Il teatro ha perso le unghie e la musica va in cerca d'idee

Il teatro ha perso le unghie e la musica va in cerca d'idee Bilancio di un anno di spettacolo: Londra Il teatro ha perso le unghie e la musica va in cerca d'idee Rimangono i grandi attori, che si ritrovano soprattutto alla televisione o al cinema LONDRA — Che bilancio si può fare per il 1986 nel mondo dello spettacolo? Premettendo che l'Inghilterra resta la patria del teatro, bisogna ammettere chu la prosa quest'anno ha sofferto. Si è visto come le megacommedie musicali strappalacrime abbiano preso il posto d'onore nel grandi teatri sovvenzionati. Cosi che i Miserabili alla Rovai Shakespeare Company e Bulli e pupe al teatro Nazionale hanno assorbito energie che avrebbero dovuto essere meglio riposte. Ma si è difeso il teatro commerciale, con nuove compagnie formate da grandi attori che hanno messo in scena spettacoli culturalmente e commercialmente di grande successo, come La casa di Bernaraa Alba di Gare la Lorca, per esempio, con Olenda Jackson e Joan Plowright. Ma alla fine dell'anno si può anche dire che è finita la Terreur, il regno di Robespierre-Peter Hall (al teatro Nazionale) e di Danton-Trevor Nunn alla compagnia shakespeariana di base al Barbican e a Stratford-on-Avon. Entrambi, spinti dallo scandalo per l'abuso delle loro mansioni, hanno dato le dimissioni e già tira un'aria migliore in tutt'e due le compagnie con l'impiego di una gamma di registi ai quali Peter Hall non dava spazio, e la ricerca di testi nuovi. Ma i commediografi di talento che l'Inghilterra sfornava una volta, sono spariti. Alan Bennett scrive commedie di scarsa qualità; Peter Shaeffer fa molti soldi solleticando la borghesia culturalmente pigra; Peter Nicols, amareggiato, si è ritirato in campagna e scrive solo romanzi; John Osborne ha scelto di vivere in campagna vicino a Nicols e non scrive più. E' sparita la t>erve. La protesta, lo specchio dei tempi che cambiano non sono più sul palcoscenico. Rimangono gli attori, una generazione sta cre- scendo (sta prendendo spazio nel firmamento della prosa e del cinema). Ir. un certo senso era saltata una generazione, occupata di prepotenza dai .grandi-, da quel leoni che si erano presi lo spazio di un paio di generazioni in più, come Laurence Olivier, John Gielgud, Peggy Ashcroft. Gli attori Inglesi, grazie a ottime scuole, hanno uno stile ed un mestiere ancora imbattibile. Li ritroviamo alla televisione ed al cinema. Jeremy Irons non si distingue particolarmente nel film Missian. ma il cinema inglese quest'anno ha continuato la sua ripresa con buoni spettacoli anche se limitati in inventiva e con la mania inglese della nostalgia. Nostalgia del passato, dell'India ed una ricerca eccessiva della bella fotografia a tutti i costi, dell'immagine a scapito del contenuto. Ken Russell continua nel suo filone monotono di fanta-sadismo ed è In cantiere un ennesimo James Bond con un nuovo protagonista. Tini Dalton, attore di prosa e compagno (da anni) di Vanessa Redgrave, La musica Invece ha subito un duro colpo, specie nella lirica. Covent Garden si è afflosciata con una gestione stanca, mancanza di idee e di soldi. L'ultima trovata. Sansone, un oratorio di Haendel. rifatto come opera (perché mal non si sa, dato che un oratorio non ha azione, non è teatro e quindi non è opera) recita a teatro semi-vuoto. Si distinguono Invece le compagnie di lirica nella provincia. Quella di Cardiff ha dimostrato molta energia ed ha perfino Ingaggiato il tedesco Peter Stein per una memorabile regia dell'Otello di Verdi; il Ring di Cardiff era interessante anche se musicalmente debole. Il guaio con Londra è che Covent Garden ormai attrae un pubblico che di opera non sa niente e che, come al ristorante, accetta tutto. Ecco perché i ristoranti londinesi sono cari e pessimi. Cosi come l'opera lirica. Le orchestre sinfoniche vengono attaccate da tutte le parti, ma ciò non toglie che Londra rimanga il centro europeo — e forse mondiale — della musica sinfonica, anche perché le grandi case discografiche, persino la Deutsche Orammophon, incidono qui. Ogni sera il pubblico può scegliere tra quattro grandi auditori e varie sale minori. Le chiese pure sono diventate sedi di ottimi concerti (come St. John's. chiesa barocca usata specialmente dalla Bbc). La nuova gestione del South Bank vuole trasformare la Elizabeth HaU (1300 posti) da auditorio per concerti in sede per opera da camera. C'è da notare un raffreddamento del pubblico nei confronti della televisione. Forse perché la novità è scemata, gli inglesi tornano al cinema, al teatro, agli spettacoli, ma lentamente. Gaia Servadio Glenda Jackson in «La casa di Bernard» Alba» di lx>rca

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