Crippa, la chiamano «Grinta» di Donata Gianeri

bimbi in tv Con l'ultimo Marivaux è balzata nell'empireo delle grandi attrici bimbi in tv Con l'ultimo Marivaux è balzata nell'empireo delle grandi attrici Signori delle mosche Crippa, la chiamano «Grinta» Bimbi televisivi miei, io al vostro posto avrei fatto di peggio. Opportunità cosi, in televisione, anche solo dieci anni fa, potevate scordarvele. Eppure già allora, presagio di tanta iattura, pensavo che non ci fosse nulla di peggio dello «Zecchino d'oro». Eppure cantavate soltanto: adesso tate di tutto. Bimbi televisivi che avete farcito il mio Natale e dintorni, già lo sapevate che amo Erode, perché farmelo di nuovo tirare in ballo? Bimbivideo, più rileggo I miei appunti, più mi rendo conto che questi giorni sono stati per voi un'orgia, un baccanale, un bagordo, una gozzoviglia, arriverei a dire uno stravizio. Mi terrorizza l'idea del Capodanno videoimminente. Videobimbi: non c'è vostra categoria che non sia stata rappresentata. Dal Piccolo Alpino strappacuore (va ancora scritto maiuscolo, anziché essere cancellato), al granitico piccolo terremotato furiano evocato dal tristo Fraiese. Bimbi casalinghi di una volta che sanno il Catechismo (e vanno a mille in piazza Navona, ma in diecimila allo «Zecchino») a far concorrenza ai bimbi gridati da Sandra Milo, già nomati ••piccoli tens» come a suggerire Baglioni contro i Duran Duran e chi strilla di più ha vinto. Bimbi ieratici dell'Antoniano (solo peccati veniali) che fin dalle nove del mio videomattino natalizio fanno lega con i gracili nazisti del « Trólser Knabenchor-, di Monaco e i minuti sturmtruppisti del 'Mozart Sanger Enaben» di Vienna, per trionfare in quel requiem di Trent'annl della nostra storia* con cui Rete Uno ha concluso la mia Santa Serata: tutti in nero, anche Romina con alle spalle il consorte Al Bano che faceva gli scongiuri tra gli eredi meravigliosamente somiglianti al nonno Tyrone Power. Bimbi-Berlusconi, simili ai blmbi-Bonaccorti per via del melenso di rigore, comune a Mike Bongiorno, ma più avanti avidi quindi per via dei giochi dove potevano vincere come grandi. Né consegue: bimbi sac centi, bimbi scriventi lettere sempre ecologiche, bimbi Maurizio Costanzo e quindi più impertinenti, bimbi per onore di firma della Costa d'Avorio (pardon, m'è scappato il telecomando: stessa ora, ma Rete Tre) e si ntor na a Natale 5 dove Babbo Natale, ahimè, non è più Rivera ma Beruschi. Bimbi televisivi miei, fate tesoro dell'esperienza e ricordate che quest'anno vi hanno promossi prolagoni sti, ma anche inflitto il peggio che purtroppo è toccato anche a noi neil'ora di massima audience. Due volte vi hanno proiettato il film 'L'iso/a del tesoro' (ma Tedi zione migliore è iniziata ol tre mezzanotte); e vi hanno infinocchiato con I rimasugli pellicolari di Shirley Tempie, 'bimba prodigio in un'epoca di divi adulti surgelati: e inflitto «Scarpette rosse», colpevolizzato coi 'martiri' sapienti del circo, frastornati con Lassie, blanditi con Aiazzone che adesso non ve ne importa nulla, ma quando crescerete (si spera male, malissimo) almeno un salotto all'anno-ve lo comprerete alla' memoria. Bimbitv miei, vi hanno anche vestito come si usava una, volta: classico. Nelle recite scolastiche natalizie, andava molto il pantalone alla zuava e la scarpa di vernice, adesso sul video infuria il piumottomoncler e la tlmberlanda. E vi hanno fatto leggere le solite, impeccabili lettere scritte dal papà, spesso dal maestro, peggio dall'assessore al turismo. Bimbi