Sorprese (e rischi) del 1985 di Renato Cantoni

Sorprese (e rischi) del 1985 Sorprese (e rischi) del 1985 Il 1985 sotto il profilo monetario non poteva iniziarsi in modo più spettacolare. Il dollaro ha toccato il 2 gennaio un nuovo massimo assoluto sulla lira superando quota 1950; ieri la Francia ha ridotto il saggio per gli interventi sul mercato dello 0.25%, passando da 10,75 a 10,50%, c l'Italia ha ridotto il tasso di sconto di un punto, da J6.50 a 15,50%. Il dollaro ha ripreso — contrariamente alle aspettative di alcune settimane orsono — la sua corsa ascendente, suscitando apprensione nei circoli finanziari internazionali, ma nel contempo in Francia e in Italia sono state prese misure per ridurre il costo del denaro e rilanciare l'economia. Come si vede sono avvenimenti contraddittori ma che, visti più profondamente, hanno una loro logica. Negli Usa il deficit pubblico e in continuo aumento e cosi quello della bilancia commerciale e le previsioni sono per un ulteriore peggioramento, se non saranno adottate misure di contenimento, il che è improbabile a breve termine. In simili condizioni sono ritornate di attualità previsioni di un aumento del costo dei denaro negli Usa, il che significa anche un maggior afflusso di capitali dall'estero. Immediatamente la quotazione del dollaro è salita, Wall Street e il mercato dell'oro sono ribassati. Il fenomeno per ora non dovrebbe allarmare troppo I" Europa, perché da tempo la Germania c gli Usa intervengono sul mercato dei cambi al fine di impedire irregolarità troppo marcate. Nel 1984 il dollaro è salito nei confronti delle principali monete europee — Italia compresa — del 15-16%. Se nel 1985 avvenisse altrettanto sorgerebbero certamente dei gravi problemi, ma se il rialzo dovesse limitarsi ad alcuni punti non sarebbero da prevedere grossi turbamenti 11 nocciolo della questione rimane il prezzo dei prodotti petroliferi: un dollaro forte mette in difficoltà i Paesi utilizzatori di greggio e fa ridurre i consumi. I Paesi produttori per ovviare a questo stato di cose tendono a ridurre il prezzo del petrolio, con il pericolo di un mercato selvaggio A quanto pare le autorità monetarie francesi e italiane non si sono al momento troppo preoccupate di re dollaro e sono invece intervenute sui rispettivi mercati monetari interni per raffreddare il costo del denaro e dare maggior slancio a economia e investimenti. Evidentemente la situazione era matura per operazioni del genere: l'inflazione è calante e la liquidità disponibile è imponente. Basti citare quanto è avvenuto per la nuova emissione in Italia di settemila miliardi di Cct. Le sottoscrizioni della prima giornata hanno superato di tre volte il quantitativo disponibile, tanto che la Banca d'Italia ha disposto un riparto del trenta per cento. Non vi è dubbio che il grande successo di questa emissione c da ascriversi anche alla persuasione degli operatori che nel 1985 continuerà la discesa dell'inflazione e con essa la diminuzione dei tassi di interesse. Le premesse e le aspettative ci sono e sarebbe un vero peccato che la situazione monetaria americana dovesse rompere le uova nel paniere. Vi è però un elemento confortante da non sottovalutare: in Europa si sta diffondendo sempre più l'Ecu sia per transazioni commerciali sia quale moneta di conto per operazioni finanziarie, il che significa una minor importanza del dollaro quale unica moneta di riferimento. Renato Cantoni