Un piano per ripulire l'Italia di Liliana Madeo

Un piano per ripulire l'Italia Varato un decreto su richiesta del ministero per l'Ambiente Un piano per ripulire l'Italia I Comuni hanno tempo fino al 30 giugno per realizzare le nuove discariche - Lo Stato potrà intervenire in caso di ritardi - Incentivi e crediti per gii inceneritori ROMA — 'Un piano per ripulire l'Italia'. Cosi il ministro dell'Ambiente .Frana) De Lorenzo ha definito il suo decretò legge che ieri sera il Consiglio dei ministri ha varato, proprio alla vigilia del termine ultimo per adeguare alle norme di sicurezza gli impianti di smaltimento dei rifiuti. A partire dal 31 dicembre sarebbe diventata illegale l'attuale rete di discariche abusive e di inceneritori dove ogni anno scompaiono — senza che nessun controllo venga effettuato — milioni di tonnellate di rifiuti (4 milioni sarebbero soltanto quelli tossici e nocivi). Il provvedimento è fortemente innovativo. Introduce il principio che sono 'di preminente interesse nazionale' tutti gli interventi necessari per pianificare, realizzare, potenziare e rendere funzionale il sistema di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali, e gli interventi diretti a favorire il riciclo e il riutilizzo dei rifiuti, l'estrazione delle materie utilizzabili la produzione di energia, la bonifica delle aree inquinate. Quindi, né proroghe né invito alla proliferazione delle discariche né ulteriore comprensione per le difficoltà che gli stessi Comuni hanno finora incontrato anche quando volevano agire e gli mancavano gli strumenti finanziari o gli si parava contro la macchinosità delle procedure. Adesso, se gli Enti locali non provvedono in tempo, ci penserà lo Stato. E ad intervenire concretamente, con piani, progettazioni impianti, entrano in scena i privati con concessioni a - società a prevalente partecipazione statale', alle quali il ministero dell'Ambiente può ricorrere per attuare la legge. Il 1987 dovrebbe essere l'anno entro cui si volta pagina in tutta questa materia. Il provvedimento comunque, ancor prima della sua nascita, aveva suscitato polemiche. Infatti in un comunicato diffuso dall'associazione ecologista «Amici della Terra» il decreto legge viene accusato di illegittimità, in quanto «il governo può proporre disegni di legge, non decreti-legge, di proroga e deve farlo almeno 45 giorni prima della scadenza'. In questo caso, invece, affermano gli «Amici della Terra», il governo 'ha presentato un decreto legge che proroga la validità della Tabella c addirittura 15 giorni dopo la sua scadenza'. Alle 5 e mezza del pomeriggio, l'ora fissata per la riunione del Consiglio dei ministri. De Lorenzo — var¬ cando il portone di Palazzo Chigi — ha detto: »0 il provvedimento viene varato, e cambia tutto il sistèma che regola la materia, e ti va concretamente contro' i fattori che hanno prodotto lo stato di emergenza igienicoambientale in cui viviamo, oppure io non dò nessuna proroga e mi dimetto: Portava con sé lo schema del decreto legge — 14 cartelle dattiloscritte. 10 articoli — che. egli sostiene, 'rivoluziona il sistema'. Ha raccontato: 'Della gravità della situazione, e dell'impossibilità di continuare sulla strada dei rinvii e delle proroghe, ho parlato da tempo. A novembre ho mandato una lettera a Craxi. Il 14 di quel mese ho svolto una relazione davanti al Consiglio dei ministri, dove ho avuto sostegno e incoraggiamento a proseguire con misure innovative. Allora si parlò di situazione indifferibile, di legittimo utilizzo dei privati. Ho avvisato della situazione i presidenti della Camera e del Senato: A norma di legge, dal 31 dicembre, soltanto 4 o 5 di¬ scariche potrebbero continuare a funzionare nella legalità..Tutte le altre, sarebbero fuorilegge e andrebbero chiuse, n rischio ambientale" è altissimo. Il Paese è costellato di discariche non bonificate. «i«re bombe chimiche' insiste il ministro. Nel mese di novembre, quando tenne la sua relazione davanti al Consiglio dei ministri, egli fece una previsione di spesa di 3 mila miliardi. La norma adesso varata fissa due nuovi termini, del 30 giugno e del 30 settembre, entro i quali Comuni e Regioni devono approntare le delibere relative agli interventi necessari. «La mancata deliberazione nel termine suddetto equivale a formale richiesta di intervento del ministero dell'Ambiente'. dice l'art. 2 del testo di legge. Il ministero può quindi affidare progettazione, individuazione dei siti e assistenza tecnica a società concessionarie. Il placet di questi lavori spetta al ministero, che ne informa a sua volta le amministrazioni locali. Que¬ ste hanno un termine entro cui possono respingere, con proposta di alternative, il piano. Scaduto il termine, il piano è valido. '• --' Una serie di agevolazioni — esenzione da tasse, imposte, spese legali — affianca il capitolo dei costi e delle responsabilità di quanti si accingono a sostenere questi interventi. Per il finanziamento di tali imprese si istituisce presso la Banca Nazionale del Lavoro una Sezione autonoma per il credito ambientale, con un fondo di dotazione di 20 miliardi di lire. Alle imprese interessate si prospettano mutui fino a 10 anni. Nel caso delle società concessionarie si va ancora più avanti: perché possano trovare sul mercato finanziario 11 denaro che gli serve, in deroga ad ogni norma in materia, sono autorizzate ad emettere obbligazioni da ammortizzare entro 20 anni, equiparate ai titoli di Stato, e garantite dallo Stato per il rimborso del capitale e il pagamento degli interessi Liliana Madeo

Persone citate: Craxi, De Lorenzo

Luoghi citati: Italia, Italia', Roma