Al Cremlino silenzio assoluto svilo s€onfinmmento del missile di Fabio Galvano
Al Cremlino silenzio assoluto svilo s€onfinmmento del missile Al Cremlino silenzio assoluto svilo s€onfinmmento del missile DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — L'Urss tace sulla vicenda del missile «sconfinato». Un silenzio che pare imbarazzato di fronte a quello che fonti diplomatiche giudicano un incidente inopportuno nel delicato mo-, mento della ripresa negoziale con Washington, lunedi a Ginevra, oltre che scomodo per il nuovo ministro della Difesa Sokolov. Interpellato da giornalisti occidentali, il ministero della Difesa ha dichiarato ieri di -non avere alcuna informazione» in merito alla notizia. Analoga risposta è stata data, nel pomeriggio, da un portavoce del ministero degli Esteri. Per quanto riguarda i passi ufficiali che Oslo e forse anche Helsinki riterranno di compiere, nulla risulta per ora alle ambasciate moscovite dei due Paesi: «no comment», inoltre, dalla rappresentanza americana, in linea con la cautela di Washington. Si ritiene, in ambienti diplomatici occidentali, che anche la replica ufficiale di Mosca alle accuse di Oslo — quando verrà, e se verrà — sarà improntata alla massima cautela, proprio per evitare di accrescere la tensione Est-Ovest in questo delicato momento.' In attesa di dati tecnici precisi e ufficiali relativi all'incidente, gli esperti militari occidentali dibattono se il missile fosse il nuovissimo SSNX-21: come dice la «X., della sigla, si tratterebbe di un'arma ancora sperimentale, uno dei nuovi Cruise a lungo raggio dei quali Mosca aveva dato conferma nell'agosto scorso, presentandoli come la sua «risposta' alle nuove armi americane. Lo SSNX-21 è simile ad altre due versioni di Cruise sovietico, anch'esse sperimentali: lo ASX-15 lanciato dall'aria (cioè da un bombardiere in volo, come gli ALCM americani della Boeing), e lo SSCX-4, che ne è la versione terrestre (come i Tomahawk della Nato). Tutti e tre questi missili di crociera avrebbero, secondo i dati che fornisce a Londra l'Istituto per gli Studi Strategici, un raggio d'azione di circa tremila chilometri. Anche se lo sfortunato volo di venerdì scorso si è svolto senza carica nucleare, tutti i nuovi missili possono esserne dotati. A far ritenere che debba trattarsi del nuovo missile, e non dei tipi più vecchi dei quali le Forze Armate sovietiche si sono dotate nell'arco degli ultimi vent'anni, sarebbe un rilevamento norvegese dal quale risulterebbe una velocità di mach 1.1, superiore cioè a quella del suono. I missili di crociera americani, tanto quelli lanciati da terra (quelli di Comìso, per esempio) quanto quelli lanciati dal mare o dall'aria, hanno una velocità ben inferiore, di circa 800 chilometri orari. Subsonica, in ogni caso. Ma proprio l'elemento del mach 1,1 è controverso, e a fronte dell'ipotesi di un missile molto più lento (circa 700 chilometri orari, fino alla caduta sul Lago Inari) c'è chi parla di un Cruise di vecchio tipo. Tale ipotesi, avallata dagli .esperti inglesi della rivista specialistica Jane's, farebbe di .un SSN-3 o di un SSN-12 il protagonista dell'inquietante episodio. Lo SSN-3, -soprannominato Shaddock in Occidente, è un'arma introdotta per la prima volta nel 1962, con un raggio d'azione di 450 chilometri, e la possibilità di portare una bomba della potenza massima di 350 kiloton; l'Urss ne avrebbe 296, delle quali circa 240 in Europa. Lo SSN-12, Sandbox in codice, ne è in sostanza una versione più moderna. Installato per la prima volta nel 1973, ha un raggio d'azione di mille chilorrietri.e può anch'esso essere armato con un ordigno da 350 kiloton: ne esistono 96 esemplari, 80 in Europa. Entrambi i missili, tecnologicamente superati, richiedono un controllo di guida da terra o da un aereo durante il volo: l'incidente potrebbe essere stato causato proprio dalla mancanza di tale contatto. I collaudi di un tipo di missile cosi vecchio sarebbero resi necessari, secondo esperti militari, dalla grave esplosione che l'estate scorsa distrusse buona parte dell'arsenale destinato alla flotta del Nord: ora occorrerebbe collaudare le armi prodotte in sostltuziono di quelle distrutte. Fabio Galvano
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