Deviano i fiumi per salvare il Caspio di Fabio Galvano

Deviano i fiumi per salvare il Caspio Il progetto sovietico mira a mantenere il livello delle acque dove vive lo storione Deviano i fiumi per salvare il Caspio DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Un grandioso progetto per salvare il Mar Caspio, e con esso quell'inestimabile ricchezza che sono per l'Urss lo storione e quindi il caviale, è stato annunciato ieri dallo scienziato sovlettco Grigorl) Voropaev, direttore dell'Istituto per i problemi idrici. SI tratta di impedire un ulteriore allarmante abbassamento delle acque di quel lago salato, accrescendo con canali artificiali (e cioè attingendo acqua dai fiumi del Nord) la portata del Volga. Né I particolari tecnici né i tempi d'esecuzione del progetto, che si affianca ad altre analoghe iniziative volte a modificare il flusso di taluni fiumi nord europei e siberiani, sono stati tuttavia resi noti. 1 problemi del Caspio, ha spiegato Voropaev, derivano dal fatto che esso riceve oggi circa il 13-14 per cento d'acqua meno che in passato, a causa del grande sviluppo urbano e industriale nel bacini dei fiumi che lo hanno sem¬ pre alimentato: in quella zona, infatti, abita un quarto della popolazione sovietica, si registra un terzo della produzione industriale nazionale, crescono un quinto dei raccolti. I consumi d'acqua in quella regione «non possono che aumentare»; ma «soltanto stabilizzando l'attuale livello del Caspio — spiega Voropaev — si può impedire una catastrofe». Se il livello si riducesse di un altro metro, infattt, tutti i bassifondi settentrionali (un quinto della superficie del lago) si prosciugherebbero; ed è in quelle ac¬ que calde, non troppo salate e ricche di sostanze nutritive, che cresce lo storione (l'SS per cento, si sottolinea, di quello che si pesca in tutto il mondo). Il progetto prevede di distogliere ogni anno 5,8 miliardi di metri cubi dal Mar Bianco, invertendo verso Sud il loro flusso. Quattro miliardi verranno dal fiume Verchnjaja Suchona, affluente della Severnaja Dvina; l'altra parte dal lago Onega (circa VII per cento delle acque che transitano in quel bacino). Dopo le insistenti polemiche che tuttora avvolgono gli altri progetti sovietici relativi alla parziale inversione di taluni corsi d'acqua, la Mosca ufficiale (è la Tass a riferire di questo plano) insiste nel rassicurare sull'assenza di qualsiasi grave conseguenza ecologica. Almeno 120 Istituti di ricerca, spiega Voropaev, •hanno analizzato le possibili conseguenze sul clima, sulla natura, sulla produttività biologica della terra e delle risorse Ìdriche». La mole dell'impresa, «molto inferiore a quella degli Anni Trenta per costruire il canale fra la Moscova e il Volga», è tale a suo avviso da non pregiudicare gli attuali equilibri climatici: non ne risentiranno il Mar Bianco e tantomeno le zone meridionali dell'Oceano Artico, dice lo scienziato, in quanto l'effetto termico delle acque trasferite risulterebbe •assolutamente insignificante» rispetto a quello delle radiazioni solari, tale addirittura da «non poter essere neppure registrato con gli strumenti più moderni». L'operazione, egli aggiunge, non solo salverà il Caspio e l suoi storioni: accrescerà le forniture d'acqua alle città della zona e soprattutto permetterà d'irrigare oltre un milione di ettari di terre. Senza «toccare la natura», come insiste la Tass, si favorisce in nome del caviale anche ti grande progetto dì bonifica agricola caldeggiato da Cernenko. Fabio Galvano

Persone citate: Cernenko

Luoghi citati: Artico, Mosca, Urss