Tutti i piani di Gardini

Tutti i piani di Garanti Montedison, Beghin Say, British Sugar, Cementir Tutti i piani di Garanti II gruppo Ferruzzi stringe alleanze con De Benedetti, resenti e vuole il 30% di Foro Bonaparte Nelle casse Agricola 569 miliardi freschi DAL NOSTRO INVIATO ■ RAVENNA — Ormai l'ala di casa Ferruzzi assomiglia sempre di più a un nuovo, Inedito salotto buono dell'imprenditoria italiana. L'assemblea dell'Agricola, destinata a portare 569 miliardi freschi, con un'operazione mista e un sovrapprezzo di 800 lire per 1 titoli di nuova emissione, nelle casse di una società che denuncia già un saldo finanziario positivo di 125 miliardi (45 miliardi di utili netti nell'88 contro 1 17 del precedente esercizio) si trasforma cosi nella celebrazione di nuovi e antichi patti. Piena intesa con la Montedison, accordi con De Benedetti (nuovo consigliere e terzo azionista Agricola), prossime alleanze con Pesenti, destinate ad andare assai al di là del prossimo scambio di titoli a'1,6% della Montedison dalla I tal cementi a Ravenna, il 25% della Calcestruzzi a Pesenti), ma pronte a mirare all'obiettivo Cementir («Certo —dice Cardini—quella c'entra sempre nei nostri colloqui*) e magari più in là («Ci sono altre cose» si limita a dire il grande regista di Ravenna). Inoltre, si annunciano per l'anno nuovo l'ingresso di altri protagonisti nel consiglio Agricola, tipo quel Carlo Marchi, fiorentino, che si appresta a cedere parte delle sue Fondiaria a Raul Cardini. Alleati, sempre più alleati sono Raul Cardini e Mario Schimberni uniti (parole di Cardini) «da qualcosa che va al di là della semplice intesa finanziaria o industriale. A unirci è la mentalità internazionale, la voglia di confrontarci su scala mondiale con i grandi problemi dell'ambiente, dello sviluppo dell'Europa-. L'Agricola considera prossimo l'obiettivo del 30% del capitale di Foro Buonaparte. Per ora il gruppo dispone del 25% e tra poco, chiuso l'accordo con Pesenti, la quota salirà al 26,7%. Si tratta di una partecipazione strategica costata finora 1500 miliardi (1125% nelle mani del gruppo di Ravenna è diviso tra Agricola, 8,5%, Silos, 12.5% e Beghin Say, 4%) ma, sottolinea Cardini, si tratta di soldi ben spesi. «Sono sorpreso — commenta Cardini —. di aver potuto acquistare una quòta strategica del genere al prezzo unitario di 3 mila lire per titolo, senza aver fatto salire il presso di Borsa: E poi, si profila l'ombra del terzo grande alleato, oggi assente all'assemblea di Ravenna: Carlo De Benedetti, attraverso là Sabaudia terzo azionista della finanziarla con il 5%, eletto all'unanimità nel consiglio Agricola. L'accordo tn. Cardini e De Benedetti, però, merita anco¬ ra qualche verifica. Tutt'altra cosa l'alleanza con Schimberni. La Montedison non si tocca, dice Cardi' ni. Ci saranno o non ci saranno lettere o patti scritti, ma l'intesa è piena e lo sottolinea l'arrivo di Schimberni, poco dopo mezzogiorno, a Ravenna. «Ho molta simpatia — esordisce Cardini — e piena fiducia per gli uomini che guidano la Montedison. Assieme faremo grandi cose, soprattutto ci scambieremo intelligenze, sfruttando la competenza dei loro vertici». E Schimberni? Per la prima volta lo schivo presidente della Montedison prende la parola nell'assemblea di una società lontano da Foro Buonaparte e sfodera la sua grinta. «Posso spiegarvi la convenienza — dice — a inve-«tire in Montedison citandoun brano tratto dal verbali a a a a -. o I t®rra' i \ *"» dell'ultima assemblea di Mediobanca. In sede di replica è stato detto che l'investimento ha reso a Mediobanca il 19% annuo e questo in anni difficili. Sono fatti, questi: Viene evocata cosi l'ombra del grande nemico dell'estate, quasi a sottolineare la scelta di campo dei due alleati pronti a recitare con grande durezza anche su altri scenari (°Su Mediobanca non parlo», dice Cardini, ma conferma l'acquisto da parte del gruppo dell'1% della Fondiaria e a Ravenna si dà per scontato che, tra breve, la Montedison accrescerà ancora la sua presenza nella compagnia fiorentina). Ma, ammonisce Cardini, non ha senso restringere il campo alle cose italiane. Il vero obiettivo è la sfida mondiale: a giorni partirà la produzione dell'impianto Missalco (benzina verde) in Louisiana; tra pochi mesi, in Francia, la Beghin Say (56 miliardi l'utile netto '86, il quadruplo dell'esercizio precedente) verrà annunciato tra breve l'avvio di impianti sperimentali per l'etanolo. Lo zucchero (crescono del 30% utili e giro d'affari Eridania) interessa per 1 futuri sviluppi, industriali (materie plastiche) e, soprattutto, perché grazie al primato saccarifero il gruppo disporrà di una posizione strategica decisiva all'interno della Cee. Per questo si giustificano 1 900 miliardi di lire (con un ritorno, in termini di profitti, del 7% annuo) dell'operazione British Sugar (il responso della commissione antimonopoli britannica è previsto per 1118 gennaio) che non esaurirà certo la spinta aggressiva di Cardini. « Tra poco — annuncia — la Béghin Say chiuderà le trattative per l'acquisto di alcune industrie alimentari in Francia». I signori della insomma, mirano in Ugo Bertone Il granalo di Raul ■■ik: ■•, (Lo schema di Cardini per l'agricola)