Reder: non sono responsabile di tatti i morti di MarzaboWo

Reder: non sono responsabile di tatti i morti di MarzaboWo La de del piccolo Comune emiliano sospetta irregolarità nel referendum Reder: non sono responsabile di tatti i morti di MarzaboWo «!.£ 1813 vìttime ci furono ma in 14 mesi» - Il suo reparto avrebbe operato in zona per pochi giorni ROMA — -Il palazzo è vuoto — dicono i collaboratori del presidente del Consiglio. — Sul caso Reder non c'è nessuna novità. Né si possono fare previsioni sui tempi entro cui una decisione verrà presa. Vale l'ultimo comunicato uscito da Palazzo Chigi sabato scorso, con l'affermazione che Crari "adotterà le sue decisioni quando lo riterrà opportuno, in piena autonomia e responsabilità":. Ma le polemiche sulla vicenda dell'ex maggiore delle -SS- sono tutt'altro che sopite. Lo stesso interessato ha contribuito ad accendere i toni del dibattito seguito alla votazione popolare di Marzabotto. Ieri è arrivata all'agenzia Ansa una lettera di Reder scritta il 26 dicembre scorso, prima quindi che i parenti delle vittime della strage si riunissero per dare la loro risposta alla richiesta di libertà avanzata dall'ufficiale. • Sono stufo di leggere nella stampa italiana ed estera da quasi 40 anni due io sarei responsabile di 1830 vittime italiane a Marzabotto tra fine settembre e inizio ottobre 1944. Questa affermazione è una grossolana bugia storica e giuridica-. Cosi inizia la lettera, che reca questa intesta¬ zione: -Major Reder Walter — Castello Angioino — 04024 — Italien-. Reder argomenta con durezza le sue ragioni. -La verità è invece — egli prosegue — die dal Tribunale Militare di Bologna con sentenza del 31-10-51, dal Tribunale Supremo di Ro)na con sentènza del 16-3-54 e dal Tribunale Militare di Bari con sentenza del 14-7-SO l'enivo io e la mia truppa dichiarati responsabili per circa 270 vittime nel settore d'attacco del mio battaglione contro la formazione partigiana "Stella rossa" fra la Val di Setta e il Monte Sole il 29 e 30 settembre e 5 ottobre. Le 1830 vittime civili ci furono, come dice la motivazione per la medaglia d'oro al v. m. conferita al Comune di Marzabotto. fra l'S settembre 1943 e il primo novembre 1944.. Reder riconosce quindi che 1830 vittime ci sono state, ma nell'arco di 14 mesi, mentre il suo reparto avrebbe agito in quella zona soltanto per tre giorni. Egli insiste con asprezza: -Non si vuole finalmente far valere la verità storica e giuridica e smetterla con la grossolana bugia sulla stampa, nei libri scolastici e nelle enciclopedie die Reder è responsabile di 1830 vittime? Perché si faceva sparire alle Fosse Ardeatine dalla "Piazza Marzabotto" la targa in bron1 zo con la motivazione per la medaglia d'oro al v.m. che diceva 1830 vittime nella zona dì Marzabotto fra l'S settembre 1943 e il primo novembre 1944? Dunque vittime di avvenimenti bellici e non della truppa di Reder! Perché si faceva sparire dal Mausoleo di Marzabotto le fotografie delle vittime? Perché fra essi ci sono quelli die... vivono oggi.'-. Da quel grande dramma di quarant'anni fa continuano a sgorgare polemiche e controffensive, che arrivano fino agli scontri di scjiieranicnto più recenti. I quattro consiglieri della minoranza de di Marzabotto si preparano a verificare se quanti hanno votato ne avevano effettivamente diritto. Il consigliere Piccinini lamenta che la consultazione non è avvenuta in un clima tranquillo, che non c'è stato il segreto dell'urna, che non c'è slata — anteriormente — una precìsa regolamentazione del voto. «Se ci fosse stato il voto segreto — ha detto — forse avrebbero votato anche quegli 89 che, pur presenti, hanno preferito non farlo-. Il destinatario diretto di questi attacchi, il sindaco di Marzabotto Dante Cruicchi. ieri era a Roma. Al suo rientro troverà un altro infuocato messaggio, il telegramma che gli ha inviato don Germano Grcganti, presidente dell'associazione «Carcere e comunità», il sacerdote die nei giorni scorsi gli aveva personalmente portato il messaggio di Reder. -Desta perplessità — scrive don Gregantl — il metodo usato per il referendum su Reder che, mi si riferisce, è stato da lei univocamente pilotato, ammettendo al voto gli estranei e rifiutandolo agli aventi diritto. Liliana Matteo