Broadway, fìaschi americani e speranze inglesi

Broadway, fìas€hi americani e speranze inglesi La stagione teatrale è partita nel peggiore dei modi, con due solenni insuccessi, ma tutti confidano nella ripresa I Broadway, fìas€hi americani e speranze inglesi e in passatoia parte del fefaeffitte.fr ai ^ - Miller ~ NEW YORK — Non ancora del tutto asciutte le lacrime versate sulla disastrosa ùltima stagione teatrale a Broadway, la cui vittima più illustre è stata, lo scorso agosto, il musical Rags, con la partecipazione straordinaria della cantante lirica Teresa Stratas, chiuso dopo appena solo quattro rappresentazioni, la nuova stagione non sembra cominciare sotto i migliori auspici. Le due prime novità messe in cartellone ad ottobre hanno chiuso miseramente. Si tratta di due musical, il primo si intitolava Raggedy Ann, dal nome di una bambola di pezza famosissima tra le bambine americane, giudicato troppo infantile persino per il pubblico di, Broadway e restato in cartellone solo per una settimana. Il titolo dell'altro era Into the Light, uno spettacolo tutto laser e neon, una fantasia tecnologica alla Spielberg, realizzata per il teatro, che nelle intenzioni della produzione avrebbe dovuto lasciare il pubblico a bocca aperta. Cosi non è stato perché la critica newyorkese lo ha accolto con recensioni talmente negative da determinarne l'immediata chiusura. Nonostante tutto, negli ambienti teatrali di Broadway si ostenta ottimismo, è ancora presto, le novità sono ancora tante e almeno sulla carta sembrerebbero promettenti. La realtà è poi diversa e le sorprese saranno inevitabili. Grandi prodturioni di autori collaudati e con interpreti famosi potrebbero rivelarsi dei fiaschi, mentre lavori minori potrebbero imporsi come insperati successi dell'anno. Ma Broadway è sempre imprevedibile, le uniche carte quasi sicure sono i lavori teatrali importati da Londra e per questo già ampiamente collaudati, che anche questa stagione, come le' precedenti, porteranno ossigeno ai teatri della Great White Way (Grande Via Bianca), come gli" intenditori chiamano Broadway. Ma lo spettacolo di Broadway che ha debuttato qualche giorno fa è americano al cento per cento, un musical tutto stelle e strisce, sul concorso per l'elezione di Miss America. Si intitola Smile (sorriso oppure l'imperativo sorridi). La storia è ispirata al film omonimo di Michael Ritchie, uscito nel 1975. Nella versione teatrale sedici ragazze ballano e cantano per la conquista dell'ambito titolo.-Le musiche sono del compositore Marwin Hamlisch, lo stesso di A chorus Une, il che, unitamente alle analogie delle situazioni, lascerebbe intuire il tentativo di ripeterne l'incredibile successo (A chorus line è in cartellone ininterrottamente dai 1976). Smile doveva debuttare già nel 1983, ma fu sospeso per la morte improvvisa della protagonista. Sono stati necessari tre anni per rimettere in piedi la produzione. Ma a giudicare dalla recensione del critico del New York Times si direbbe una fatica sprecata. Frank Rich ha scritto: «Cè poco da sorridere. Troppi sorrisi in Smile sono sorrisi forzati come quelli appunto delle ragazze che partclpano al concorsi di bellezza». Tra i musicala, quello che sicuramente suscita più attesa è un adattamento dai Miserabili di Victor Hugo, una megaproduzione della Rovai Shakespeare Company, che non arriverà a Broadway fino al 12 marzo, tuttavia la prevendita dei biglietti a quattro mesi di distanza dalla prima americana ha fatto già registrare l'incasso record di tre milioni di dollari. Nei panni di Jean Valjean ci sarà l'attore Colm Wilkinson, che è la star dell'attuale messinscena londinese. Ancora da definire date e teatri di altri musicati che comunque si annunciano di grande richiamo. Due di questi sono ispirati a film dell'orrore. Uno sarà Xi fantasma dell'Opera, l'altro si intitolerà Carrie ed è tratto dall'agghiacciante omonimo film di Brian De Palma. Infine si parla della messinscena di un altro grande successo di importazione londinese, Starlight express di Andrew Lloyd Webber, sul mondo del roller skating. La regia sarà di Trevor Nunn, che ha diretto Cats Per ciò che riguarda il teatro non musicale di Broad¬ way, anche qui c'è una più o meno equa divisione tra produzioni americane e produzioni inglesi. Tra i lavori di importazione si annuncia particolarmente interessante l'adattamento e riduzione di Michael Frayn — autore di Benefactors e Rumori fuori scena — del Platonov, lungo dramma giovanile di Cecov. Il dramma debutta questa sera al Virpinia 77teater ed è presentato con un nuovo titolo. Wild honey (Miele selvatico). Ha come protagonista Jan McElle, che aveva interpretato Antonio Salteri ;ieii'Amadeus di qualche anno fa a Broadway. Tra le novità americane si segnala l'ultimo episodio dell'autobiografica trilogia che il prolifico commediografo americano Neil Simon ha scritto sui suoi anni di gioventù. Il titolo è Broadway bound e ha debuttato a Broadway II 4 di¬ cembre. Al Lincoln Center, che in senso stretto non è proprio Boradway, ma che tuttavia si serve di metodi di produzione analoghi, il Vivian Beaumont Theater quest'anno ha inaugurato la nuova stagione con Prima pagina, un classico della commedia americana scritto nel 1928 e reso famoso al cinema dalla coppia Jack Lemmon e Walter Mattluiu. Nella nuova versione teatrale gli interpreti saranno John Lithgow e Richard Thomas: ma per il New York Times il paragone con il film è a tutto svantaggio dell'attuale messa in scena. La grande sorpresa del Vivian Beaumont Theater sarà il ritorno di Arthur Miller al teatro. Saranno messi in scena due suol nuovi atti unici. Si conoscono solo i titoli, Clara e I can't remember anything. La •primam sarà il 21 gennaio. r. si.

Luoghi citati: Londra, New York