Le «miracolose» telefonate dal Cremlino di Lia Wainstein
Le «miracolose» telefonate dal Cremlino .ii' iji iT . ■'. J'iu ii.i). UvlJaiSlW! .91:19 r.< Chiamando Sacharov^ Górbaciov ha rinnovato una pratica che risale a Stalin Le «miracolose» telefonate dal Cremlino Con la sua chiamata (di cut forse non conosceremo mai il contenuto completo) martedì scorso a Sacharov nell'appartamento di Gorklj, dopo che improvvisamente era stato riallacciato il telefono, Qorbactov ha rinnovato una tradizione, formatasi negli ultimi decenni. La telefonata del capo del Cremlino a un cittadino sovietico che si trova in una situazione difficile riveste un particolari?;' oìòWà\ analizzato dallo storico Mtchail Heller. Si tratta sempre, a suo parere, di «spiegare, insegnare, stimolare, ma innanzitutto di risanare, di guarire»; la parola dall'alto fa subito scomparire il male, quasi fosse un procedimento dotato di componenti magiche, poi riflesse nelle numerose leggende, sorte intomo alle telefonate di Stalin ad alcuni scrittori. . L'autorevolezza di chi chiamava bastava certo a conferire un'eccezionale importanza all'evento, pia i contemporanei e gli storici tendevano a considerare la conversazione con il capo un fatta miracoloso. Quanto afferma HeHeTjA.puO illustrare citando il caso di Michatl Bulgakov. Nei 1930, luu de «il maestro e Mary di persecuzioni^ flqrte delle autorità. Stalin allora gli telefonò e disse phe gli permetteva di- lavorare come aiuto,,regista. ,. ,M, , Malgrado l'esiguità.della concessione, l'effetto •taumaturgica. { evidentemente fu giudicato,durevole, se die. ci anni dopo, quando Bulgakov era morente, tre suoi amici scrissero al ^segretario personale di Stalin, Poskrebysev, supplicandolo di chiedere al dittatore di telefonare allo scrittore: «Solo una forte emozione positiva può far sperare nella sua salvezza», fu la loro motivazione. Assai piti complessa e fonte di «una anedottica sterminata» — come disse Anna Achmatava — e di versioni fanti è la tonata di Stalin a Pasternak alcuni "*<ifitmH-?W*rfcfte«. 14 maggio 1934 venne arrestato il poeta Osip Mandelstam, soprattutto, si diceva, a causa di alcuni versi satirici contenenti allusioni poco lusinghiere a Stalin. Non erano mai stati scritti, ma sarebbero stati recitati da Mandelstam a Pasternak che, rendendosi conto del pericolo, promise di non parlarne con nessuno. Rimase perciò scon¬ volto nell'apprendere dell'arresto. In seguito alla richiesta di Anna Achmatova, Pasternak si recò alla redazione delllzvestija da Bucharin, e questi scrisse a Stalin, aggiungendo che «anche Pasternak si preoccupa». L'iniziativa servì probabilmente a mitigare le decisioni delle autorità. Due seti Mantìè&iM; tre anni, fu inviato a Cerdyn. Ma in seguito al suo tentativo di suicidio Stalin la fece trasferire a Voronez, e quindi telefonò a Pasternak, alloggiato in un appartamento comunale. Il dittatore informò il poeta delle disposizioni prese e gli rimproverò di non essersi dato da fare per Mandelstam e di non essersi rivolto alle organizzazioni degli scrittori. Senza il suo intervento, ri- spose Pasternak, Stalin non avrebbe saputo quanto era successo, e precisò che «le organizzazioni degli scrittori non si occupavanp più di simili questioni sin dal 1927». Stalin chiese quindi con insistenza se Pasternak considerava Mandelstam «un amico e un grande poeta.. Temendo che volesse accertare se risposte elusive, poi propose à^Wktnbiarc argomento e ''di «parlare della vita e della morte». Stalin si limitò ad attaccare il ricevitore. Ogni tentativo di Pasternak, scontento di sé e profondamente scosso dalla brusca fine della conversazione — ricorda la sua compagna Olga Ivinskaja —, di chiamare a sua volta il Cremlino per riparlare con Stalin falli Lia Wainstein
Luoghi citati: Voronez
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