Come un affresco del 700 di Renato Rizzo

Come un affresco del 700 In via Po le meraviglie della Fondazione Accorsi Come un affresco del 700 Con il recupero dei due palazzi dello scomparso «prìncipe degli antiquari» si darà vita ad una delle più prestigiose esposizioni d'Europa - Al piano nobile, una vera dimora settecentesca con la coùezione donata alla città - Accanto: scuole d'artigianato, biblioteca, gallerie d'arte In questi mesi difficili per. la Torino della cultura che vive con rabbia e con pena uno stillicidio di .chiusure* cui fanno da contraltare faticose seppur prestigiose •riaperture», ecco un'occasione di speranza bella come un'antica architettura e spettacolare come un trumeau del Piffetti: ieri, nel corso d'un incontro al Circolo della stampa, il sindaco Novelli ha annunciato la costituzione della Fondazione Accorsi, presentando il progetto che prevede il recupero dei due palazzi settecenteschi dello scomparso «principe degli antiquari., ai numeri 55 e 57 di via Po, per renderli degna sede della collezione donata alla città. «Oppi è giorno di festa per Torino — ha esordito Novelli —. Si tratta della partenza d' una operazione di restauro che riguarda un tassello importante nella storia della città e che è finalizzata al ripristino dell'antico decoro della sona anche attraverso il restauro di Palazzo degli StemmU. E' il primo passo ufficiale di quella che, nelle Intenzioni del consiglio d'amministrazione della Fondazione (Novelli ne è il presidente) e del progettista, 1' arch. Pietro Derossl, dovrà diventare una delle più prestigiose esposizioni antiquarie d'Europa: «JVon solo, però, mostra dei tesori donati da Pietro Accorsi a Torino — osservano 11 sindaco e l'arch. Derossl — ma anche organismo vivo che, attraverso borse di studio, un Centro Studi, una biblioteca e una scuola d" artigianato ad altissimo livello, produrrà cultura». Il progetto (di cui nell'aprile scorso avevamo anticipato le linee essenziali, mantenute oggi, anche se con qualche modifica) s'articola nei 9291 metri quadrati dei due palazzi e destina alla Fondazione vera e propria un'area di 1597 metri quadrati, ricavati dalla fusione degli alloggi al piano nobile. «Qui — ha osservato Giulio Ometto, che di Accorsi fu segretario e che, oggi, è titolare della Galleria — vivrà l'immensa collezione (il valore stimato è attorno al 15 miliardi n.d.r.). E dico "vivrà" proprio perché non dovrà essere un museo senz'anima, ma una casa del 700 da cui il padrone sembrerà appena uscito. Una delle cose che Accorsi odiava maggiormente, infatti, erano i mobili sulle pedane». L'.idea architettonica» proposta da Derossi — che immagina, tra l'altro, ./a possibilità d'aprire al passeggio i 4 cortili interni, uniti in un itinerario lungo il quale s'alterneranno negozi d'antiquariato, gallerie d'arte, laboratori artigiani e zone verdi» — lega la Fondazione al costruendo Centro Aldo Moro, che dovrà sorgere sul grande spiazzopareheggio adiacente al Palazzo delle Facoltà Umanistiche. Ma per poter finalmente vedere 1 «pezzi» della straordinaria collezione, oggi accu¬ mulati nella villa dell'antiquario a Santa Brigida di Moncalterl, probabilmente non si dovranno aspettare 1 24 mesi previsti per la realizzazione del restauri di via Po: è possibile, infatti, che all'inizio della primavera parte del tesoro raccolto da Accorsi in oltre 70 anni d'attività venga esposto al terzo plano del Castello di Rivoli. «Più che una promessa, è una speranza» dicono a questo proposito Viglione e Novelli. Sarà un caso ma, un minuto dopo aver annunciato quest' ipotesi, il sindaco già domandava l'orario domenicale di visita e organizzava per oggi una corsa al castello dello Juvarra. Renato Rizzo Il plastico della sede della Fondazione Accorsi in via Po collegata al Centro «Aldo Moro»

Luoghi citati: Europa, Rivoli, Santa Brigida, Torino