Tieri, il Misantropo sono io

Tieri, il Misantropo sono io Parla l'attore che da domani è a Roma col suo primo Molière Tieri, il Misantropo sono io «Somiglio ad Alceste, anch'io vorrei andare nel deserto» - Una carriera disordinata ma coraggiosa ROMA — Il misantropo che Araldo Tieri interpreterà con Giuliana Lojodice all'Argentina da domani rischia di diventare uno spettacolo autobiografico. Non per la bile nera e gli scoppi di collera che erompono dal personaggio di Molière, ma per l'Insofferenza che Alceste manifesta nei confronti dell'umanità. E infatti l'attore ammette che la misantropia di Alceste è la sua personale misantropia. 'Trovo che tutti cercano di isolarsi. Certo, per un attore è più difficile e proprio per questo io sono un diverso. Ho lavorato silenziosamente, vivo isolato, incontro pochissimo i colleghi, poiché non abbiamo molte cose da dirci. Vorrei andare nel deserto, come Alceste, ma poiché è impossibile fuggire, ho creato il mio deserto in casa: Attore dubbioso, attento al rovello interiore e agli spostamenti progressivi della psiche. Tieri affronta Molière per la prima volta dopo 47 anni di carriera. Per lui non è stata una decisione facile. Temeva di non essere pronto, era intimidito da un linguaggio lontano, ma poi, dice, ha ceduto alle .dolci insistenze di Giuliana e dei colleghi. Tutti sostenevano che soltanto io potevo fare II misantropo. Forse non è così; recentemente c'è stata qualche buona interpretazione della commedia, ma io non l'ho vista». Ed ecco lo spettacolo. E' diretto da Luigi Squarzina, autore anche della traduzione in prosa, e segue un'impostazione non stilizzata, non caratterizzata. Vi prevale, spiega Tieri; la ricerca del personaggio legato alla verità umana, l'indagine su Alceste che odia gli uomini perché li ama e non sa rassegnarsi alla loro stupidità: è un candido in buona fede che si fa sor¬ prendere dalla malafede altrui. Tieri sembra vivere una nuova fase artistica. Il premio Curdo, attribuitogli 1' anno scorso per l'interpretazione dì Un marito di Svevo, è sembrato ad alcuni una specie di risarcimento tardivo, forse una rivalutazione. •Afa io non ero sottovalutato — corregge l'attore —. Ero isolato, questo si. Figlio e fratello di giornalisti, non Ito creduto di dovermi servire di certi mezzi, quindi mi è mancata la possibilità di spiegarmi, di giustificare una vita artisticamente confusa-. E aggiunge: «/n 47 anni di carriera ho resistito senza lasciarmi mai sporcare, neppure dagli errori commessi. E' la mia grande vittoria. Il successo possono averlo tutti, ma non tutti riescono a conservarlo cosi a lungo. Mi hanno rimproverato per il cinema, ma quel cinema l'hanno fatto tutti, e nel mucchio c'ero anch'io-. Il cinema non lo attrae più gl'incontro con i cineasti è sempre deludente-). Ed è 1" unico fatto nuovo disposto ad ammettere. «IVon so se mi modificherò — dice —. Del resto, disordine a parte, ho dalla mia scelte coraggiose: Pirandello, Chiarini, Graham Greene. Se II misantropo si rivelerà una grande vittoria, dovrò essere più attento nelle scelte-. Ma anche qui non ci saranno rivoluzioni. Tieri continuerà a seguire li sentiero tortuoso che precipita nel mistero del cuore umano, a sondare le passioni con molto pudore e molti dubbi. Può promettere soltanto questa fedeltà e anche in questo, dice, non somiglia quasi a nessuno.- ,, _ , Osvaldo Guerrieri Araldo Tieri e Giuliana Lojodice: dopo 18 anni di sodalizio, la scommessa di Molière

Luoghi citati: Argentina, Giuliana, Molière, Roma