miei televisivi, io so che di nascosto, a Santo Stefano, vi siete visti su Telemontecarlo il film «The Blues Brothers' e sono certo che, dal prossimo anno, voi prenderete la vostra vita pubblica in modo un po' più demenziale, al minimo come a «Drive In-. E magari verrete in diretta almeno con occhiali scuri da sole, un po' ubriachi, foto di Serena Grandi da regalare, fustini pieni di biancheria delle ragazze fast-food, e Gigi Sabani al rogo... Fate un po' voi. In questi giorni, voi siete stati «/ signori delle mosche'. In tv non vi danno credito, ma voi spiegate che 6 il primo romanzo di William Golding che poi ha vinto il Premio Nobel. Tratta di un gruppo di bimbi naufraghi che si autogoverna, c'è mica da scherzare. Sono pieno di speranza: vi auguro Buon 1988 (ottantotto, l'anno prossimo dico) e non mi Importa se sarò la vostra prima vittima. i pEmio Donaggio «Quando affronto una parte posso provare anche per 12 ore al giorno, in magnifico isolamento» H tenero maschiaccio d'un tempo ha occhi stellanti, capelli cortissimi spazzolati all'indietro e si presenta all'appuntamento vestito da diva: l'abito color oro antico fasolante e firmato, la pelliccia di volpi, i lunghi orecchini pendenti, un tocco di lucldalabbra, un nonsoché di fard ciclamino sulle palpebre, qualche anello che brilla sulle dita magre. Eppure, sotto sotto, malgrado il successo, Maddalena Crippa è rimasta quella che era: la tradisce il passo da bersagliere, la larga e brianzola, qualche battuta grossa qua e la e la sua profonda risata di gola. Certo qualcosa, in lei, è cambiato: a soli ventotto anni la Maddalena detta anche "Grinta, è entrata d'un balzo nell'empireo delle grandi attrici, prima con la Commedia della seduzione diretta da Ronconi, quindi con II trionfo dell'amore diretto da Vitez: di cui è la straordinaria protagonista che resiste in scena per tre atti di seguito, passando con disinvoltura dalla tenerezza alla crudeltà, dai languori veri a quelli simulati, dalla voce femminile e suadente a quella maschile e brusca, il tutto accompagnato da una mimica travolgente che non le da mai 11 tempo di riprender fiato sinché non le scendono impercettibili rivoli di sudore lungo le tempie e i capelli le si incollano alla nuca. Ogni sera, dice, deve cambiar come minimo tre camicie, madide. Nonostante ciò sarebbe disposta a ricominciare subito tutto perché la fatica non la spaventa. «Quando si tratta d'una fa- degli altri. Inoltre, far la parte dell'uomo per me è stata una pacchia, il sogno di tutta la mia vita. Da piccola mi chiamavano maschiaccio». — L'hanno anche soprannominata «Grinta» per la sua testardaggine: questo spettacolo, mi sembra, l'ha inseguito e voluto con tutte le sue forze. •E' vero: quando al Piccolo formarono il cast per Marivaux si dimenticarono completamente di me. Allora mi precipitai a Milano, ma Vitez era già partito per Grenoble. E io lo inseguii a Grenoble con una valigia piena di tutte le critiche favorevoli che avevo ottenuto nella Commedia della seduzione, con Ronconi. Ho saputo essere cosi convincènte che una settimana dopo la parte era mia». — E ora? •Sarà dura. Perché quando hai avuto la sensazione di raggiungere l'estasi, di entrare nel paradiso terrestre, è molto faticoso ridiscendere col piedi sulla terra a contatto col problemi della più squallida quotidianità. Appena avrò finito con Vitez, riprenderò Le ragazze di Lisistrata sino a maggio. Può sembrare un bel salto e in effetti lo è. Ma, come diceva Peter Brook, non è tanto importante