Una prospettiva di pace per Panno che comincia
Una prospettiva di pace per Panno che comincia Una prospettiva di pace per Panno che comincia La marcia del Sermig e le omelie del cardinale Balestrerò alla Consolata e in Duomo Mentre nelle case si preparava lo spumante e nelle strade crepitavano gli incivili botti, migliala di giovani camminavano verso la Consolata dietro uno striscione che diceva: Per servire la pace rispetta la libertà. Erano i ragazzi del Sermig che, dopo la «cena del digiuno» nel vecchio Arsenale, rinnovavano per la quindicesima volta l'invito, nella notte di Capodanno, a dedicarsi agli ultimi, agli scartati, a coloro che non hanno posto. Alla Consolata li aspettava il cardinale Ballestrero, che nell'omelia ha invitato: «Invochiamo la pace per la società civile: che ne abbia bisogno lo sappiamo tutti. Una pace che favorisca la stabilità delle istituzioni, che favorisca l'armonia, che favorisca il bene in ogni senso e neutralizzi il male per guanto possibile. Una pace che garantisca la libertà di tutti, insegni a tutti che la libertà è una responsabilità troppo grande perché la si possa vivere giocando e perché si possa sperare di ottenerla con il disimpegno e con la fuga dalle responsabilità e dalle sollecitudini sociali, civili, politiche anche, perché questa nostra società diventi una patria di concordia, dove la fraternità umana cresce rendendo omaggio all'unico creatore e all'unico Signore-,. Questi temi erano già stati introdotti, nella cena del digiuno, da Ernesto Olivero, animatore del Sermig: « Vincere l'indifferenza, l'egoismo, la mancanza di solidarietà è l' impegno che ci viene da Gesù Cristo che sconfiggendo in noi il male ci ha lasciato anche la chiave per affrontare i gravi problemi del vostro oggi: la fame nel mondo, gli anziani soli, gli amici in carcere, i bambini non nati, la guerra. La parola di Dio ci fa profeti per rispondere alla disumanità con l'amore, non con l'egoismo, la vendetta, V eutanasia, l'aborto-. Lo spirito di solidarietà ha consentito di raccogliere lunedi notte oltre 20 milioni che serviranno per acquista¬ re un automezzo da inviare all'Asmara, richiesto da un missionario francese. «Ma /' esser profeti — ha proseguito Olivero — significa anche impegnarsi in politica, aiutare quegli uomini che sono ancora puliti sapendo che questa è una strada difficile e ricordando che lavorare in politica significa non arricchirsi, ma servire la giustizia e la povera gente». Lavorare in quello spirito di riconciliazione e di pace che è stato ancora una volta ricordato dal cardinale ieri mattina in Duomo. Prendendo lo spunto dalla prima lettura della Messa, il Libro del Numeri («Il Signore /accio brillare il suo volto su di te e ti sia propizio, il Signore rivolga su di te il suo volto e ti dia pace*) padre Ballestrero ha commentato: «Il dono della pace nasce dentro l'uomo, nasce dall'accoglienza del Signore nelle circostanze concrete della nostra vita». Ha ricordato che anche secondo il messaggio del Papa la pace cammina con i giovani • invitati da Maria ad accogliere Cristo nel rispetto e nell'amore per gli altri»; ed ha infine ammonito: «Cfci crede nel Signore accoglie la sua legge: nessuno uomo ha il diritto di versare il sangue degli altri». Una chitarra, una fiaccola, tanto entusiasmo: il Sermig ha cantato cosi la sua speranza |>er l'KS
Persone citate: Ballestrero, Ernesto Olivero, Gesù, Olivero, Panno
Luoghi citati: Asmara
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