Dietro le quinte dell'alba Rai di Simonetta Robiony
Dietro le quinte dell'alba Rai Dietro le quinte dell'alba Rai Un viaggio nella redazione del Tgl pronta al lancio di servizi, notizie, ai collegamenti con le sedi periferiche - Clima frenetico nello studio di 500 metri in cui si andrà in onda - Le corse di Badaloni e Cardini ROMA — Sandro Cittertch da dieci anni dedica una delle sue vignette a Ugo Guidi, detto Pallino per la sua capacità di smussare gli angoli e per la sua faccia rotondeggiante, capo ufficiale della redazione del Tgl, che si occupa della tv del mattino. Per la fatidica data di domani, lunedì 22 dicembre ore 7£0, ne ha composta una in cui si vede Pallino in pigiama a righe che grida «Sono le cinque del mattino e ancora non c'è una riga pronta». La vignetta, come tutte quelle di Cittertch, circola nella forma del samiedat: quattro fotocopie che passano da una mano all'altra per strappare un sorriso. La tv del mattino nasce al quinto piano dello stabile di via Teulada, un palazzone solido e grigiastro assai diverso da quello ufficiale di viale Mazzini, più strettamente operativo e meno astrattamente politico, un luogo dove le beghe, gli intrighi, la lottizzazione e la zebratura sembrano curiosamente lontane, sostituite dalla fretta, dalla concretezza, dall'efficienza, dal lavoro, Nello stanzone della redazione, una ventina di tavoli in quella che fino a un mese fa era una sala per la sonorizzazione, si respira una curiosa aria goliardica fatta di orgoglio aziendale e di recriminazioni antiaziendall: partecipare a questo grande progetto che dovrebbe potrebbe modificare le abitudini degli italiani, fa gonfiare il petto per il piacere, ma farlo avendo avuto a disposizione solo pochi mezzi, pochi uomini e poco tempo fa tirare moccoli all'indirizzo di quell'anomalo datore di la¬ voro che è la Rai. Ansia perà non ce n'è. Ognuno del quindici redattori, molti dei quali romani tornati a Roma dopo anni di lavoro nelle sedi periferiche, ha un compito da svolgere, sancito da un foglietto stila- to dai solerti segretari. C'è quello, che fa il turno da mezzanotte all'alba a caccia di servizi spediti da Asia e America, quello che controlla tutte le agenzie, quello che coordina i servizi di approfondimento, quello che batte l'Italia per raccontarne il risveglio, quello che cura la grafica elettronica inventando giochini e disegni avveniristici, quello che cura i rapporti con le sedi periferiche. Rumore pochissimo: ognuno batte a una tastiera video. Moltissimi le definizioni gergali inventate in questo mese per le diverse mansioni: la più bella è quella che Nuccio Fava ha creato per Piero Badaloni, definito, con termine geometrico •proiezione- o con termine chirurgico -sutura». Il concetto è sempre quello: chiarire che Badaloni non è un divo ma è l'espressione di una redazione che per la prima volta nella storia della Rai lavora in collaborazione con una rete. Assai più frenetico, demenziale e sconnesso il clima che si respira nel megastudio di cinquecento metri sottoposto a trattamento di bellezza dallo scenografo Bruno Salerno per diventare un elemento circolare a trecentosessanta gradi, suddiviso in sette spazi diversi. Se la redazione giornalistica del quinto piano è pronta, se la redazione di rete di via Montezebio ì varata, lo studio che si vedrà in video ogni giorno, ha ancora bisogno di ritocchi. C'è un gruppetto di rockettari che provano ininterrottamente le loro canzoni sotto l'occhio della regista Claudia Caldara alla quale sono affidate quattro telecamere; ci sono i tecnici delle luci arrampicati su una sorta di scala mobile aerea; ci sono gli operai che martellano colpo su colpo, per coprire con una falsa finestra decorata il box dei traduttori simultanei. Tutti vanno e vengono, corrono e parlano, danno ordini e controllano. Il grande interrogativo riguarda la teconologia: riusciranno le macchine elettroniche disseminate nello studio a mantenere quella stessa efficienza che gli uomini si sono impegnati ad offrire? Il gruppo della redazione e il gruppo dello studio si sono trovati ieri intorno alle quattordici al bar di via Teulada: riso scotto e caffé. Piero Badaloni qualche capello bianco in più, Elisabetta Gardini qualche paura in eccesso, si sono scambiati gli appuntamenti: alle 17 prove a Domenica in, alle 18 prove a Fantastico, alle 21 tutti da Baudo, e oggi pomeriggio tutti dalla Carrà. E' la sinergia di gruppo che comincia a funzionare anche in Rai: ognuno promoziona l'altro, tutti insieme promozionano l'azienda. Simonetta Robiony
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