Il commissario antimafia accusa i politici e se ne va
Il commissario antimafia accasa i politici e se ne va Riccardo Boccia assumerà la presidenza di una società Italstat Il commissario antimafia accasa i politici e se ne va «Apparato statale ed enti locali sono impreparati se non addirittura conniventi con il nemico» ROMA — Dopo un anno e nove mesi, l'alto commissario per la lotta alla mafia Riccardo Boccia si è dimesso dall'importante incarico per assumere tra due settimane la presidenza di una società del gruppo Italstat. Al suo posto il Consiglio dei ministri ha nominato ieri l'attuale preletto di Catania, Pietro Verga. Sarebbe un normale avvicendamento, se negli ultimi mesi la gestione dell'organismo antimafia del governo da parte di Boccia non fosse stata avvelenata da polemiche. Di dimissioni di Boccia, sempre smentite dall'interessato, si è cominciato in effetti a parlare fin dalla scorsa estate. A settembre poi è nato il caso della Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania. La commissione Antimafia ha ricevuto dal ministro Goria un dossier della Banca d'Italia nel quale si parla di rapporti tra la cassa calabrese e personaggi legati alla 'ndrangheta che avevano ricevuto crediti dall'istituto. Qualche tempo dopo si è scoperto che esiste un secondo rapporto più ampio nelle mani della procura della Repubblica di Cosenza. Ai magistrati lo ha spedito Boccia. Ma chi ha aggiunto le 13 pagine in più rispetto alla prima versione? L'alto commissario è chiamato a risponderne davanti alla commissione. L'ultima polemica è di fine ottobre. Boccia per conto del ministro dell'Interno Scalfaro prepara una relazione sullo stato della lotta antimafia. Il testo contiene valutazioni piuttosto critiche nei confronti del «potere politico», soprattutto di quello siciliano. Boccia scrive di un ■•apparato pubblico statuale ed enti locali assolutamente impreparati nel migliore dei casi se non addirittura conniventi con il nemico-. Davanti Via commissione Antimafia òcalfaro non legge questa parte della relazione. Ma. quando i giornali la pubblicano, le reazioni dei politici siciliani sono dure. E la commissione Antimafia dell'assemblea regionale siciliana chiede al ministro dell'Interno di intervenire per chiarire 11 senso di certe accuse. E' proprio Scalfaro a portare in Consiglio dei ministri la notizia delle dimissioni di Boccia. Nella lettera del 6 dicembre scorso in cui chiede •l'anticipato collocamento a riposo» a partire dal 10 gen- naio prossimo, il prefetto non fa alcun accenno alle sue precedenti affermazioni sul desiderio di restare in servizio fino all'ultimo. Dice soltanto che nel corso del suo ultimo impegno ha avuto modo di rendersi conto che 1 problemi del Mezzogiorno e della 'Contaminazione mafiosa' non possono risolversi «so/o con l'impiego della forza e della repressione; ma occorrono anche iniziative per il rilancio dell'economia. Da qui la sua decisione di accettare la presidenza di una società dell'Iti-lstar.. 'Che può avere un ruolo trainante in tale settore-. Sessantaquattro anni, napoletano di nascita, una laurea a Pisa, Riccardo Boccia è entrato nell'amministrazione dello Stato nel '47 percorrendone tutti i gradi. E' stato prefetto a Nuoro durante la crisi del banditismo, poi a Bologna nel periodo dell'.autonomia., quindi per tre anni e mezzo a Napoli nel pieno della guerra tra i clan della camorra. Il 22 marzo '83 è stato nominato dal governo Craxi commissario antimafia a Palermo in sostituzione di Emanuele De Francesco. Dal 24 gennaio scorso, ha diretto l'ufficio di raccordo informativo per la lotta alla camorra con sedi a Napoli. Reggio Calabria e Palermo. Pierluigi Franz
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