Patriarca dell'editoria popolare

Patriarca delTeditoria popolare MORTO A 86 ANNI VIGLONGO, AMICO DI GRAMSCI Patriarca delTeditoria popolare Fu capocronista air«Ordine nuovo» - Lasciata l'attività militante di partito, si fece editore vicino alla gente comune, pubblicando poeti e romanzieri piemontesi TORINO — E' morto ieri mattina l'editore Andrea Viglongo. Aveva 86 anni. Amico e collaboratore di Gobetti e di Gramsci, era stato tra i fondatori di Ordine nuovo. Lasciata l'attività militante di partito, era diventato editore popolare e pubblicava poeti e romanzieri piemontesi. I funerali si svolgeranno venerdì alle 10 al Cimitero generale di Torino, partendo dalla clinica San Luca di Pecetta. Con la scomparsa di Andrea Viglongo se ne va l'ultima voce di un tempo torinese, che resta ' irripetibile. Il padre, contadino inurbato dal Vercellese, era bidello alla scuola elementare Pacchiotti, la stessa frequentata da Piero Gobetti e dal poeta Carlo Betocchi. Nato 11 15 agosto del 1900, l'infanzia di Viglongo coincide con gli anni in cui Torino, tra le esposizioni del 1888 e del 1911, si muove tra vecchie carrozze cittadine e già le prime automobili di piazza, tra un socialismo del cuore, positivistico e prumpolinlano, e il primo processo di rinnovamento, a cui Gramsci dà il contributo più forte. All'Incontro con Gramsci sono legate l'adolescenza e la giovinezza di Viglongo, che diventa capocronista all'Ordine Nuovo e che, come lui stesso diceva. Impara da Gramsci a leggere e a scrivere. Da Gramsci impara anche altro: l'abitudine a dire ciò che pensa, a battagliare secondo un costume antico, ad avere gusto e interesse per le manifestazioni della cultura popolare. Con Gramsci diventa an- che editore. Comincia nel 1922 con 11 giornale L'operaio agricolo, che dura cinque numeri e a cui 11 partito, dopo il secondo numero, concede raggiunta: .Organo di cultura agraria del partito comunista d'Italia». Negli anni In cui il fascismo si consolida in regime, è arrestato a Trieste ed è trasferito a Torino per il processo contro Ordine Nuovo, ma quando Togliatti gli affida un nuovo Incarico nella città giuliana non accetta, si dimette dal partito e per questo ne viene espulso. E' un episodio su cui tocca agli storici fare luce. Diventato capo ufficio stampa della Stlpel, oggi Sip, crea la propaganda telefonica e cura un mensile, / telefoni d'Italia, ma in seguito alla crisi della Banca Commerciale l'ufficio venne soppresso e Viglongo esce nel 1929 dall'azienda per dedicarsi interamente all'attività editoriale In proprio: prima con la sigla Selp e poi, dal UHI, con il marchio del nome anagrafica Importante in questa svolta decisiva e l'incontro con Pinin Pacòt, il poeta che con Luigi Olivero sta portando la cultura regionale fuori dalle sue ultime, e vischiose nostalgie. Attraverso Pacòt, Viglongo conosce Nino Costa e ne nasce un'amici ria congeniale. Essa risponde al desiderio di fare un'editoria re- gional-po polare più vicina alla gente comune che alla filologia accademica. Nascono 1 primi libri che recuperano autori trascurati, tentano strade inconsuete e un po' pionieristiche: romanzi storici di Luigi Grame gna, i romanzi d'avventura di Fancelli, Salgari, Verne, Luigi Motta, la serie del romanzi dialettali di Luigi Pietracqua, le edizioni di poeti piemontesi fondamentali come Calvo (1931). Brofferio (1966), Isler (1967), e più recentemente Nino Costa (1980-1983). Molti i recuperi preziosi di storia e di costume locali: la Storia dell'antica Torino di Carlo Promis, la Descrizione di Torino di Davide Bertolotti, Torino e i torinesi di Alberto Viriglio. Le sue ultime cure sono andate ad un libretto curioso di Vittorio Alfieri e soprattutto all'annuale appuntamento con l'Almanacco piemontese. In copertina c'è la riprodusione fotografica della Città futura di Gramsci, di cui ricorrono i settant'anni, e c'è la testimonianza di un episodio inedito. Il Comitato regionale piemontese della Federazione giovanile socialista aveva deciso di pubblicare un «numero unico» rivolto al giovani non ancora militari e aveva dato l'incarico a Viglongo Fu Gramsci a chiedere ail'.amico strettissimo» di passare l'Incarico a lui Giovanni Testo

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