I fratelli Grìmm due secoli dopo

I fratelli Grìmm due secoli dopo I fratelli Grìmm due secoli dopo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Si celebrano tanti anniversari tristi o tragici: perché, allora, non suonare le trombe e innalzare i vessilli per una ricorrenza lieta e bella? Duecento anni fa, il 4 gennaio per l'esattezza, nasceva, ad Hanau, Jacob Grimm, che, con il fratello Wilhelm, nato un anno più tardi, offri al mondo un gioiello incantevole e importante, un libro di favole. La Germania si appresta a ricordare e a celebrare e, come la Germania, molti Paesi stranieri, in particolare Francia e Inghilterra, dove i Contes de l'enfance et du foyer e le Fairy tales dei fratelli Grimm sono amati come i fiori della letteratura nazionale. Una grande festa, insomma. Una festa meritatissima, perché le favole, pubblicate nel 1815, non sono che una goccia d'acqua nell'opera feconda dei due fratelli, conosciuti e rispettati per i loro testi di filologia e di letteratura. Due figure straordinarie, tra gli studiosi di maggior peso e rilievo negli anni del romanticismo germanico. E, per di più, due personaggi simpaticissimi. L'affettuosa armonia che ispirò la loro lunga collaborazione ne ispirò altresì la vita. Crebbero insieme, e insieme studiarono e scrissero. Benché Jacob fosse celibe mentre Wilhelm era marito e padre, non si lasciarono inai. E riposano, fianco a fianco, in un cimitero di Berlino. Una genesi affascinante, quella delle favole. Jacob e Wilhelm Grimm studiavano, da tempo, l'antica letteratura tedesca, la mitologia, il folklore: un interesse non soltanto scientifico, ma anche umano, in quanto non avevano mai dimenticato le «storie» narrate da una ex domestica, Dorothea Wiehmann. Cresciuti, avevano continuato ad ascoltare Dorothea Wiehmann, adesso amica devota, il cui patrimonio di racconti popolari o fantastici era illimitato: anche perché la donna, di origine ugonotta, attingeva a due culture, alla francese e alla tedesca. Oltre venticinquemila réformés avevano lasciato la Francia per la Germania protestante dopo la revoca dell'editto di Nantes, nel 1685. I due fratelli diedero corpo e spirito alle favole senza violarne la forma originale: e, all'inizio del secolo scorso, le pubblicarono a Berlino sotto il titolo Kinder und Hausmftrchen. Il libro, nelle sue infinite traduzioni, cominciò presto a percorrere il mondo, allietando piccoli e grandi: e, successivamente, ammaliando filologi e psicologi, incuriositi dall'origine, dalla maternità più remota dei racconti. Non meno importanti per la cultura le altre fatidie dei Grimm: tre in particolare, il primo volume di un grande dizionario, la Deutsche Grammatlk, lo studio Deutsche Sagen. Wilhelm morì nel 1859. Jacob nel 1863. Due creature «operose, modeste, serene e forse felici»; cosi furono descritte, qualche anno più tardi, all'Accademia delle scienze, a Berlino. Mario Cirielio

Persone citate: Dorothea Wiehmann, Grimm, Jacob Grimm, Kinder, Mario Cirielio, Wilhelm Grimm