Strage di Natale, solo tra 2 mesi si saprà quale esplosivo fu usato 1 ■ — ■ . -.. --■ ■— ■■ .——— -—— JBl. di Vincenzo Tessandori

Strage di Natale, solo tra 2 mesi si saprà quale esplosivo fu usato 1 ■ — ■ . -.. --■ ■— ■■ .——— -—— JBl. Il terzo identikit per ora non viene diffuso per evitare equivoci Strage di Natale, solo tra 2 mesi si saprà quale esplosivo fu usato 1 ■ — ■ . -.. --■ ■— ■■ .——— -—— JBl. Potrebbe trattarsi delP«Anfo», impiegato nelle cave - Indagini a tappeto su vendita e furti di questo materiale DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — L'attentatore assassino che ha deposto la valigia con la bomba sul rapido Napoli-Milano ha agito, a quanto pare, senza troppo preoccuparsi di passare inosservato: sarebbe rimasto a lungo seduto sullo strapuntino — dove più tardi è scoppiato l'ordigno — sotto gli occhi del passeggeri e del controllori, le cui testimonianze hanno consentito di tracciare due Identikit mentre un terzo lo hanno composto gli inquirenti di Firenze. Sempre appare un giovane uomo sui 30 anni, barbuto,' capelli castani, media statura. Un personaggio comune e sconosciuto, a quanto sembra, perché quel volto manca fra le centinaia di foto segnaletiche di terroristi rossi e neri, presunti o confessi, conservate negli archivi di polizia e carabinieri. Per il momento, ad ogni modo, il terzo ritratto non viene diffuso perché, spiegava ieri mattina il procuratore della Repubblica di Bologna, dott. Ouido Marino, •potrebbe ingenerare equivoci'. Fra due mesi, forse meno, ha detto il dott. Marino, i periti dovrebbero fornire alla magistratura le prime risposte sulla bomba. Le indicazioni, si osservava ieri a palazzo di giustizia, farebbero pensare a un ordigno confezionato con esplosivo per uso civile, forse l'«Anfo>, impiegato talora nelle cave o per gli sbancamenti nei lavori stradali. Da Roma hanno iniziato un' indagine «a tappeto» per arrivare a un quadro completo delle vendite e dei furti avvenuti nel depositi negli ultimi mesi. Caretteristiche di questo tipo di materiale sono la limitata -brisanza-, cioè la potenza distruttiva, e la capacità di espansione: farebbe ritenere verosimile questa ipotesi la vettura «tagliata in due». Domenica e lunedi scoisi, ancora a Roma e poi a Milano, indagini dei magistrati fiorentini Piero Luigi Vigna e Gabriele Chelazzi, che Indagano sui quattro attentati • avvenuti fra il 1974 e 1"83 sulla tratta ferroviaria fra Bologna e Firenze. Fra i personaggi di spicco dell'eversione nera i magistrati hanno già ascoltato Mario Tuti. Adesso toccherà a Sergio Calore, grande sospettato della strage di Bologna e, di nuovo, a Tuti. Da questi interrogatori gli inquirenti sperano di poter avere utili indicazioni. L'attenzione del giudici sembra rivolta soprattutto agli estremisti toscani, molti dei quali rimasero coinvolti in passato nelle indagini sugli attentati. Fra costoro, a conclusione di una serie di perquisizioni, è finito nei guai, per una pistola cai. 7,65, Francesco Bumbaca, 45 anni, di Addis Aoeba, politicamen- te nato nella Milano «sanbabilina»: con altri fu coinvolto nell'indagine per gli attentati firmati nel 1974 da Ordine nero, gruppo comandato da Augusto Candii, uomo dei «servizi» deviati e amico personale, si assicura, di Licio Gelli. E' ora in carcere in attesa del processo. Per il pos¬ sesso di tre proiettili e stato, invece, condannato a una multa di 366 mila lire e scarcerato, Franco Albiani, 50 anni, già impiegato della Cisnal, L'ombra dell'ex capo della P2 si allunga inquietante su troppi episodi misteriosi, fanno notare alcuni inquirenti. Lido Gelli è sospettato di non essere estraneo alla strage del 2 agosto '80 alla stazione di Bologna, ed è coinvolto in un processo per calunnia contro il gen. Pietro Musumeci, ex vicecapo del Sismi. La posizione di Gelli è stralciata, gli atti sono stati depositati l'altro giorno dal dott. Libero Mancuso. sostituto procuratore della Repubblica. Con il generalo sono rinviati a giudizio, davanti al tribunale di Bologna. 11 col. Giuseppe Belmonte, c il latitante Francesco Pazienza. 39 anni, un tempo legato n doppio o triplo filo con molli illustri personaggi politici, protagonista non secondario nell'affaire Cirillo. Attività principale degli imputati di questo processo parallelo, chiarisce il dott. Mancuso, era «l'impegno costante e sistematico a deviare le indagini'. L'episodio, del gennaio 1981, doveva «indirizzare» i giudici clic indagavano sul massacro nlla stazione. Venne lasciata .sull'espresso Taranto-Milano una valigia con esplosivo, anni e documenti. Gli uòmini dei .servizi» fecero saperr che i responsabili erano tedeschi: ed erano gli stessi della strage. «La fonte delle loro informazioni, dissero a una prima verifica, sarebbe stato un malavitoso di messa tacca di Taranto, già ucciso', ricorda il dott. Mancuso. Poi, sotto le contestazioni del magistrati, non riuscirono più a indicare fonti verosimili. Forse il processo chiarirà qualcosa. Vincenzo Tessandori Bologna. Gli auguri del sindaco a Clementina Berilli c Vincenza Napolitano, ferite nell'attentato