Persone di Lietta Tomabuoni
Persone di Lietta Tomabuoni Persone di Lietta Tomabuoni Le spiegazioni sono due, neppure una sembra davvero convincente: la cosa sicura è il Grande Ritorno al Gioco in tutte le sue forme. Su lotto, lotterie, Totocalcio, Totip, Enalotto e concorsi a premi, nel 1984 il fisco ha incassato più di 1200 miliardi, una cifra mai vista, senza precedenti: non dovuta soltanto al rincaro delle giocate, ma alla loro crescita numerica. Diversi giornali quotidiani hanno ricavato un aumento di copie anche parecchio sensibile dal Bingo. Televisioni pubbliche e private hanno moltiplicato le trasmissioni a premi: olire ai soliti show-lotteria con vincite multimilionarie, quasi ogni programma pure meridiano, pure pomeridiano, pure per bambini, offre la possibilità di giocare a soldi, di guadagnarsi con la rispom,i giusta alla domanda scema centomila lire, un milione e più. Vidco-gamcs giocati con scommessa, non ne parliamo. Lotto e Totocalcio clandestini sono sempre più fiorenti, gli interventi sporadici della polizia non bastano a sopprimerli e neanche a scoraggiarli: sembra irresistibile, in caso di vittoria, l'idea di incassare i soldi subito, tutti e sull'unghia, senza controlli e senza dover aspettare mesi come capita coi giochi legali A Palermo, s'è visto dalla cronaca, si svolgevano persino corse di cavalli clandestine, proprio accanto all'ippodromo autorizzato, indisturbate; si sono moltiplicati tutti i concorsi privati e le riffe tipici del periodo delle feste; il biliardo è tornato impetuosamente di moda; pure la vecchia abitudine al gioco delle carte s'è allargata, intensificata, incattivita. Si gioca. Giochiamo. Perché cosi tanto, perché tanto di più, perché proprio adesso? Le spiegazioni correnti delia sociologia sono due, naturalmente opposte. Prima interpretazione del fenomeno, semplice e tradizio- Adesso si torna a giocare naie: gli italiani giocano perché hanno bisogno di soldi, perché salari e stipendi non bastano, perché l'unica risorsa è l'azzardo, il caso, la fortuna; insomma giocano per povertà, per il solito motivo che storicamente li ha sempre spinti a giocare, e per la voglia di essere uguali come lo si è tutti di fronte al rischio del gioco. Seconda interpretazione del fenomeno, sofisticata e inedita: gli italiani giocano per bisogno di regole, per gusto d'abbandonarsi a una concatenazione casuale che il giocatore non può determinare né modificare, per amore delle leggi arbitrarie e della simmetria; non per l'avventura di sfidare il destino, ma per la voluttà di subirlo. Coppia Rieccoli alla TV: prc bello rivederli è scminsieme, la bella italiana e il bravo italiano, Sophia Lorcn e Marcello Mastroianni, la coppia esemplare che ha accompagnato, da quel 1955 del «neorealismo rosa» in cui si formò, trent'anni della vita di tanti spettatori. Adesso lei ha cinquantanni, lui sessanta. Per trent'anni lei ha impersonato per il grande pubblico il trionfo della volontà, il mito conservatore del fortunato arrivismo popolare. Povera e bella, voleva tutto e lo otteneva: diventava, in una geniale sovrapposizione e condensazione d'archetipi, «scxsymbol» perbenista, amante coniugale, cosmopolita napoletana, prosperosa sottile, diva mamma, miliardaria popolana. Per trent'anni lui ha impersonato una progressiva evoluzione dell'uomo italiano: buon ragazzo, bel giovane drammatico, amante latino, attore eccellente, da marito adultero diventava innamorato dell'affascinante straniera, sperimentatore infelice di coppia aperta, compagno di donna emancipata. Restano le uniche star italiane che abbiano avuto un vero successo internazionale, ma è curioso che, tra tanti film girati insieme, il pieno successo artistico di coppia, in Una giornata particolare di Scola, l'abbiano ottenuto contraddicendo la propria immagine: la bella bruna sessuale recitando una matura massaia madre sciatta c affannata di tanti figli, l'amante latino recitando un omosessuale avvilito. Parigi Sono interessanti (magari significative) alcune delle cifre che, elaborate e pubblicate dall'Atlante dei parigini appena uscito, ridisegnano la geografia sociale della capitale più desiderata d'Europa, della storica metropoli dell'arte, del piacere, della libertà e del Crazy Ilorse, di quella Parigi che non è sempre Parigi. Per dire: il 71 per cento delle parigine sono donne lavoratrici; il 27 per cento dei neonati parigini nasce da una mamma non francese; i negozietti spariscono, dal 1965 hanno chiuso bottega 50 mila artigiani e piccoli commercianti. Per dire, come ogni grande città in vent'anni Parigi ha perduto abitanti: in particolare 220 mila operai, mentre sono sopravvenuti 110 mila professionisti e dirigenti alti e medi.
Persone citate: Lietta, Marcello Mastroianni, Scola, Sophia Lorcn
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