La battaglia di Sacharov durante l'esilio tra maltrattamenti e provocazioni

Sei anni a Gorkij nelle spire del Kgb La battaglia di Sacharov durante l'esilio tra maltrattamenti e provocazioni Sei anni a Gorkij nelle spire del Kgb Furti per impedire la pubbBcazione delle memorie - NelT83 il presidente dell'Accademia delle scienze: «Lo scienziato è diventato pazzo» ■ Sciopero della fame contro i ricoveri coatti in ospedale - Psicofarmaci e filmati clandestini delle visite mediche Con il ritorno a Mosca improvvisamente concesso si conclude per Andrej Sacharov un periodo di esilio, inizialo nel gennaio 1980, in cui si sono susseguite sofferenze e persecuzioni. Anche prima, certo. Sacharov era stato oggetto di violenti attacchi e di campagne denigratorie. Allora tuttavia era a Mosca, vicino alla famiglia, ai suoi amici e con qualche possibilità di comunicare con il mondo. Qui invece si è trattato di un isolamento totale. Proprio all'inizio di dicembre il genero di Elena Bonncr, Efrem Yankelevich, che risiede a Newton negli Stati Uniti, aveva informato l'agenzia Reuter che Sacharov, benché continuasse a inviare i suoi studi sull'energia atomica, si trovava a Gorkij completamente isolato dal mondo scientifico. Sacharov, prosegue YankeIevich, aveva inviato a Gorbaciov e all'Accademia delle scienze delle proposte riguardanti la sicurezza degli impianti a energia atomica, senza ottenere alcuna risposta. Dopo il ri tomo di Elena Bonner dagli Stati Uniti, dove aveva subito un grave intervento al cuore, non vi erano più state visite di colleghi accademici. Nella sua più recente cartolina, la signora Sacharov scrive: «La nostra vita è come non viva, è come se nel mondo tutto stesse fermo e ci si meraviglia quando si apprende dal calendario che passano i giorni, le settimane, i mesi». In realtà, gli episodi drammatici, durante il confino a Gorkij, non sono mancati. Basti pensare alle peripezie di una testimonianza importante quale le memorie di Sacharov. La moglie ne fu la promotrice, la dattilografa, la redattrice, e tentò invano di proteggerle. La stesura, come programmato, fu ultimata nel febbraio del 1983, ma Sacharov fu costretto a riscriverle perché ne sparivano continuamente dei brani: una volta furono sottratti insieme con la borsa che li conteneva dalla clinica odontoiatrica di Gorkij, un'altra volta, nello stesso periodo, furono portati via. dall'auto dei Sacharov mentre l'accademico veniva "tenuto a bada con qualche farmaco». Nel 1983, mentre l'articolo di Sacharov The Danger of Thermonuclear Wor (Il pericolo della guerra termonucleare) usciva nella rivista americana Foreign Affa'rs, il presidente dell'Accademia delle scienze Anatolij Alcksandrov criticò Sacharov e formulò addirittura l'ipotesi che l'atteggiamento dello studioso fosse da attribuire «ad un'alterazione psichica piuttosto grave» e quattro accademici, A.A. Dorodnitsin, A.N. Prochorov, G.K. Skrjabin e A.N. Tichonov. risposero all'articolo con una lettera pubblicata daìYIzvestija. Segui una valanga di lettere collettive e individuali, contenenti calunnie e rimproveri. La tesi della presunta «pazzia» di Sacharov fu ribadita dal capo dello Stato Andropov in una conversazione con alcuni senatori americani. Si andavano intanto moltiplicando le accuse mosse a Elena Bonncr. che il capo del Kgb di Gorkij accusò di «essere una spia americana, un'agente della Cia e una spia sionista». Sacharov allora, dopo aver avvisato il presidente del Presidium del Soviet supremo e il Kgb, nella speranza, con questo mezzo disperato, di aiutare la moglie ad ottenere il permesso di recarsi all'estero per ricevere delle cure mediche, iniziò uno sciopero della fame. La conseguenza fu un ricovero coatto di Sacharov in ospedale e la separazione dalla moglie che non potè più vederlo per tre mesi. I medici ricevevano di rado e malvolentieri Elcna Bonner e le ripetevano che Sacharov stava molto male, che soffriva di disturbi al cuore e all'apparato circolatorio, che «aveva il morbo di Parkinson o i sintomi di tale morbo», e che quindi non bisognava disturbarlo. Il ritomo a casa non fu definitivo, e nel 1985 Sacharov venne ricoverato di nuovo e, in seguito ad un altro sciopero della fame, sottoposto, con il consenso di un alto funzionario del Kgb, Sokolov. all'alimentazione forzata. In quel periodo, il medico Obuchov cercò di convincere Sacharov che aveva il morbo di Parkinson e aggiunse: «Non la lasceremo morire, ma faremo di lei un invalido». Questo, d'altronde, non fu l'unico a^uso. commesso dai medici ai danni di Sacharov durante i suoi vari ricoveri a Gorkij: la prima volta nel 1981, per suo espresso desiderio (aveva un ascesso alla gamba), ncll'aprile 1984. poi un'altra volta quell'anno e due volte ncll'85. L'alimentazione forzata veniva somministrata con tale brutalità che l'accademico, non potendola più sopportare, si vide costretto ad interrompere lo sciopero della fame. Non solo. Contravvenendo alla più elementare etica, i dottori permisero che Sacharov. a sua insaputa, fosse filmato in ospedale, perfino durante una visita medica. Il ricovero nel 1985 fu caratte rizzato da una scric di mal trattamenti. Sacharov. scrive la moglie nel suo recente libro Soli insieme, «sospettava che gli avessero somministrato degli psicofarmaci durante l'alimentazione fonata. In camera con lui c'era presumibilmente un agente del Kgb. nella stanza accanto c'erano due uomini del Kgb, oltre a due di guardia nell'atrio. Ogni giorno percorreva 20-25 chilometri nel corridoio, poiché non lo facevano uscire a passeggiare in giardino e neanche sul balcone. La porta del balcone era stata bloccata. Cosi per tre mesi non aveva respiralo aria fresca». Vennero poi realizzati alcuni film, inviati in Occidente per mostrare che i Sacharov stavano bene e conducevano vita normale. Lia Wainsteln W i Amburgo. Il videotape fatto pervenire, nel dicembre dello scorso anno, al giornale tedesco «Bild Zeitung» mostra Andrej Sacharov con la moglie Elena Bonner al mercato di Gorkij (Associated Press)

Luoghi citati: Amburgo, Mosca, Stati Uniti