Ceausescu perseguita gli ungheresi

Cifiysesgif pegsegwfq gli«ngiieffesi Si leva la protesta antigovernativa della minoranza magiara in Transilvania Cifiysesgif pegsegwfq gli«ngiieffesi • \ " v 'i . Sono circa due milioni, ma la loro influenza è quasi nulla - Scioperi (e licenziamenti) dopo il razionamento del | pane e la caduta dei salari - Sequestrate le pubblicazioni anti-regime - Le denunce di Budapest e delle Chiese lì Ri NOSTRO SERVIZIO VTENNAjT— Nel primi giorni di novèmbre ci sono stati scioperi in molte città della Transilvania a causa di un nuovo (j raziqriamento del pane (trecento grammi al giorno) e a, una caduta. Intorno" af Wpér cento, dei salari degli operai del combinat meccanici di Cluj. la cui produzióne è [stata inferiore a quella prevista dal Piano. Fermate^ del lavoro sono anche avvenute nelle città di Turda. BràsoV, Timisoara e Arad, dove vive gran parte della minoranza ungherese di Romania. Secondo" Informazioni della -Stampa, ungherese di Transilvania »? una pubblicazione clandestina. 25 scioperanti, appartenenti alla minoranza ungherese, sono spariti a Cluj, altri sono stati licenziati, in particolare nel la fabbrica alirr.entare «Tehnofrig.. In quella stessa città. Il lavoro sarebbe ripreso dopo la consegna di prodotti alimentari agli operai In sciopero. La politica di integrazione forzata, che personalità ungheresi denunciano da anni, in Romania sta assumendo forme sempre più brutali. I monumenti storici ungheresi, numerosi in questa regione, sono In stato di abbandono. A Brasov, 1 libri ungheresi sono stati ritirati dalle biblioteche municipali e distrutti; la parrocchia protestante di questa città ha dovuto privarsi del suol preziosi archivi storici che sono stati trasferiti a Bucarest. Aggiunta alle misure discriminatorie, la carenza di generi alimentari, divenuta ormai una regola, suscita un moto di malcontento che di giorno in giorno si manifesta sempre più apertamente. Il 1° novembre scorso volantini che incitavano alla «ri¬ colta contro il regime Ceausescu», chiedevano .carne e pane» e recavano slogan come «abbasso la dittatura di Ceausescu» sono stati scoperti a Cluj. A dispetto delle rassicuranti prese di posizione ufficiali, l dirigenti ungheresi sono sempre più preoccupati della sorte dei loro compatrioti di Romania (da 1.7 a 2 milioni). In apertura della tèrza Conferenza del Csce (Conferenza per la sicurezza e la cooperazione In Europa) a Vienna 11 4 novembre scorso, 11 ministro degli Esteri ungherese Peter Varkonyl ha sottolineato l'Importante ruolo delle minoranze etniche In quanto «ponti» tra gli Stati. Varkonyl, rispettando le regole del gioco tra Paesi comunisti fratelli, non ha citato là Romania, ma negli ambienti della Csce ci si aspetta che Budapest getti sul cavolo della conferenza stessa il problema della minoranza ungherese In Romania nelle sedute a porte chiuse dedicate al famoso •terzo cesto». In numerosi articoli pubblicati di recente nella stampa ungherese 11 problema viene già posto senza mezzi termini. L'organo del partito ungherese, Nepszabadsag, pur condannando le .accuse malevoli» dell'opposizione che rimprovera al regime di Budapest di non difendere 1 diritti della minoranza ungherese In Romania, rileva tuttavia 1 .termini inquietanti, con 1 quali vengono applicati gli Impegni presi dalla Romania nel confronti delle minoranze e le serie •divergenze» al riguardo tra Budapest e Bucarest. Radio Budapest parla di incidenti alla frontiera ungaro-romena di cui sono stati vittime ungheresi che volevano recarsi in Transilvania per ve¬ dere 1 loro parenti ai primi di novembre. Al confine è di regola un'attesa da 10 a 12 ore. Le Chiese non cattoliche degli ungheresi hanno pubblicato prima di Natale una dichiarazione comune che esprime la «loro ingutetudine» riguardo agli ungheresi-romeni. E citavano «informazioni sfavorevoli» e «episodi penosi per un Paese vicino legato all'Ungheria da una storia secolare». Una disputa si preannuncta anche tra Belgrado e Bucarest per quanto riguarda le minoranze serba e croata, egualmente minacciate di integrazione forzata in Romania. La stampa jugoslava sta pubblicando numerosi articoli di critica severa alle condizioni di vita della minoranza serba che conta circa 80 mila persone. Waltrand Barily Cop) righi «Le Monde» e per l'Italia «la Stampa»

Persone citate: Arad, Ceausescu