quello che si fa, quanto come lo si fa. E poi, vede, in Italia è molto difficile mantenersi a galla, nel senso che non si è protetti come negli altri Paesi, ciascuno deve badare a se stesso e alla propria immagine Cosi a me serve anche interpretare Le ragazze di Liststrata con Maddalena Crippa scritto a caratteri cubitali sul cartellone e, magari, venti passaggi televisivi Purtroppo, la gente finisce col conoscerti per queste cose qui. Ma c'è sempre la speranza che poi la stessa gente, venga a vederti in Marivaux». — Dicono che lei, quando affronta una parte, vi si attacchi come un cane all'osso e non la lasci più sinché non l'ha sviscerata, rivoltata, fatta ssa. «Vero: sono capace di starmene li e provare magari dodici ore al giorno, come ho fatto con Colenda, sinché mi viene da piangere: e allora mi metto 11 e piango come un vitello, smisuratamente. Poi, passa: e riprendo a lavorare. Quando provo, mi chiudo in un magnifico isolamento, non faccio niente che non sia lo spettacolo, non leggo neppure i giornali. Recupero in seguito e non mi sento in colpa». — E quando vive? «Beh. certo, ogni tanto ti nascono delle voglie più umane, come quella di farsi una famiglia, mettere al mondo un figlio, vivere la vita di tutte. Ora sto da due anni con un ragazzo, Fabio, che per fortuna fa da moderatore alla mia libidine teatrale, mi riconcilia con il resto della vita quando la mia monomania lavorativa rischia di straripare, è 11 mìo tramite con la normalità, il mio punto di contatto con il buon equilibrio delle cose. Io sono un po' un animale a senso unico, non riesco ad essere attenta a tutto ed è lui a farmi conoscere cose che altrimenti mi sfuggirebbero. Gli debbo tutti i miei momenti magici». Maddalena Crippa: «Il successo è un brutto mostro» Per chi farlo, perché farlo, come farlo. Pensi: un mattino ci siamo incontrati con questo signore che conoscevamo appena, che parlava l'italiano a stento, pronti per le prove a tavolino, come usa. Ma lui ci ha subito spiazzati, dicendo: niente lettura a tavolino, subito sul palcoscenico. On va commencer tout de suite: vite et mal. Da quel momento in poi, siamo entrati in un'altra dimensione». — Che cosa ha imparato? «A calarmi nelle diverse personalità senza finzione: Chi inganna dev'essere più vero del vero, altrimenti non gli crederà nessuno, mi diceva. Soltanto cosi sono riuscita a passare da un estremo all'altro, da Don Giovanni a Raskolnikov a Santa Maria Goretti. Quando rivelo la mia passione di giovinetto, quando svelo 11 mio amore di fanciulla, non mento mai: anzi, mi diverte questo gioco crudelissimo coi sentimenti tica positiva, messa a frutto e distribuita durante tutto lo spettacolo, invece di stancarti ti dà gioia, la possiedi, ci credi. Per due mesi abbiamo provato due ore al giorno con ritmi massacranti, ma alla fine si è creato tra noi un legame talmente magico che alla prova generale slamo rimasti tutti 11, immobili, ebbri di felicità». — Poi, è venuto il successo. «Il successo? E' un brutto mostro che non ha niente a che fare con l'intimo di una persona. A me interessa il lavoro in se stesso, non tanto il riconoscimento che avviene li per 11 e poi magari si dilegua. La mia libidine è unicamente creativa». — Il suo incontro con Vitez è stato dunque fondamentale. •Per me ha significato tutto: la possibilità a noi spesso negata in Italia della dignità di questo lavoro, cioè il ritrovarne l'autentico significato. Donata Gianeri

Luoghi citati: Costa D'avorio, Italia, La Maddalena, Milano, Monaco, Vienna