Cinema giapponese la sorpresa è giovane

Cinema giapponese la sorpresa è giovane I maestri non riescono a terminare i loro film Cinema giapponese la sorpresa è giovane TOKYO — Il 1984 non è stato un'annata sensazionale per il cinema giapponese, messo alle corde dalla concorrenza della televisione e dalla scarsa intraprendenza dei produttori. I grandi registi noti internazionalmente come Ichikawa, Kurosawa e Oshlma stanno ancora girando le ultime sequenze dei loro film che si vedranno nell'85. Mentre Kurosawa e Oshima puntano ormai soltanto sulle grandi comproduzioni internazionali fFurio per Oshima e adesso Re Lear per Kurosawa). Ichikawa è invece impegnato nel rifacimento di quello che fu il suo capolavoro. L" arpa birmana. Nell'84 aveva invece girato una specie di •soap-opera» intitolata Ohan che ha deluso critica e pubblico. Le sorprese sono venute quest'anno da giovani e da piccoli produttori indipendenti. Kayako, di Oguri, ha avuto un grande successo: racconta la storia dell'amore tra una ragazza giapponese e un giovane di origine coreana che si rivela un amore impossibile a causa delle ancora forti prevenzioni della società giapponese nei confronti di stranieri, specie se di origine coreana. Il funerale, del regista e sceneggiatore Juzo Itami, al suo primo lungometraggio, spiega invece con amaro sarcasmo «come si fa un funerale». Piuttosto macabro e allo slesso tempo umoristico, il film prende in giro le usanze e i rituali codificati della società giapponese più conformista dove i funerali devono assolutamente essere fatti secondo la tradizione ma nessuno ricorda più cosa la tradizione comandi. Così factotum diventa l'impresario delle pompe funebri, maestro di cerimonie ormai inutili che precludono qualsiasi partecipazione emotiva dei familiari del .caro estinto-. Prodotti senza dubbio minori rispetto al grande cinema giapponese, questi due film meriterebbero tuttavia di essere visti perché presentano aspetti più intimi e tuttavia assai interessanti della società giapponese attuale. r. p. Akira Kurosawa gira «Re I,ear»

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