I «13 apostoli di Delors» affrontano le spine Cee di Renato Proni
I «13 apostoli di Delors» affrontano le spine Cee Nell'Esecutivo della Comunità undici commissari-matricole I «13 apostoli di Delors» affrontano le spine Cee Una spada di Damocle sospesa sulla Commissione: la dura disputa tra i dieci governi e 1' Europarlamento sul bilancio '85 - Il problema dell'allargamento a Spagna e Portogallo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Li chiamano già «i tredici apostoli di Jacques Delors». Sono i Commissari della Cee, i ministri del 'governo ombra» dell'Europa. Si riuniranno la prima volta a Bruxelles il 7 gennaio per elaborare le prime linee di'\ un programma quadriennale sulle ceneri delle più recenti sconfitte di una generazione di integrazionisti europei. La Commissione europea gestisce le politiche comuni, difende i trattati e propone le leggi al Consiglio dei ministri. Il primo obiettivo di questa Comìnisslone, verosimilmente, sarà quello di rendersi cre¬ dibile come forza motrice della Cee e quindi guadagnare con il tempo il massimo possibile del poteri e dell'influenza al Consiglio dei ministri. Purtroppo, la Commissione presieduta da Delors (ex ministro delle Finanze e autore della svolta economica conservatrice in Francia) nasce con una spada di Damocle sul capo. A causa della violenta disputa sul bilancio comunitario del 1985 tra il Parlamento europeo e i dieci governi, non è bnpossibile che gli eurodeputati di Strasburgo decidano nelle prossime settimane di licenziare in tronco i quattordici membri della Commis- sione, esercitando uno dei pochi poteri di cui dispongono, come rappresaglia contro le presunte vessazioni del Consiglio del ministri. Le cariche verrebbero quasi certamente riconfermate dai governi, ma sarebbe egualmente un bel trauma. La nuova Commissione europea differisce notevolmente da quella che domani conclude il suo mandato. Innanzitutto, alla scialba personalità del presidente uscente Gaston Thorn, detto «il lussemburghese piccolo piccolo», fa contrasto quella autorevole e prestigiosa di Jacques Delors. Inoltre, undici del quattordici commissari sono al loro primo impiego a Bruxelles. Se le facce sono nuove, ahimé, i problemi da risolvere sono vecchi. L'approvazione del bilancio per quest'anno è quello più serio. Nel frattempo la Commissione dovrà gestire le politiche comuni con i fondi spesi mensilmente nel 1984, non una lira in più, operazione difficile che richiede funambolismi contabili per fare fronte a tutti gli impegni assunti dai governi. A marzo, poi, si terrà il grande, e prolungalo, dibattito sui nuovi prezzi Cee per i prodotti agricoli, un'occasione per tagliare o contenere le spese, che inevitabilmente solleverà l'indignazione e le proteste dei milioni di agricoltori europei piuttosto viziati da trent'anni di generosità stolta e costosa da parte di Bruxelles. C'è Infine la fase conclusiva del negoziato per V ammissione della Spagna e del Portogallo nella Cee, il primo gennaio 1986, con il corollario del possibile veto della Grecia se Papandreu non riceverà parecchi miliardi di lire in conto 'programmi mediterranei integrati». Una volta superati questi problemi, la Commissione di Delors potrà occuparsi della strategia di sviluppo della Comunità per i prossimi quattro anni. Tra le Iniziative che stanno più a cuore a Delors vi sono il potenziamento del sistema monetario europeo e del ruolo dell'Ecu. Ma la Commissione europea diverrà adulta in termini di influenza politica soltanto con l'abolizione del diritto di veto dei dieci governi, che potrebbe renderla arbitra del processo decisionale, insieme con il Parlamento europeo. E questo resta un progresso per nulla sicuro. L'Italia ha due commissari: il democristiano Lorenzo Natali e il socialista Carlo Ripa di Meana. Natali, dopo otto anni di attività comunitaria, è ora responsabile della politica per il Terzo Mondo. Ripa di Meana è commissario per le istituzioni, l'Europa dei cittadini, la cultura e l'informazione. Renato Proni
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