Galuppi dei misteri di Massimo Mila

Galuppi dei misteri MUSICISTA DA SCOPRIRE, 200 ANNI DOPO Galuppi dei misteri Le grandi manovre per 1" anno europeo della musica non sarà Giovanni Sebastiano Hach a dargli il via, né Hacndel né Domenico Scarlatti, bensì Baldassarre Galuppi det'to il Burancllo perche nato nell'isola di Burano il 18 ottobre 1706, e morto a Vcnzia esattamente ducccnt'anni or sono, il 3 gennaio 1785. Povero Galuppi! Sarebbe vina disgrazia se la concorrenza dei tre grandi nati cent'anni prima della sua morte ne ponesse in ombra l'anniversario. Loro, in fondo, non hanno bisogno di nessuna ricorrenza per farsi pubblicità. Lui sì. Galuppi è una specie di milite ignoto della musica, infinitamente meno conosciuto di quanto meriti. Chissà per quali vie mistcriorc nell'Ottocento una pagina sua pervenne fino a Robert Browning (che del resto a Venezia era di casa e morì) ispirandogli Una Toccala del Galuppi. Tanto per cominciare, e lasciando per un momento da parte la qualità, fu un musicista universale, d'una completezza paragonabile soltanto a quella di Mozart. E' il maggiore maestro di quell'opera veneziana che nel Settecento cerca faticosamente di contrastare il passo alla strapotenza del melodramma napoletano. Ila lasciato un centinaio d' opere teatrali, serie e comiche, queste ultime spesso su libretti di Goldoni, tra cui assai bello (il libretto) // filosofo di campagna. Pure di Goldoni il libretto delle vivacissime e spiritose Pacalrici, della Diavolessa, àcW'Arcadia di Brenta, che di recente ha avuto l'onore di un'incisione, de // mondo della luna, e il mondo alla rovescia, per nominare soltanto quelle di cui si è potuto avere contezza in teatro. * * Per frequenza di collaborazione Galuppi e Goldoni costituiscono una di quelle coppie illustri che fanno.grandc il teatro d'opera, come Gluck e Calzabigi, Mozart c Da Ponte, Strauss c Hofmannsthal, ma spesso il gran nome del librettista attira l'attenzione dei teatri su opere che non è detto siano, musicalmente, da preferire. La migliore che sia accaduto di sentire ai tempi nostri è probabilmente L'Amante di tutte, su libretto di Antonio Galuppi. Ma quali misteri, e forse tesori, si nascondono tra quei cento e più spartiti? Cosa diavolo sarà / bagni d'Abano, su testo di Goldoni? e Arcifànfano re dei matti, idem, o Im donna di governo? Tutto e ancora da scoprire. Un po' meglio si è informati sulla sua musica sacra, copiosissima (fu maestro di cappella in San Marco, pur viaggiando dappertutto, anche in Russia, come operista). Esiste un esauriente studio The liturgica/ works of Baldassarre Galuppi, pubblicato in dattiloscritto ciclostilato dall'università di Ann Arbor, Michigan, dovuto a uno studioso e violinista italo-americano di origine piemontese, Anthony Lawrence Chiuminatto. (Sì, proprio quello da cui Pavese imparava lo slang). Ma appunto tratta solo le opere liturgiche e lascia fuori gli oratori: Galuppi ne vscrissc ventisette o ventotto. Meglio vanno le nostre conoscenze sulla musica strumentale, dove forse risiedono i titoli maggiori dalla gloria di Galuppi. Coi sette Concerti a quattro per due violini, viola e violoncello Galuppi si pone irresistibilmente come il tramite, l'anello di congiunzione tra lo stile concertante dell'età barocca c il nuovo Quartetto dell'età sonatistica e sinfonica. Ne aveva iniziato la pubblicazione, per l'Accademia dei Concordi, di Rovigo, il maestro Franco Piva, uno dei due patiti di Galuppi — l'altro è la clavicembalista veneziana Egida Giordani Sartori — dai quali ci attendiamo che, convenientemente appoggiati da qualche istituzione, portino in luce l'enorme materiale galuppi ano ancora sconosciuto. La pubblicazione del Passatempo al cembalo, sci Sonate per la granduchessa di Russia Fcodorowna, nella Collana di Musiche Veneziane inedite o rare della Fondazione Cini, pareva dovesse essere l'inizio della pubblicazione di tutte le opere strumentali di Galuppi, a cura del Piva. La Sartori, a sua volta, promotrice d'un recente convegno di studi galuppiani a Venezia, ha inciso in due microsolco quattordici delle trentacinque, come credeva il Torrefranca del 1909, o cinquantuno come recita la grande enciclopedia tedesca Die Musik in Geschichte und Gegenwarl, o ottantacinque Sonate per clavicembalo, quante ne numerano le Enciclopedie più recenti. Qui certamente batte l'accento della massima validità artistica. Galuppi è il migliore fra i clavicembalisti italiani del Settecento. — Come, il migliore — dirà qualcuno — e Scarlatti? — Ma che c'entra. Scarlatti è un genio, non e un clavicembalista. Lui si libra in sfere che non hanno più nulla da spartire, con qualificazioni professionali. Dire che Scarlatti è il migliore clavicembalista italiano del Settecento sarebbe come dire che Dante Alighieri è il migliore fra i poeti italiani del Duecento. Certe definizioni stanno strette. Galuppi è il migliore di quella gaietta schiera d'incantevoli petits mai'lres che nel corso del secolo conquistano I' invenzione musicale attraverso attraverso l'esplorazione della tecnica d'esecuzione sullo strumento a tastiera, non nuovo, certo (anzi, era già nato, sempre in Veneto, quel fortepiano che l'avrebbe scacciato dal nido), ma in realtà era come se nuovo lo fosse, perché da poco aveva cominciato a sciogliersi dalle funzioni sussidiarie del basso continuo per acquistare autonomia sonora ed espressiva, liberandosi anche dalla schiacciante, e sbagliata, soggezione al modello organistico. * * La freschezza croccante di tutti quei Pcscetti, Piatti, Rutini, Paradisi, Scrini, Vento, sui quali Galuppi sovrasta per qualità e quantità di produzione, sta proprio nella concretezza tecnica d'una musica trovata sulla tastiera, mettendo le dita così e così, sperimentando arpeggi, passaggi, posizioni della mano. Musica che non ha tempo per perdersi in astrazioni nebulose, in un certo senso nemmeno per rincorrere la cosiddetta espressione. Questa rimane implicita, intrinseca al fatto esecutivo. 11 profilo musicale di Galuppi è magro, asciutto, scavato. Come il profilo di Voltaire. Puro Settecento. L'antitesi d'ogni voluta barocca. Stile galante? Forse, ma senza nulla di lezioso, senza minuettini incipriati, senza bambolcggiamcnti. Stile rettilineo, e spesso aperto a sorprendenti amplificazioni sperimentali della sonorità ricca, fastosa, di cui sono capaci le corde pizzicate. Stile galante, magari, ma come si dice di uno che e un galantuomo. Massimo Mila Baldassarre Galuppi, di cui oggi ricorrono due secoli dalla morte, in un'incisione di G. Bernasconi (Venezia, Seminario patriarcale)

Luoghi citati: Brenta, Michigan, Rovigo, Russia, Veneto, Venezia