La tigre della Malesia in arrivo al Valentino
La tigre della Malesia in arrivo al Valentino Torino, sta nascendo il museo Emilio Salgari La tigre della Malesia in arrivo al Valentino La raccolta sarà inaugurata a marzo in via Bidone 33 TORINO — E' questione di qualche mese e poi a Torino, città dei musei unici (o quasi), dopo i Musei dell'Auto, della Montagna e del Cinema verrà inaugurata un'altra interessante raccolta, unica nel suo genere. Si tratta del Museo -Emilio Salgari', dedicato al grande e sfortunato romanziere, inventore di Sandokan, che visse e lavorò a Torino agli inizi del secolo e in questa stessa città mori, 75 anni fa, uccidendosi in modo orribile, sulle prime falde della collina, nei pressi di San Mauro. Principale promotore dell'iniziativa è un funzionario nell'amministrazione regionale: si chiama Giuseppe Motta, ha 47 anni e ricopre l'incarico di Capo Servizio Ragioneria all'Assessorato Sanità ed Assistenza. Nella sua veste di vice presidente dell'Associazione «Scuote officine serali.. Ente morale sorto cent'anni fa con l'obiettivo di aiutare i giovani negli studi. Motta sta riunendo gli oggetti personali dello scrittore: gli scrìtti autografi, le opere famose (decine e decine di titoli), le locandine dei film ispirati alle avventure di Sandokan, Tremai Nalk, Yanez e Kammamuri. Alla raccolta sono da aggiungere i racconti che Salgari scrisse sotto gli pseudonimi di Guido Landucci e di Capitan Romero, un navigatore reduce da mirabolanti avventure (lui che, in tutta la vita, non mise mai il naso fuori dall'Italia). Per questa sua modesta millanteria, Salgari venne anche sfidato a duello il 25 settembre 1885 (arma, la sciabola) da certo Giuseppe Biasioli, giornalista: una -singolar tenzone» che il sedicente capitano vinse, ma che gli provocò una condanna a trenta lire di multa «per ferite». Per quanto realizzata con l'aiuto del direttore della Biblioteca Civica, prof. Tamburini, e di altri volonterosi -Amici di Salgari» in procinto di costituirsi in omonima Associazione, l'opera di raccolta dei reperti e delle testimonianze riguardanti il creatore di Sandokan si presenta assai difficile, perché ben poco rimane di quest'uomo che visse in estrema povertà, perseguitato di debiti e dalla sfortuna. Comunque sono già nelle mani degli «Amici», gli occhiali dello scrittore, il mantello, 11 bastone da passeggio, l'astuccio, il calamaio e la penna dalla quale si sprigionarono le avventure incredibili che fecero di Salgari l'idolo dei ragazzi del suo tempo e delle generazioni successive. E' stata, anzi, proprio la considerazione di quanto abbia «pesato» nella vita dei giovani questo viaggiatore della fantasia e dell'invenzione a suggerire a Motta e ai suoi collaboratori l'idea del Museo. Nelle previsioni dei fondatori, il Museo, aperto a tutti, dovrebbe divenire soprattutto meta di visite dei ragazzi delle scuole. Già gli allievi dell'elementare «Emilio Salgari» di via Lussin;piccolo, hanno risposto con entusiasmo all'iniziativa, coordinati dalla direttrice che fa parte anch'essa del gruppo promotore. La sede del museo (che dovrebbe essere aperto a marzo) è già stata individuata: la sede dell'associazione -Scuole officine serali» in via Bidone 33, all'angolo con via Ormea. Una grande sala dove il pubblico potrà rivisitare la figura e l'opera dello scrittore, affiancata da un salone, In cui verranno proiettate le avventure della -Tigre di Mompracem». m. boc.
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