Occhipinti, un maschio latino all'ingrasso per piacere a Bo

Occhipinti, un maschio latino all'ingrasso per piacere a Bo Incontro col partner della Derek in «Bolero», ormai esportato negli Usa Occhipinti, un maschio latino all'ingrasso per piacere a Bo ROMA — Andrea Occhipinti è uno dei rari, rarissimi esempi di giovane attore italiano esportato con successo sul mercato americano delle grandi produzioni. «Bolero», il film cucito su Bo Derek dal marito John, attualmente in programmazione a Milano ma in uscita intorno al 10 gennaio in tutto il resto d'Italia, è il suo primo prodotto americano. «J7 sole sorgerà ancora», una riedizione televisiva del' la vecchia pellicola hollywoodiana, realizzata da James Ooldstone per la NBC, con, Jane Seymour nel ruolo che fu di Ava Gardner, attualmente acquistato anche dalla Rai, è 11 suo secondo prodotto americano. Ventisette anni, romano di nascita e di vita anche ce l'origine della famiglia è siciliana; un po' di università equamente divisa tra architettura e lettere, senza finire né l'una né l'altra; recitazione prima alla scuola di Fersen, poi a Londra in una scuola inglese, Andrea Occhipinti ha cominciato per caso il lavoro d'attore sostituendo al liceo un amico in un mPierrol fumista- di Palermo. Ad aprirgli le porte degli Stati Uniti è stata -La certosa di Parma» di Mauro Bolognini, coproduzione italo-tedesco-francese trasmessa dalla Public Televlslon statunitense, che ne ha fatto uno sceneggiato di grande successo presso gli addetti ai lavori anche se di scarso seguito presso il pubblico. Bruno, minuto, elegante, la grande bocca sensuale, sguardo ironico. Andrea Occhipinti nel ruolo di Fabrizio del Dongo è parso alla Canon, la casa di produzione di Bolero, l'ideale per il ruolo di un torero spagnolo, incarnazione mitologica del maschio latino, appassionato e tenero tanto dentro quanto fuori del letto. Racconta Andrea Occhipinti: «Bolero è un prodotto commerciale e come tale è stato vissuto da tutti quelli che hanno contribuito a realizzarlo. Per questo ha molto sorpreso il mio rifiuto a sottopormi a una cura d'ormoni che mi gonfiasse i muscoli tanto da poter offrirmi come oggetto sessuale allo sguardo delle spettatrici americane: Secondo la coppia Derek infatti le donne, negli Stati Uniti, quando vedono sullo schermo un uomo nudo vogliono vedere più carne possibile, «beef» si dice con tipica espressione da macelleria, e Andrea Occhipinti in questi previsti dieci minuti di prodezze erotiche con Bo Derek non aveva abbastanza «beefda ostentare sullo schermo. E' finita che, girato il film in Spagna, Andrea Occhipinti si è sottoposto a tre settimane di ginnastica e ingras¬ samento e finalmente, conquistati cinque chili di peso in più attraverso un metodo naturale con soddisfazione di tutti, ha girato questa famosa scena d'amore. Deve essere andato bene perché la NBC, immediatamente dopo aver visto «Bolero» lo ha voluto per fargli fare un altro torero spagnolo, anche questo oggetto sessuale delle insaziabili voglie di una signora americana, in «Il sole sorgerà ancora». E adesso? «Adesso — dice Occhipinti — c'è un'altra rete televisiva, la ABC. che mi ha proposto di fare un serial: ma se si tratta daccapo di un torero spagnolo alle prese con una americana ■'■elle chiede solo sesso e sole, credo proprio che sarò costretto a dire di no». Ride, niente affatto sorpreso clie l'America sia anche questo, business e luogo comune per imporre un nome sul mercato. Nel frattempo aspetta. Aspetta che la Rai mandi in onda II filmcronaca sul caso del calciatore Re Cecconi, attualmente bloccato per ragioni processuali. Aspetta «he si concluda 11 contratto per un film da girare interamente! in Italia. Aspetta la prossima stagione per tornare a fare teatro, con Trionfo, con 8caparro, con Ronconi come ha già fatto oppure con Giancarlo 8epe, come ancora non è riuscito a fare. Ma si può'mettere d'accordo un cinema di fumetti e un teatro di cultura? Lui crede di si: «L'importante per chi comincia % lavorare — dice —. Più fai, piti arrivano proposte: il moinento della scelta viene dopo.. ro> Andrea Occhipinti, rarissimo caso di attore «esportato» in Usa