L'afta ha colpito per incuria di Bruno Pusterla

L'afta ha colpito per incuria L'infezione si è diffusa quasi unicamente sui bovini non vaccinati L'afta ha colpito per incuria Dicono all'Istituto Zooprofilattico: «La maggior parte degli animali infettati era priva di immunizzazione» - Danni per gli allevatori e per tutti i contribuenti; la Cee infatti rimborsa ai produttori l'80% del prezzo di mercato dei bovini abbattuti L'afta epizootica è una malattia Infettiva contagiosa causata sa un virus della famiglia Pteorna viridiae, del genere Aphtovirus. Colpisce principalmente bovini, ovini caprini e suini. •Net bovini — come ci dice il prof. Carlo Rossi dell'Istituto zooprofllattico di Torino — le manifestazioni cliniche sono caratterizzate da febbre, depressione e comparsa di vescicole sulla mucosa orale, sulla lingua, negli spazi interdigitali e sui capezzoli. La contagiosità dell'afta è molto elevata, sia pure con mortalità modesta, dovuta generalmente a necrosi miocardica (lesioni al cuore), riscontrabile per lo più nel soggetti giovani. Negli ovl-caprlnl e nei suini la forma patologica è analoga, con predominanza delle lesioni al piede-. Le lesioni aftose alla bocca guariscono in genere in una settimana, mentre quelle podall tendono a complicarsi a causa dei germi di irruzione secondarla, 11 che può provocare anche necrosi e distacco degli unghlelli. Le lesioni alla mammella possono determinare complicazioni con mastiti secondarle. *La diffusione del virus, presente durante la fase acuta in tutti t tessuti e organi dell'animale — continua Rossi —, avviene mediante le vescicole e, soprattutto, la saliva. Nella trasmissione della malattia possono assumere un ruolo basilare i volatili selvatici, nonché i portatori passivi (animali guariti, commercianti, camion non lavati e disinfettati ecc.) che sono stati a contatto con soggetti e materiale infetti e quindi conlaminati'. Nella carne 11 tempo di sopravvivenza del virus è limitato a pochi giorni, per l'acidificazione delle masse muscolari, mentre è più resistente nel visceri e nel midollo delle ossa lunghe. Il virus può essere presente anche nel latte, poiché la pastorlzzazlone non sempre riesce a distruggerlo. Per 11 controllo della malattia, il ministero della Sanità ha reso da anni obbligatoria una vaccinazione annuale con vaccino trivalente (O, A, C), che va eseguita in autunno o, per 1 vitelli nati successivamente, in primavera. Difficoltà nell'immunizzazione degli animali ci possono essere a causa dei tanti tipi di virus conosciuti: attualmente, infatti, sono noti sette diversi tipi (O, A, C, Sat 1, 8at 2, Sat 3, Asia 1) e ben 61 sottotipi. .L'espandersi della malattia in queste ultime settimane — dicono all'Istituto Zooprofllattico — è da attribuire a un certo ritardo nelle vaccinazioni, poiché la maggior parte dei bovini colpiti è risultata scarsa, se non del tutto priva di immunizzazione'. Quanto alla profilassi della malattia, le disposizioni Cee prevedono l'abbattimento di tutti i capi infetti, ma l'alle¬ vatore viene risarcito dell' 80% del prezzo di mercato degli animali. Per la dislnfezione delle stalle e degli ambienti infetti è indicato l'uso di una soluzione di soda caustica al 3-5% e — per i materiali (come legno, finimenti, indumenti) che potrebbero essere danneggiati da questa sostanza — di una soluzione al 4% di formaldeide. In ogni caso è buona regola sottoporre i soggetti sani, anche se già vaccinati, a vaccinazioni di richiamo. Prima di relntrodurre gli animali negli ambienti disinfettati occorre osservare un rigido periodo di quarantena e, naturalmente, procedere alla vaccinazione. Per quanto riguarda 1' uomo, la malattia è rara e di scarso significato clinico, per lo più riscontrabile nel personale veterinario o di laboratorio a diretto contatto con 1 virus. Comunque, in tutto il mondo sono stati finora riscontrati solo 50 casi di infezione. Mangiare carne infetta o latte prodotto da vacche malate di afta non provoca quindi danni alla salute. Non bisogna infatti confondere 1' infezione aftosa con esantemi vescicolari della bocca, dei piedi e delle mani provocati nell'uomo da altri virus (del genere Enterovirus) e non dal virus dell'afta epizootica. Bruno Pusterla

Persone citate: Carlo Rossi

Luoghi citati: Asia, Torino