Pozze di scogliera un mare di sorprese

Pozze di scogliera un mare di sorprese Pozze di scogliera un mare di sorprese LE pozze d'acqua più o meno profonde create dai blocchi messi a protezione dei moli o delle dighe foranee e le buche delle scogliere naturali sono l'habitat ideale per motelle, scorfani, ghiozzi, corvine, gronghi, anguille, gamberi, favelli, cicale di scoglio e, periodicamente, polpi, cefali, saraghi maggiori Elemento necessario per questa pesca di ricerca 6 la conoscenza della scogliera, della quale dobbiamo esaminare due zone: una molto vicina al mare per pescarvi in condizioni di calma, e un'altra retrostante per cercare le prede in caso di mare mosso. Un'ispezione diurna non ci mostrerà completamente la conformazione della buca; per individuare crepacci e anfratti più profondi e comunicanti col mare occorrerà una torcia, di notte. L'attrezzatura è semplice: cento metri di lenza dello 060 avvolta su un sughero rettangolare, piombi da 50 a 100 grammi di forma compatta, tipo quelli da bolentlno a base quadrata, ami di diverse misure e forme. Importante la lunghezza del terminale, che non dovrà essere superiore ai 20 centimetri. In questo modo è possibile evitare incagli, ricevere immediatamente l'abbocco della preda, ferrare con tempestività e recuperare. Scelta la buca, svolgiamo diversi metri di filo e facciamo discendere lentamente la lenza dosandone la velocità di scorrimento con il pollice e l'indice. Giunto 11 piombo alla profondità voluta, ne recupereremo 10 centimetri, attendendo un'abboccata. In caso di incoccio del solo amo, dobbiamo attendere che il moto ondoso ci aluti nel disincaglio, mentre ci dedicheremo ad un'altra buca con un'altra lenza. Se dopo diversi minuti la situazione è rimasta invariata, dobbiamo procedere di forza. Il più delle volte l'amo sotto una costante trazione si raddrizzerà liberandosi: se non avviene avremo perso solo un corto terminale. Se è il piombo a rimanere incastrata lo si libererà con una forcella montata su un'asta. Le prede più interessanti della pesca di buca sono la mote Ila, lo scorfano, 11 ghiozzo e la corvina. Oli esemplari di motella (Onos tricirratus) sono sui 25 centimetri e hanno carni pregiate se consumate entro 24 ore. Per tentarne la cattura, nei mesi che vanno da novembre ad aprile e preferibilmente di notte, si usa una lenza madre dello 060, piombo di 100 grammi, calamento lungo 20 centimetri dello 030, amo del n. 2 innescato con granchlolino, pezzi di favollo, gamberetto grìgio, sardina. Granchi e favoli si retinano facilmente nell'ultima ora di marea montante e nella prima ora della successiva marea calante. Nelle altre ore bisogna Immergere i retini innescati con trance di baccalà, pescetti interi o pane raffermo: insieme a granchi e favoli! prenderemo cosi anche i gamberetti. L'abbocco della motella è seguito da alcuni strattoni: non ci resta che ferrare e recuperare. Lo scorfano di scoglio (Scorpaena porcili) è ideale per la zuppa di pesce. Per catturarlo, la lenza può essere la stessa Impiegata per la motella, anche con gli stessi ami: come esca vanno bene il granchio, i gamberi e trance di ghiozzo. I ghiozzi 'Gobi ti» cobi Hai si pescano con una lenza più sottile, piombo di 30-40 grammi, amo del 12 a gambo corto innescando gambero, sardina, vermi. La corvina fCOrrinft nìgra) è ina'pjff^se dalle carni' molto delicate e fini, adatto alla cattura a vapore negli esemplari attorno ai 500 grammi: se pesano di più, sono ottimi bolliti o al forno. Si pesca tutto l'anno anche se è più attiva da luglio a novembre: esca prìncipe il gamberetto, innescato intero su ami del n. 3 a gambo lungo. Impiegando lenza madre dello 050, piombo di 50-60 grammi, terminale dello 030. Per tentarne la cattura di giorno il momento più adatto è la fase ultima di una marea montante. Pier Luigi Morelli a nu

Persone citate: Pier Luigi Morelli