Sessanfanni fa, Lindbergh stupendo balzo sull'oceano

Sessanfanni fa, Lindbergh stupendo balzo sull'oceano Sessanfanni fa, Lindbergh stupendo balzo sull'oceano Ho volato molto basso, finché vi era luce: a cinque o sei metri appena dall'acqua. Poi, scesa la notte, salii fino a tremila metri. Il mare è bello, ma alla lunga stanca. Perciò la mia gioia fu grande quando, scorgendo delle coste dentellate, capii che era la Francia. Ho fatto un eccellente viaggio e con un tempo migliore di quello che avevo immaginato. Devo tale risultato al mio apparecchio che non mi ha causato nessuna noto». Cosi raccontò Charles Lindbergh dopo il suo balzo senza scalo da New York a Parigi a bordo dello Spirito/ Saint Louis, Nel maggio 1937 percorse 3625 miglia in 33 ore e mezza Nella storia dell'aviazione, dall'alba del mondo in cui Icaro aveva sognato le ali, Lindbergh compiva un'altra tappa. Pilota postale coraggioso, Lindbergh volava quasi ogni giorno, anche con tempo proibitivo, per distribuire i sacchi di corrispondenza. L'idea del balzo sull'Atlantico gli era venuta durante il lavoro, anche stimolato da Raymond Ortez, proprietario d'una catena d'alberghi, il quale aveva promesso 25 mila dollari a chi fosse riuscito, volando senza scalo, a congiungere New York e Parigi. L'Atlantico era stato sorvolato sin dal 1919. ma a tappe. I tentativi di molti coraggiosi per evitare scali, per superare le distanze che parevano enormi, avevano avuto tragiche conclusioni. Non più di tre settimane prima del volo di Lindbergh, Nungesser e Coli, sperimentati aviatori francesi, erano periti cimentandosi nella traversata dell'oceano da Parigi a New York. Quasi tutti puntavano su grossi aerei biplani, possenti ma pesanti. Quel ragazzo di 25 anni sceglieva invece un agile monoplano. Quindicimila dollari gli erano appena giunti come finanziamento di un comitato istituito per lui a Saint Louis. Ripagò il gesto dando il nome della città all'aereo, promettendo che ce l'avrebbe fatta contro i venti, il sonno, la solitudine. Un'esitazione lo colse al decollo: «... la pista si accorcia a vista d'occhio... qualche secondo per decidere: chiudere il gas o tirare diritto? La decisione errata significa andare a sbattere in fondo al campo, forse in fiamme. Tiro indietro deciso e le ruote si staccano da terra: I tecnici trattenevano il respiro. Parti. Erano le 7,52 del 20 maggio 1927. Tenne una media di 190 all'ora. Parigi, quasi certa del suo successo, lo aspettava per il trionfo. La tv non esisteva e la scena dell'arrivo è fissata in pochi saltellanti fotogrammi, rarità da cineteca. Il Voyager che tornava dal'suo formidabile tour ci è entrato in salotto sul video. Per Lindbergh si dovette lavorare molto per preparargli una sorpresa strepitosa di quei tempi: parlare con sua madre. Una comunicazione radiotelefonica venne innestata su Detroit e Lindbergh. udita la voce della madre, le disse: -All right» (Va tutto bene). E lei: «7 am so happy. I hope to kiss you soon(Sono cosi felice. Spero di baciarti presto). Poche parole, un prodigio tecnico che oggi fa sorridere. Lindbergh si salvò a stento all'aeroporto: travolto da una marea umana entusiasta, fanatica, corse il rischio di soffocare e di vedere il suo aereo in pezzi. Si improvvisarono allora tanti falsi Lindbergh per confondere la folla; «E' qui, da questa parte, ecco Il pilotai», e la fiumana si spostava a «Aidate lasciando Io spazio per portare in salvo lui e proteggere l'apparecchio dal quale già avevano prelevato lembi di tela come cimeli. Le prime parole: «Giunto sul territorio francese, ho cominciato a scorgere i fari del Bourget mentre mi trovavo a circa trenta miglia dalla fine del viaggio. Poi vidi la Torre Eiffel SI stava commuovendo quell'uomo forte che tutti ammirarono nell'ora del trionfo e videro poi distrutto quando gli rapirono e uccisero il figlio in un «giallo» infame che sconvolse il mondo. Lindbergh si disse consapevole d'aver compiuto una tappa storica e aggiunse: 'Anche se non oggi, sì potrebbe fare il giro del mondo senza scalo. E' solo un problema tecnico». Mentre l'America sta per iniziare, tra pochi giorni, le celebrazióni del 60° dell'impresa di Lindbergh. il Voyager ha realizzato quella sua idea E' di Leonardo la frase : «Pigllerà il suo primo volo empiendo l'universo di stupore». Renzo Rossotti

Luoghi citati: America, Francia, New York, Parigi