Washington: è stato un incidente non facciamone un fatto più grosso di Ennio Caretto

Washington: è stato un incidente non facciamone un fatto più grosso Quasi una tacita intesa con l'Urss per evitare polemiche in vista dell'incontro di Ginevra Washington: è stato un incidente non facciamone un fatto più grosso DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — .Nessuno lia proclamato lo stato d'allerta. Si è trattato di un solo missile e non di una pioggia di missili. Un incidente: non facciamone qualcosa di più grosso». Con queste parole, il portavoce del Pentagono Burch ha liquidato ieri le polemiche sull'ordigno sovietico caduto in Finlandia dopo aver sorvolato la Norvegia. L'ultima versione dell'inquietante episodio fornita dal Pentagono è rassicurante: l'arma era priva di testata atomica, ha sbagliato traiettoria a causa di un guasto ai computers, la vicenda non è neppure indicativa della catastrofe che un errore o un'imprudenza a una qualsiasi base nucleare potrebbero provocare. Sei mesi fa, gli Stati Uniti non avrebbero minimizzato un incidente del genere, né l'Urss lo avrebbe ammesso chiedendo scusa, come ha invece fatto ieri. Il missile sarebbe diventato un altro Jumbo sudcoreano: come dopo la tragedia del settembre '83, le superpotenze si sarebbero scambiate accuse e rappresaglie. Mosca e Washington avrebbero mobilitato la pubblica opinione l'una contro il riarmo atomico dell'altra. Il fatto che oggi en¬ trambe ridimensionino la portata dell'episodio e i pericoli che altri analoghi comporterebbero testimonia dell'importanza da esse attribuita ai colloqui tra Shultz e Gromyko a Ginevra lunedi e martedì. Né Mosca né Washington vogliono scuotere la barca negoziale. Come giovedì, cosi ieri, il presidente americano, che ha ricevuto 11 segretario di Stato alla Casa Bianca per un'ultima consultazione prima della sua partenza oggi per la Svizzera, ha ignorato di proposito l'incidente, concentrandosi sul problemi del disarmo. Reagan ha illustrato le sue proposte ai leaders del Con- gresso; ottenendone l'appoggio unanime. 'Non credo che la posizione americana sta troppo rigida», ha dichiarato il senatore democratico Byrd. 'Collaboreremo col Presidente». Se e quando i negoziati avranno inizio, ha aggiunto Byrd, due suoi colleglli, uno per partito, entreranno nella delegazione come osservatori. Nel giudizio del Congresso, l'insolita tolleranza reaganlana è dettata dalla necessità di non avvelenare ulteriormente l'atmosfera dei colloqui tra Shultz e Gromyko, resa già tesa dalla divergenza degli obiettivi perseguiti dalle superpotenze. Con la pubblicazione l'altro ieri del rapporto «The Presldent's Strategie Defense Initiative», gli Stati Uniti hanno infatti ribadito che a Ginevra cercheranno di ottenere drastiche riduzioni delle armi di teatro e strategiche, le cui trattative dovrebbero svolgersi sotto un unico ombrello: e che rifiuteranno invece limitazioni al programma delle guerre stellari, detto anche dello scudo antimissili spaziale, pur accettandone alcune alle armi antlsatelliti (o «Asat»). L'Urss vuole esattamente l'opposto: cercherà di neutralizzare la superiorità tecnologica americana, e di sal¬ vaguardare la propria nel settore atomico tradizionale. Per questo motivo, terminato l'incontro con Reagan e con Shultz alla Casa Bianca, un altro senatore, il repubblicano Dole, ha ammonito che i colloqui di lunedi e martedì prossimi a Ginevra «non possono essere considerali l'inizio dei negoziati veri e propri ma solo preliminari». L'analisi del rapporto del Presidente — che oggi Shultz porterà con sé — è Illuminante. Esso sostiene che i sovietici hanno violato 11 trattato contro i missili antimissili (o «Abm») del '72 con le loro reti radar e i loro missili terra- aria, e che(«tfqigp in grado di sviluppare un sistema antimissili entro un decennio». Il programma delle guerre stellari è lndlpensablle per mantenere l'equilibrio, aggiunge li rapporto, anche se realizzato solo in parte: sapendo che un eventuale attacco non avrebbe un completo successo, opina Reagan, l'Urss non lo sferrerebbe. Questo particolare è cruciale: è la prima indicazione che gli Stati Uniti stanno spontaneamente ridimensionando 1 loro progetti. Un altro punto che potrebbe rassicurare 1 sovietici è che le «guerre stellari» rimarranno In fase di ricerca pura per anni, e 11 programma non verrà attuato senza il consenso dell'Europa 'alla cui protezione è anche diretto». C'è un ultimo segno di disponibilità: la delegazione che accompagna Shultz è divisa salomonicamente in falchi e colombe. Tra 1 primi figurano l'ex negoziatore delle armi di teatro Nitze, il direttore degli affari europei del dipartimento di Stato Burt, l'ambasciatore a Mosca Hartman; tra i secondi l'ex negoziatore delle armi strategiche Rowny, Il direttore politico del Pentagono Perle, il capo dell'agenzia del disarmo Aldeman. Ennio Caretto