Un brindisi con tutto il mondo di Giampiero Paviolo

Un brindisi con fatto il mondo Abbraccio ideale a San Silvestro con gli oltre 15 mila stranieri che vivono a Torino Un brindisi con fatto il mondo Sono 127 i Paesi rappresentati nella nostra città - Usanze, costumi e velate nostalgie - Partecipano alla festa anche musulmani e cinesi pur avendo calendari diversi Spumante e un po' di nostalgia. Per gli stranieri residenti a Torino, Capodanno è si un'occasione di festa, ma anche un buon motivo per tornare a vecchie tradizioni, mai sepolte nella naftalina della memoria. Quanti sono? Ufficialmente 11.083, in rappresentanza di 127 Paesi. In realtà, molti di più: -Almeno 15 mila, anche se i clandestini sono diminuiti: confermano in Comune. A mezzanotte, Giovanni Tsantilis, greco, alzerà il bicchiere nel suo ristorante di via Donlzetti: <£ magari penserò alla monetina che dalle mie parti mettiamo nell'impasto della torta: chi la trova è il fortunato dell'anno». Nello stesso momento, davanti alle tavole imbandite del suo locale, brinderà anche Winta Fong: -In Cina si festeggerà il giorno 19, quando si passerà dall'anno del leone a quello del coniglio. La nostra tradizione sceglie sempre nomi di animali o alberi, ognuno ha il suo significato. Ma noi ormai siamo abituati agli usi europei*. Winta Fong ha preparato un menu a base di involtini, granchi e gamberi, nidi di rondine e l'immancabile bubu, l'anatra ripiena. Naturalmente, riso cantonese a volontà. Rezazadeh Nasser, iraniano, quasi dottore in medicina. Anche per lui non è un vero Capodanno: «Noi musulmani festeggiamo il 21 marzo. Anche il calendario è sfalsato, stiamo vivendo nel 1402.. La comunità iraniana è divisa dalle vicende politiche del Paese: .Purtroppo ci si trova a gruppetti, tanto per partecipare alla vostra alle¬ gria. Ma il nostro sogno è che l'anno nuovo porti la fine della guerra. Sapesse quante bello, da noi, il Capodanno: facciamo festa grande per tredici giorni.. • Anche per Magdl A bel Azim, capo carismatico della comunità egiziana, la festa è sfalsata, ma non per questo meno intensa: -Perché mai? Partecipiamo alla vostra gioia, perfino i musulmani pili rigorosi brindano con gli altri, naturalmente col bicchiere colmo di una bibita analcolica. Certo, cambia soprattutto il menu: da noi sono di rigore cuscus e kbab, un piatto ài carne di vitello e montone: Se fida Stalkanovic, leader del nomadi slavi residenti a Torino, darà il via alla grande baldoria nel campo di via Druento. Gli occhi furbi si illuminano in una gioia che non conosce rimpianti: «Le nostre tradizioni ce le portiamo in giro per il mondo. La sera passeremo da una roulotte all'altra, a scambiarci gli àuguri. Poi danzeremo e balleremo fino all'alba alla musica di chitarre e fisarmoniche, qualcuno canterà, altri si ubriacheranno. I nostri fuochi non si spegneranno, continueranno d cuocere agnelli, maiali, vitelli». Una porta si apre sul futuro, sogni e aspettative continuano a mischiarsi a brandelli di storia. Come quella, antica, della comunità albanese sbarcata in Calabria, Molise, Sicilia, Basilicata nel 1478 e ancor oggi ricca di una vita propria. Spiega Giovanni Bugliari, leader del folto gruppo torinese: «Ci ritroveremo davanti alla sede di piazza Cavour, e aspetteremo insieme il nuovo anno. Niente di straordinario, ma a volte basta poter scambiare gli auguri nella propria lingua per creare il clima di allegria». Nostalgia, la sottile sensazione che accompagnerà il brindisi di John Frisone, sorvegliante al Bit, una vita trascorsa a New York: «Mi trovo bene in Italia, però da noi è tutta un'altra cosà, c'è più gioia. Forse i torinesi sono troppo attenti al portafogli. Seco, a Capodanno New York è come Napoli». José Julian Ricca, console del Paraguay, è d'accordo: •Si, anche in Sud America l'atmosfera è più coinvolgente. Tanto che, se le condizioni economiche lo permettono, molti preferiscono passare le feste laggiù». C'è anche chi non avrà tempo o voglia per brindare: gli studenti impegnati a racimolare qualche soldo nei ristoranti, i molti che soffrono, i tremila clandestini che anche stasera trascineranno per le vie della città il loro fardello. E chissà quale festa per lo sconosciuto cittadino di Sri Lanka, l'unico residente nella nostra città: nel suo bicchiere, forse, cercherà il calore della sua isola lontana. Giampiero Paviolo

Persone citate: Fong, Giovanni Bugliari, Giovanni Tsantilis, John Frisone, José Julian, Nasser, Rezazadeh, Winta Fong