Con Wilson alla Scala Salomè diventa Alice di Luigi Rossi

Con Wilson alla Scala Salomè (Svento Alice Il coreografo è regista dì Strauss, canta Martori Con Wilson alla Scala Salomè (Svento Alice Personaggi sdoppiati: cantanti e mimi - Debutto l'I 1 gennaio MILANO — Bob Wilson è alla Scala dove sta affrontando la preparazione del più atteso spettacolo del nuovo anno, la «Salomè» di Richard Strauss che andrà in scena ni gennaio con la direzione di Kent Nagano e con Eva Marton come protagonista. Wilson ha poco più di quarant'anni, ma può considerarsi ormai 11 padre spirituale e artistico di molta avanguardia moderna e post-moderna, particolarmente nel settore della danza. Senza di lui non ci sarebbero Carolyn Carlson e Lucinda Chllds e forse neppure Pina Bausch avrebbe avuto l'evoluzione teatrale che ha compiuto dalla sua partenza col Teatrodanza tedesco di Essen ad oggi. Eppure, alle origini della biografia di Wilson non troviamo nomi di coreografi o di maestri di ballo. Semmai l'artista texano ha cominciato come pittore (e qui Infatti curerà anche la scenografia, oltre alle importantissime luci in collaborazione con Beverly Emmons) e si è poi gradualmente avvicinato alla dimensione danza. N«n per niente la sua prima opera, del 1965, s'Intitola proprio «Dance event». Anche Bob Wilson ha sognato e sogna la vecchia utopia della fusione delle arti nell'evento teatrale ove le tradizionali divisioni di generi sono state ampiamente superate e frantumate. Ma il suo primo impatto col teatro, per sua stessa confessione, fu negativo per quanto riguarda la prosa e l'opera, ma altamente positivo per la danza, soprattutto per Balanchine e Cunningham. Quest'ultimo influenzò particolarmente Wilson nella sua ossessione del gesto minimale, lento e ripetitivo, dilatato nel teihpo fino a creare spettacoli della durata di sei ore («Einstein in the beach», visto anche in Italia), di dodici ore («The life of. Joseph Stalin^.per raggiungere la straordinaria performance di sette giorni e sette notti a Persepoli con «Ka Mountain end Garde- nia terrace» del 1972. Stavolta Bob Wilson dovrà accontentarsi di una normale serata in un atto e ripiegare sull'opera che ha dichiarato di odiare, come ha fatto del resto già a Parigi con «Elettra» dello stesso Strauss. Ma con lui pensare di vedere uno spettacolo tradizionale sarebbe veramente eccessivo. Infatti, per quanto se ne sa dal riserbo che ha finora mantenuto in proposito, la sua «Salomè» verrà realizzata per lo meno su due piani di rappresentazione: quello dei cantanti veri e propri (fermi cene in forma da concerto) e quello dei mimi che li «doppieranno» per cosi dire. In particolare il personaggio di Salomè, che ha già affascinato Oscar Wilde nel suo decadentistico testo su cui si basa l'opera, verrà visto da Wilson attraverso molteplici angolazioni: bambina (addirittura Alice nel paese delle meraviglie) come personificazione dell'ingenuità. 0: donna (semplicità), cortigiana (seduzione) per finire con l'assassina. Anche altri personaggi sono spesso raddoppiati e triplicati: Ero- diade è la tradizionale prima donna in abito sontuoso oppure un ambiguo mimo. Le componenti trasformistiche dei personaggi saranno sottolineate dallo stilista e costumista Gianni Versace nei suoi elegantissimi figurini. Il mistero e l'ambiguità della principessa della Galilea trovano naturalmente uno dei momenti magici nella famosa «danza dei sette veli». Qui la seduzione di Salomè corrisponderà a quella di Isadora Duncan. forse perché l'ultimo velo che ha ghermito la leggendaria danzatrice è stato quello della morte che l'ha strangolata sulla Promenade des Anglais a Nizza. Naturalmente i risvolti psicanalitici immanenti nella trama della figliastra di Erode invitano a nozze Bob Wilson che li sfrutterà sicuramente a fondo. Ma per saperne di più bisognerà attendere la sua presentazione ufficiale che effettuerà per gli «Amici della Scala» il 10 gennaio, naturalmente circondato da psicanalisti e antropoioghi, oltre che da storici e da critici. Luigi Rossi II costume alla Rita Hayworth disegnato da Versace per Erodiade

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