Platini non si sente pensionato

ir francese ammette le difficoltà finora incontrate ma promette riscatto ir francese ammette le difficoltà finora incontrate ma promette riscatto Platini non si sente pensionato Il sogno del Napoli ha cinque nemici Marchesi esamina la l Il Verona prova otta per lo scudetto - «La dei colpi. Vince chi limita i danni nel periodo di appannamento della forma, chi ha nervi più saldi e reagisce meglio, sul piano temperamentale e psicologico, ai primi sbandamenti, ai passi falsi. Sia il Napoli che l'Inter hanno la loro forza nel gioco a stantuffo dei laterali: Bagni e De Napoli fra i partenopei, Piracclni e Matteoli fra i nerazzurri. Sono gli autentici «polmoni». Se non sroppieranno potranno tenere, a distanza di sicurezza le inseguitici, ma il pericolo esiste (specie per l'Inter che a marzo si ritufferà in Europa) e in caso di cedimento si vedrà come il collettivo ed i ricambi sapranno assorbirlo. Il Napoli di Bianchi l'anno scorso aveva 18 punti, due in meno di adesso, dopo la 13*. Al giro di boa fini a quota 20 e, nella fase d'avvio del ritorno, conquistò appena due punti in quattro incontri. Il momento-no si esaurì ai primi di marzo, consentendo agli azzurri di piazzarsi terzi con il diritto di partecipare alla Coppa Uefa. Nella Juventus, con poche eccezioni, Trapattoni riusciva a far rendere al massimo i bianconeri nella seconda parte del campionato. Riuscirà a ripetersi con l'Inter? Neppure Trapattoni, che scopre i nerazzurri di partita in partita, sa dare una risposta. Giriamo la domanda a Rino Marchesi che conosce bene sia l'ambiente napoletano, dove ha operato in due fasi distinte, sia quello interista dove è stato un anno in panchina, e che. nonostante,,! problemi che deve affrontare alla Juventus, non depone le armi. Cosi domenica Ascoli-Brescia; AvellinoEmpoli, Como-Mllan, Fiorentina-Napoli, Inter-Atalanta; Juventus-Verona; Sampdoria-Roma; UdineseTorino. La classifica Napoli p. 20; Inter 18; Milan, Juventus e Verona 16; Roma 15; Sampdoria e Como 14; Avellino 13; Torino 12; Brescia, Fiorentina e Empoli 9; A tal anta 8; Ascoli 7; Udinese 3. Udinese penalizzata di nove punti. con il Paluani Chi Juve non si è arresa» -Anche quando c'ero io — osserva Marchesi —, il Napoli Ita fatto le cose migliori nel girone di ritorno. Inoltre è l'unica città, fra quelle che occupano i primi sei posti in graduatoria, a non aver mai vinto uno scudetto. Il potenziale della squadra è notevole, c'è convinzione e tutto gira per il verso giusto. L'entusiasmo dell'ambiente ha consentito di superare momenti negativi, però la gente non s'accontenta. L'Inter ha due punte che nessun'altra compagine può vantare ed un libero come Passarella da 7-10 gol all'anno. Quando allenavo i nerazzurri c'era solo Altobelli ed arrivammo terzi. Inoltre, in panchina c'è Trapattoni i cui metodi sono collauda Ossimi*. — Napoli-Inter sino in fondo? •Le altre non sono rassegnate a fare le comparse, tanto meno noi. Il campionato resta apertissimo. Perfino il titolo invernale è ancora da assegnare. — E la sua Juventus merita fiducia? • Molta. Vedo come si allenano i miei giocatori. Non ci sono cedimenti né fisici né morali. La determinazione è intatta. In estate avevo impostato una preparazione sul fondo e, sul piano atletico, siamo destinati a crescere ed a reggere per le restanti 17 giornate, smentendo chi ci dà già tagliati fuori.. — Il Milan, dopo la batosta di Marassi, ha trovato un passo regolare. Durerà? •A volte certe botte fanno bene. Anche noi a,M'arassi abbiamo preso una mazzata. Il Milan, comunque, non è una sorpresa. Si era rinforzato più di tutte e potenzialmente non è inferiore a nessun'altra. Lo stesso vale per la Roma. Dopo quanto ha fatto nel campionato scorso, c'è da aspettarsi di tutto.. — Ci saranno clamorose sorprese? • Credo molto nella Sampdoria. Ha superato il periodo più delicato e si sta esprimendo su livelli notevoli. Il Torino? Recuperando Kieft è da zona Uefa. Negli ultimi anni mai il campionato era stato così equilibrato a largo raggio. Ogni partita è sema pronostico e la media-scudetto si abbasserà a 42-43 punti. hievo (3-1) le mosse tsdèpnctcltEpccgcr «Stavo male, questo mi ha frenato» - «Troppa gente si preoccupa solo di non far segnare e viene lo stesso celebrata» - «La Juve? E' impossibile ripetere grandi imprese ogni anno» Alla Juveiperò, siete rimasti in pochi a saper fare passaggi giusti... «Ormai c'è troppa gente tra gli avversari che si preoccupa soltanto di impedircelo e spesso a costoro si riserva