Spadolini: pronti a discutere, ma...

Spadolini: pronti a discutere, ma... Spadolini: pronti a discutere, ma... Ho sempre creduto in un rapporto essenziale fra socialisti e repubblicani. Quando ho assunto la segreteria del pri sette anni fa, nel settembre del 1979, esisteva uno stato di «incomunicabilità» fra psi e pri. Per un complesso di ragioni in cui influiva la stessa valutazione dell'emergenza (una parola, per la verità, coniata insieme da Nennl e La Malfa: lo abbiamo ricordato in un importante convegno storico dedicato ai due uomini poche settimane fa). Quello stato di incomunicabilità fu rotto. La stessa posizione di comune astensione rispetto al primo governo Cossiga consenti di tessere la tela che portò nel marzo 1980 al tripartito, al primo governo dove sociali¬ sti e repubblicani rappresentavano l'intera area laica (e fu appunto il tripartito Cossiga) attraverso una certa azione di comuni opzioni anche internazionali, in cui si iscrive la scelta degli euromissili compiuta congiuntamente alla Germania di Schmidt: scelta in cui l'adesione del psi fu fondamentale, non soltanto dal punto di vista numerico. Non ci sarebbe stata alternanza laica alla guida del governo senza il rappordo psi-pri. E" stato ricordato più volte quanto ha pesato la presidenza Per tini nel rendere possibile questo tentativo di sbloccare almeno parzialmente la vita italiana, di sostituire con l'alternanza l'alternativa, che non appariva — in quanto estesa a tutte le forze di sinistra — a portata di mano allora e non appare a portata di mano neppure oggi. E in un Paese dove in ogni caso occorrevano e occorrono segni di novità e di movimento. Lo stesso governo Craxi, Inserendosi in quella linea, è stato possibile perché il pri — pur beneficiario del maggior successo elettorale fra i laici nel giugno '83 — ha assecondato il relativo sforzo, in forma di garanzia programmatica e di garanzia politica serbate con coerenza e fedeltà. E spesso a costo di impopolarità. Il travàglio, e le difficoltà di questi anni non hanno mai appannato nei repubblicani la coscienza di quell'essenziale raccordo fra psi e pri: lo abbiamo dimostrato anche durante la crisi del luglio scorso, mediante un opportuno collegamento con gli altri partiti laici, liberali e socialdemocratici. Non nel senso di collocarci tutti nell'area socialista (fu l'errore del partito d'azione, o meglio della mag¬ gioranza del partito d'azione, pagato anche troppo alto) ma nel senso di tendere tutti ad allargare l'area di democrazia laica, in modo da trasformare i valori dell'«Italia di minoranza» in una più vasta cultura di governo. Ora in una recente manifestazione il vicesegretario del psi Martelli ha detto parole che noi condividiamo: mOltre l'alleanza riformista, ma coerente con essa, c'è l'alleanza col partito repubblicano. Ci vuole un dibattito sui temi che esso propone*: l'Occidente, il meccanismo di sviluppo, 11 Mezzogiorno, la questione morale, il rapporto con la de e il no alla sua egemonia. Slamo d'accordo su questi temi di dibattito e di confronto, a cominciare da quello fondamentale dell'Occidente e del modello occidentale di sviluppo. Siamo pronti a discutere. in qualunque sede. Ma abbiamo troppo orgoglio della nostra storia per immaginare di dissolvere l'identità repubblicana nel gran crogiuolo del partito o cartello laico indifferenziato, figlio del sistema uninominale. Un esempio. Nessuno potrebbe chiederci di aderire a talune iniziative di movimento del psi (sul nucleare o su altro) per la stessa ragione che impedisce a noi di chiedere ai socialisti un si alle impostazioni tipiche della battaglia repubblicana. Possiamo e dobbiamo individuare, semmai, forme di convergenza operativa, nella salvaguardia di uno spazio politico intermedio, che non può essere abbandonato alla morsa soffocante del bipolarismo. A condizione che fra noi e i socialisti valga, per sempre, la regola del rispetto reciproco. Giovanni Spadolini

Persone citate: Cossiga, Craxi, Giovanni Spadolini, La Malfa, Schmidt, Spadolini

Luoghi citati: Germania, Italia