In 500 sfidano il Sahara di Enrico Singer

In 5QO sfidano il Sahara iim ■'■ ■ Parte stanotte, dal castello di Versailles, la nona edizione della Parigi-Dakar — — ■-- ■ — ■ - - In 5QO sfidano il Sahara iim ■'■ ■ Ventini tappe per percorrere 13 mila chilometri - La manifestazione è sopravvissuta alla tragica fine del suo inventore Al via ci sono settantatré Parigi — Questa notte, nella piazza d'Armi del castello di Versailles tra le auto, le moto e 1 camion con i motori Imballati, non ci sarà Thierry Sabine con la sua tuta bianca a gridare il «via». L'inventore della Parigi-Dakar è morto ne! deserto africano l'anno scorso: l'elicottero dal quale controllava la sua creatura, una delle gare più dure e avventurose del mondo, si schiantò contro una duna a sei giorni dall'arrivo. Ma la grande kermesse continua. Anzi, l'edizione '67, la nona della serie, si annuncia ancor più appassionante: con un record di partecipanti (500 equipaggi), con macchine speciali, con una carovana Interminabile di mezzi d'appoggio. Tutto lanciato per 13 mila chilometri divisi in ventuno tappe attraverso i Paesi del Sahel, fino alla capitale del Senegal. il fascino della corsa, e 11 segreto del suo successo, è proprio qui: nella sfida lanciata a una natura ostile, alla sabbia, alle tempeste di vento, seguendo piste appena tracciate. Una cavalcata che nessun rally classico, anche il più difficile, riesce a eguagliare. La storia delle Farigi-Dakar, cominciata nel '79 (allora partirono appena 87 moto e 80 auto), è fitta di abbandoni in massa, di incidenti, di concórrenti sperduti nel deserto: ne 11'82 rimase due giorni bloccato nella sabbia anche Mark Thatcher, il figlio del premier inglese. Adesso, dopo la morte di Thierry Sabine, per molti è diventata addirittura un'epopea dove contano, certo, la tecnologia e gli investimenti, ma più ancora il coraggio, la voglia di sentirsi per tre settimane dei moderni Lawrence d'Arabia. In Francia è una vera febbre: con pagine e pagine sui giornali con dirette televisive e guerre di sponsor. Nella notte di San Silvestro dell'8b (la partenza viene data alle 5 dopo un Capodanno passato all'aperto) gli spettatori erano in trecentomlla a fare muro lungo Yavenue de Parts. Oggi saranno forse più numerosi per applaudire 1 piloti-avventurieri che, da domani, potranno seguire soltanto attraverso immagini lontane: la prima tappa si concluderà a Barcellona e, da li, la carovana sbarcherà ad Algeri per poi puntare sul Sahara. Ma se per 1 francesi la Parigi-Dakar è un appuntamento che contende il primato ad armi pari con sport più popolari, come il calcio, il rugby q le corse di cavalli, la passione ha ormai contagiato tanti altri. Basta scorrere l'elenco del partecipanti: gli italiani sono 73: ventuno sulle moto, venti sui camion (una delle categorie particolari della gara) e 32 a bordo di sedici tra auto e «fuoristrada». CI sono nomi noti — come Picco, Flndanno, Balestrieri — e altri meno conosciuti. Anche questa è una caratteristica della Parìgi-Dakar: al piloti professionisti si mescolano centinaia di amatori, spesso personaggi dello spettacolo o del jet-set. Alle precedenti edizioni della corsa hanno partecipato Carolina di Monaco e suo fratello, il principe Alberto, l'attore Renato Pozzetto e il suo collega francese Claude Brasseur o 11 cantante Michel Sardou. Quest'anno, però, sono gli •sportivi puri» a fare la parte del leone. Per la prima volta a bordo di una piccola Lada (finora aveva pilotato Porsche e Mercedes) c'è Jacky Ickx, uno del veterani della Parigi-Dakar. E ancora piloti di «formula» come Patrick Tambay, o grandi dei rallies come Ari Vatanen, 11 «finlandese volante» che ritorna alle gare dopo l'incidente dell'anno scorso in Argentina e che sarà alla guida di una delle Peugeot 205 turbo 16 valvole, preparate per la corsa, con le quali la casa francese ha deciso di lanciarsi in una competizione di questo tipo. Un'altra «205» ufficiale sarà guidata dall'italiano Zanussi In coppia con il kenyiota Metha. Ma la Parigi-Dakar di quest'anno è anche un omaggio a Thierry Sabi¬ ne e all'altra vittima dell'incidente d'elicotterro del 14 gennaio '86: 11 cantante Daniel Balavolne, Daniel era uno degli Idoli del giovani francesi. Aveva partecipato alla corsa prima da protagonista, poi nel gruppo degli organizzatori con un compito particolare: quello sociale, dell'aiuto alle popolazioni del Paesi, quasi tutti poverissimi, attraversati dalla luccicante carovana. Il contrasto tra 1 miliardi spesi per la grande kermesse e la situazione del Sahel assetato e affamato è stata sempre stridente. Ha sollevato anche delle polemiche aspre. Così' Sabine e Belar voine avevano deciso di investire una parte del guadagni in aiuti economici. E il 14 gennaio prossimo, nell'anniversario della loro morte, tre impianti per 11 pompàggio dell'acqua saranno consegnati a Gao, nel Mali. E' uno degli impegni presi dal tre personaggi che hanno raccolto l'eredità di Thierry Sabine: suo padre, Gilbert (ahche lui e§ pJUpta), Patrick Verdoy (da sempre numero due dell'organizzazione deBaTgara) e René Metge, che ha vinto tre. edizioni della Parigi-Dakar e ora ne è diventato il direttore tecnico. Mi; il primo impegno era quello di tenere in vita la corsa dell'avventura: una sfida che è già riuscita. Enrico Singer Parigi. L'imponente parco macchine della Parigi-Dakar davanti al castello di Versailles. Nel riquadro alcuni concorrenti polacchi (Tel.)