una notorietà analoga a chi ha segnato un bel gol». La Juve non è più quella dell'anno scorso: di che cosa soffre, qual è la sua diagnosi? «Da ogni parte leggo considerazioni di questo genere ma non si può vincere ogni anno uno scudetto e la Coppa Intercontinentale. Quando si compiono grandi imprese, diventa difficile ripetersi». L'eccessivo attaccamento alla classifica, provocato dal muoversi di interessi sempre più cospicui, ha fatto sì che gli allenatori siano diventati una sorta di speculatori del calcio, ben più impegnati a evitare gol piuttosto che a segnarne. E la conseguenza è stata quella di trasformare il cosiddetto campionato più bello del mondo in quello più monotono e brutto. Plàtini riflette un attimo, poi concorda: «E' proprio cosi, in effetti non si vedono più prodezze genuine. Gli stessi stranieri non riescono a esprimersi al meglio: soprattutto quelli arrivati tre o quattro anni fa danno l'impressione di non avere grandi traguardi davanti». Una riflessione-boomerang: Platini, si rende conto che questa è la sua peggiore annata da quando si trova in Italia? La risposta è brevissima, inequivocabile: «Si». E qual è il suo auspicio? «Che finisca presto. D'altra parte non è stata una sorpresa, avevo previsto tutte queste difficoltà. Stavo male, soffrivo a giocare». E adesso? «Va meglio, credo che tutto, sia superato». Tanti, forse troppi credono che la Juve si stia concedendo il lusso di un Platini in pensione. «Non me ne importa, li lascio dire. Se ne accorgeranno». Ci elenchi qualche giocatore straniero che vorrebbe venisse in Italia. La risposta consiste dapprima in una smorfia, tipica del soggetto quando l'argomento non è di quelli più idonei a sollecitare il suo interesse. «Sul momento, non saprei dire — ribatte quindi il francese — però spero che qualcuno venga presto, in modo che possa vederlo sul campo. Altrimenti va a finire che lo osserverò alla televisione o dalla tribuna». Ha vinto le tre ultime edizioni del •Pallone d'oro.: nessuno più di Platini, pertanto, sembra indicato a formulare previsioni circa il destinatario del prestigioso riconoscimento il cui nome si conoscerà soltanto domani. Favoritissimo è Butragueilo ma il centrocampista juventino non è d'accordo: «E io Invece 10 darei ad Altobelli, per simpatia e per 11 fatto che ha segnato un po' dappertutto, in campionato, in Coppa, al Mondiali. Purtroppo, però, la sua squadra non ha mai vinto niente e la giuria tiene conto anche di questo». La conversazione volge al termine, si scivola su argomenti più leggeri. Ad esempio, si parla di simpatia, un tasto abbastanza dolente, che inesorabilmente divide i tifosi juventini dalla maggior parte degli addetti ai lavori. Le battute fioccano, l'ultima — indubbiamente efficace — è del nostro interlocutore: «Quando avrò vinto anche l'Oscar della simpatia vorrà dire che sarò definitivamente sepolto». di PIERCARLO ALFQNSETTI TORINO — La mattina è bella, come tante negli ultimi tempi. La Juve consuma allenandosi la vacanza proposta dal campionato e i bianconeri, ai quali è toccato di trascorrere sul campo gran parte delle festività natalizie, non vedono l'ora di guadagnare l'uscita per accelerare la partenza alla volta di un tardivo week-end. Martedì suonerà come sempre la tromba dell'adunata e le ore di riposo sono poche. Stranamente, soltanto Platini non mostra fretta. Esce tranquillo, addirittura (e la sorpresa non è poca) dopo silenzi lunghi e carichi di freddezza durati settimane si concede sorridente alla curiosità dei giornalisti. Anche in questo va controcorrente. Si parla di •Pallone d'oro., di stranieri, di Juve e, ovviamente, di Platini. Tanto vale allora cominciare da quest'ultimo punto, che sta cosi a cuore ai tifosi. Gli chiediamo perché non segni più gol importanti, decisivi. Ci guarda stupito, quasi non avesse mai pensato alla circostanza, poi risponde con una battuta: «E' vero, ma una risposta non ve la so proprio dare. Se avessi saputo che ci tenevate tanto, avrei provveduto. Ma perché, il terzo gol con l'Avellino o il quinto con l'Ascoli non sono stati forse molto importanti?». Prevede evoluzioni decisive per il calcio del futuro? «No, perché il buon football resterà una cosa molto semplice, fatta di passaggi giusti che consentano di segnare un gol al momento giusto. Purtroppo, non sempre si riesce. Contro la Germania, noi francesi avremmo potuto realizzare 10 reti e abbiamo perso la partita». Festa in più per il tecnico contro l'Atalanta I buoni risultati internazionali non bastano al tecnico