Partita la nave iraniana di Tito Sansa

Partita la nave iraniana Sei italiani per rappresaglia sono stati fermati a Teheran Partita la nave iraniana E' rimasto a bordo il giovane che aveva chiesto asilo politico - Decisivo intervento di Craxi: «Ho dato disposizioni perché il comandante possa salpare, com'è suo diritto» - Oggi Scalfaro riferisce alla Camera ROMA — La nave «Iran Jahad» ha lasciato il porto di Genova nel quale era bloccata da una settimana. Alle 21,45 di lersera 1 sindacati del portuali hanno ceduto, revocando il loro sciopero. ' Dieci minuti dopo, la nave ha mollato gli ormeggi del ponte Eritrea. La decisione del portuali è venuta al termine di una giornata drammatica di ritorsioni da parte del governo di Teheran, che ha fermato sei italiani in procinto di partire per le vacane» In patria, febbrili scambi di note diplomatiche, sfibranti negoziati tra li sottosegretario agli Interni Raffaele Costa e l'incaricato d'affari dell'ambasciata iraniana a Roma, interrogazioni parlamentari, dimostrazioni di protesta. La svolta che ha portato alla soluzione della vicenda è venuta da una decisa dichiarazione del presidente del Consiglio Bettino Craxi, il quale ha detto ai giornalisti: -Ho dato disposizioni perché la nave iraniana possa ripartire, come è suo diritto'. Senza prendere posizione sulla sorte del giovane clandestino Iraniano, all'origine della vicenda (che riparte «spontaneamente» per il Golfo Persico) Craxi ha aggiunto: «La nave deve partire quando il comandante lo richiede: Ha fatto Intendere che, se necessario, avrebbe ordinato la precettazione del personale del porto di Genova che alla medesima or» (erano le 18) aveva prolungato di altre 24 ore 11 proprio sciopero per salvare la vita del clandestino antikhomelnfsta. Più che alla minaccia, i portuali hanno ceduto al compromesso raggiunto da Costa con l'ambasciata Iraniana e contenuto in due comunicati paralleli italiano e iraniano. In esso si prende per buono che il clandesino non voleva chieder asilo politico «e guanto maggiormente premeva ai sindacati» che egli verrà, processato In patria soltanto per imbarco clandestino. La nave dunque va con il suo prigioniero e Costa dice: •Siamo lieti che il problema sia stato risolto, anche se rimane un po' l'amaro in bocca: I sei italiani residenti in Iran — cinque tecnici e la moglie di uno di essi — sono stati fermati ieri mattina al' l'aeroporto di Teheran men tre stavano per partire verso l'Italia e i loro passaporti sono stati ritiratL E' stata la risposta (anche se le autorità Iraniane non lo ammettono) al blocco della nave •Iran Jahad» nel porto di Genova da parte del sindacati del portuali nel tentati vo di salvare un giovane antikhomelnista che avrebbe chiesto asilo politico nel nostro Paese. La ritorsione pt altro era stata preannun&dta mar- tedi in una dura nota dell'ambasciata iraniana al nostro ministero degli Esteri. In essa si chiedeva l'immediato rilascio della nave e si minacciava: «La Repubblica islamica dell'Iran reagirà». Una ritorsione dunque era da attendersi, ma forse non è stata presa troppo sul se¬ rio. Eppure c'era un precedente, quello del ritiro dell'ambasciatore iraniano a Roma e dell'espulsione di tre diplomatici italiani da Teheran, dopo le proteste per lo sketch di «Fantastico» su KhomelnL n fermo del sei italiani che si apprestavano a trascorre¬ re Natale in patria è avvenuto alle 6,30 di Ieri mattina (le 4 di notte in Italia) al passaggio dei nostri connazionali al controllo dei passaporti, airindrca un'ora prima del decollo del volo Ir 739 con partenza alle 7,30 locali e arrivo a Roma alle 10,40. Man mano che si presenta¬ vano alla polizia di frontiera sono stati dichiarati in stato di fermo e allontanati Sono: Guido Girone, direttore dell'Ice (Istituto commercio estero) di Teheran; Ciro Damiani, direttore del Banco di Roma di Teheran, e sua moglie; Giovanni Cavallo, dirigente della Fiat; Giuliano Cabrtele, ingegnere della Telettra di Milano; Mariano D'Arienzo, dirigente della Camera di commercio italo-persiana. La polizia iraniana non ha spiegato il motivo del fermo ma ha permesso ai sei di informare tanto l'ambasciatore d'Italia Giuseppe Baldocci quanto il console Antonio Zattardi LandL Erano da poco passate le 4 del mattino, ma i due diplomatici sono partiti subito per l'aeroporto. Qui sono stati informati che erano state trovate delle «Irregolarità» per cui il fermo si era reso necessario. I sei si trovavano nella saletta riservata ai «vip», stavano bene, ma né l'ambasciatore né il console hanno potuto avvicinarli. A questo punto l'ambasciatore si è recato al ministero degli Esteri di Teheran, dove — secondo notizie Tito Sansa (Continua a pagina 2 In quarta colonna) Genova. La «Iran Jahad» lascia Ponte Eritrea dopo la revoca dello sciopero (Telefoto Ansa)