A Bolzano la multa-record per evasione: 160 miliardi di Giancarlo Ansaloni

A Bolzano la nwlta*re€ord per evasione: 160 miliardi Una holding svìzzera non denunciava gli utili A Bolzano la nwlta*re€ord per evasione: 160 miliardi Con il commercio di vini non ha versato 40 miliardi all'erario DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BOLZANO — Una società ah'ónirntf che' già' dpefWln territorio rtaliantj,'ma'''cc4i casar,niSdrir ta^Bvizze'ffi^h'a probabilmente battuto li record nazionale di evasione fiscale (qualcosa come 40 miliardi) e con esso anche il primato per la più grossa multa per evasione fiscale mai inflitta dalla Guardia di finanza: 160 miliardi. E' accaduto a Bolzano dove le' Fiamme Gialle hanno portato a termine una clamorosa operazione nella lotta all'evasione in tutto l'Alto Adige. A finire nel mirino dei controlli con conseguenti guai (semmai lo Stato riuscirà a incassare districandosi nel groviglio delle legislazioni' fiscali Internazionali) è una holding che si occupa di commercio di vini: la *SA. Ralle Schenk*, società anonima che opera come detto a Bolzano ma con casa-madre In territorio elvetico. L'Inchiesta si è protratta per mesi e mesi, era iniziata in maggio nel corso del severi controlli collegati allo scandalo del vino al metanolo. I finanzieri erano andati a compiere verifiche in tutte le aziende che commerciano vino e, per un puro caso, avevano scoperto che in un edificio del centro cittadino era stata allestita la centrale operativa di una holding svizzera che in Italia si occu¬ pa, o meglio si occupava, di commercio di -vini. Glc«mcld~apydtlto^ùrfafcto di essere costituita irrsocietà fmàrizlàtìa'strarlier^, la mS. A. Bolle Schenk* avrebbe omesso di denunciare al fisco ricavi per oltre 40 miliardi, con conseguente multa da capogiro: 160 miliardi, ai quali vanno aggiunti 600 milioni da versare subito, trattandosi di violazioni di carattere formale. Non era infatti stata tenuta neppure la contabilità. Si è scoperto che con ordine da Bolzano venivano spedite navi da carico di vino In Inghilterra, in Germania e in America. Un'attività intensa che si svolgeva nel capoluogo altoatesino all'ombra però di una società svizzera. La chiave di volta del meccanismo consisteva grosso modo in questo: veniva utilizzata la figura giuridica della cosiddetta «stabile organizzazione», prevista in una convenzione italo-elvetlca per quelle società che operino in entrambi 1 Paesi. Con questa particolare forma, si tende ad evitare la doppia imposizione fiscale, cioè l'obbligo di pagare le tasse in entrambi 1 Paesi. C'è il rischio però che qualcuno ne approfitti per non pagare né dall'una né dall'altra parte. In particolare la -Rolle Schenk* di Bolzano per non pagare le imposte in Italia avrebbe dovuto limi¬ tarsi, come prescrive l'arti colo : 4 della convenzione, «al mero acquisto delle merci in nome: e .per. conto della società madre; Invece la stabile organizzazione di Bolzano acquistava e vendeva il prodotto stipulando pure contratti di compravendita. Il proprietario dell'appartamento e rappresentante legale in Italia della holding è uno svizzero, Johannes Zogg (58 anni, di Grabs) che aveva trasformato l'alloggio in un ufficio attrezzassimo, dove le telescriventi funzionavano in continuazione. Era stato proprio il loro ticchettio a insospettire 1 finanzieri entrati per caso nel giroscala. Lo Zogg sarebbe attualmente ricoverato in una clinica svizzera. Probabilmente non tornerà a Bolzano visto che è dal mese di maggio che non sì è più fatto vivo in Alto. Adige. Se n'era andato dall'Italia (probabilmente in Africa) subito dopo la prima visita della Guardia di Finanza; rischia ora anche una condanna per violazione alla legge Vlsentini (la 516) che prevede una pena da sei mesi a sei anni, per omessa tenuta delle scritture contabili. La Guardia di Finanza ha ottenuto il sequestro cautelare dei beni intestati allo Zogg. Si tratta di due appartamenti. Giancarlo Ansaloni

Persone citate: Johannes Zogg, Rolle, Schenk, Zogg