Il garofano non si ammalerà più

Il garofano non si ammalerà più Il garofano non si ammalerà più IL nore più popolare non solo in Italia (1800 ettari di coltivazione), ma in Europa e forse nel mondo è il garofano. Grazie ad accurati lavori di miglioramento genetico, sembrano lontani i tempi in cui era «scoppione»: 11 calice presentava una fessurazione (mascherata con un triangolino di carta verde) e lo stelo era talmente esile da doverlo rinforzare con un filo di ferro. Si diceva anche che portasse sfortuna, tanto che i direttori di teatro lo Inviavano alle attrici di cui volevano liberarsi. Nel 1717 l'inglese Thomas Fairchild ottenne il primo ibrido incrociando il Dianthus caryophyllus con il D. barbata* (il garofano dei poeti). Dà allora incredibili trasformazioni hanno interessato il flore degli dei (Dianthus deriva da anthos - fiore e dios - dio), realizzate da numerosi ibridatori tra cui spiccano molti liguri: Moro, Aicardi e Mansuino (ormai morti). Baratte, Brea, Nobbio e Sappia (viventi e assai attivi), gli unici al mondo, a parte un produttore francese, a introdurre continuamente sul mercato varietà di garofano sempre più pregiate che si conservano in acqua, in vaso, in casa, anche 17 giorni. Recentemente un gruppo di ricercatori dell'Istituto di patologìa vegetale dell'Università di Torino ha identificato un gene In grado di trasmettere la resistenza'al Fusarium oxysporum dianthi, agente di una grave malattia fungina, flagello delle coltivazioni di garofano. Gli ibridatori hanno subito inserito questo carattere nelle loro varietà. Più che le nostre coltivazioni, sono quelle colombiane a soffrire di più, perché le condizioni ambientali favoriscono la diffusione del Fusarium. Quattro sono gli ecotipi di garofano mediterraneo le cui talee, a milioni, partono dalla Riviera Ligure dirette in tutto il mondo: — A gran flore, con 70-80 petali dai colori vivacissimi o delicati petali molto frangiati ottenuti da incroci con D. plumarius originario dell'Europa orientale, D. superbus, a fiore di colore viola, jD. deltoides, strisciante, a fiore di colore rosa e D. chinensis che ha conferito le screziature di colore tipiche di molte varietà. Su ogni petalo appaiono tre colori diversi. — Spray, cioè a mazzetti con 7-8 fiori sul medesimo stelo. Il loro pregio consiste nell'avere almeno quattro fiori distanti qualche centimetro l'uno dall'altro che si aprono contemporàneamente. — MlnlRlvIera. dal fiore assai grazioso, minuto, con un diametro di 4-5 centimetri. E una varietà molto produttiva (50-70 fiori per pianta), adatta a rimanere in coltura per due anni con¬ cisazione: nel 1938 l'americano William Sim ottenne un ecotipo di garofano (a cui diede il suo nome) caratterizzato da In terne-di molto lunghi, foglie molto larghe, un accestimento molto pronunciato e sensibilità notevole alle basse temperature. Nel 1950 questo garofano venne Introdotto in Italia, ma si rivelò particolarmente suscettibile alla malattia causata dal Fusarium oxysporum. Per questo motivo è andato sempre più diminuendo di importanza, tanto che oggi non viene neppure quotato sul Mercato di Sanremo. secutivi In base al diametro del fiore, dal più piccolo al più grande, viene classificata in lilliput, mignon, mini e midi Un ibridato re ha poi dato ai garofani lilliput i nomi dei sette nani un altro ha definito 1 midi con le parole cinesi «Mei Ling», «Mei Schang» per sottolineare la presenza del D. chinensìs tra le specie usate per la loro costituzione. — Border, gli ultimi nati, che hanno come progenitore un garofano inglese da bordura e sono assai singolari per la loro forma. Parlando del garofano è ancora necessaria una pre¬ Elena Accatì

Luoghi citati: Europa, Italia, Sanremo, Torino