pietra di Navetta: a Doblazio di Pont ad esemplo è state rinvenuto un frammento In ceramica che ci riporta alla cultura del vaso a bocca quadrata, altro collegamento con 11 Neolitico. Il periodo è dunque certamente databile tra il 3800 e il 4400 avanti Cristo. In quel tempo l'uomo Intraprese stabilmente l'agricoltura, e nelle zone montane probabilmente la pastorizia, pur senza abbandonare la caccia. Prese cioè a risiedere stabilmente nelle vicinanze di campi ed alpeggi, compiendo un importante passo avanti nella sua evoluzione culturale. Come dimostra il vaso in ceramica, aveva già raggiunto una certa abilità nell'uso a scopo artigianale delle mate¬ rie prime. Probabilmente pregava o quantomeno stava scoprendo 11 culto dei morti: •Il significato dell'orante — spiega Maurizio Rossi, lo studioso di Antropologia alpina che ha dedicato anni di lavoro alla pietra di Navetta — non è ancora chiaro. Non necessariamente si tratta di un uomo che prega con le mani rivolte al cielo, anclie se la figura potrebbe farlo pensare. Qui probabilmente ami, si tratta dell'ingresso di un'edicola funeraria. L'importanza del ritrovamento è però di poter accertare per la prima volta in Piemonte un insediamento umano del Neolitico collegato ad incisioni rupestri-. Il disegno è ovviamente rozzo, quasi Incomprensibile agli occhi del profano: misura 120 centimetri dì altezza per 80 di larghezza. Intorno, sulla stessa faccia della pietra, una miriade di coppelle, scavate con uno scopo che ancor oggi non si può dimostrare, malgrado ne siano state ritrovate un po' ovunque e di periodi molto lontani tra loro. E' uno del tanti misteri ancora irrisolti dell'Antropologia e dell'Archeologia alpina, che forse potrebbe aprire nuovi spiragli sulle vicende dell'uomo della Preistoria. 1 Giampiero Paviolo Nell'incisione, risalente al Neolitico, un uomo in preghiera con le braccia levate verso il cielo
Persone citate: Fusca, Maurizio Rossi, Navetta, Pont, Vallese
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