Caccia alla talpa da 9 miliardi

Caccia alla talpa da 9 miliardi Svanito il commando che ha svaligiato le Poste di Palermo Caccia alla talpa da 9 miliardi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PALERMO — n commando che sabato sera ha rapinato 9 miliardi e 200 milioni negli uffici delle Poste alla stazione centrale di Palermo non ha lasciato tracce. Gli esperti della «Scientifica» hanno prelevato numerose impronte digitali nell'autofurgone usato e poi abbandonato dagli autori della clamorosa rapina, ma nessuna appartiene a pregiudicati. Appena venerdì scorso polizia e carabinieri avevano annunciato un plano antirapina da far scattare In città, essendo già cominciati gli acquisti di Natale e nell'approsslmarsl del pagamento delle tredicesime. Ma nessuno, all'infuori degli autori della rapina, evidentemente si era preoccupato di rafforzare la sorveglianza a Poste-ferrovia dove addirittura al cancello c'è un dipendente sordomuto che per 11 suo grave handicap non è in grado di dare velocemente l'allarme. Non una pattuglia sorvegliava esternamente l'edificio e all'interno i banditi non hanno Incontrato la minima difficoltà per neutralizzare 11 sistema di controllo, mettendo fuori uso il circuito chiuso tv. Ma, soprattutto, nessuno alle Poste aveva segnalato alla Questura che sabato c'erano tanti soldi nelle casseforti dell'edificio, destinati particolarmente alle tredicesime e al pagamento delle pensioni in città e in parecchie zone delle province di Palermo, Trapani ed Agrigento. Una circostanza forse non trascurabile insospettisce in modo particolare la polizia: quattro dei cinque banditi che hanno fatto irruzione negli uffici erano a viso scoperto, il quinto Invece era incappucciato. Perché? si domandano gli inquirenti che hanno il quartier generale nella caserma Cairoti 3de della Squadra mobile. Può anche darsi che l'uomo che non voleva essere visto in faccia sia una «talpa», un dipendente delle Poste che ha guidato 1 banditi all'assalto dei forzieri di Poste-ferrovia dai quali sono stati portati 7 miliardi e 400 milioni in banconote di vario taglio e vaglia postali per un miliardo e 800 milioni che però non sarà facile scambiare e che, dunque, alla fine potrebbero rivelarsi cartastraccia. I rapinatori sapevano tutto. Si sono mossi con sbalorditiva sicurezza, passando da un locale ad un altro e soprattutto chiamando per nome il dottor Salvatore Pileri, 52 anni, il capufficio che era in servizio sabato sera fino alle 21,30. E' veramente probabile che l'incappucciato del commando sia il «basista», l'elemento determinante della banda. Il furgone Fiat 850 chiaro come quelli in uso nelramministrazione delle Poste (che però sono grigio topo), del quale si sono serviti i malviventi e poi abbandonato alla periferia sud della città, era targato Roma. Sia l'automezzo sia la targa sono stati rubati pochi giorni prima del colpo. n vicequestore Antonio Nicchi dirigente la Squadra mobile ha inviato alla Procura della Repubblica una prima segnalazione per informare ufficialmente dell'accaduto l'autorità giudiziaria. Il dottor Nicchi ammette disarmato: .Non abbiamo in mano nulla di concreto anche se abbiamo lavorato parecchio. Dobbiamo valutare un po' tutto.. Una «talpa»? .Tutto lo fa pensare, ma non vi sono ancora riscontri sufficienti. risponde il dottor Nicchi. L'ipotesi che nell'assalto al piccolo edificio di Poste-ferrovia abbia avuto un ruolo determinante la mafia non soltanto viene tenuta in seria considerazione dagli investigatori, ma viene in qualche modo accreditata anche da due precedenti rapine, nel 1977 e nel 1981, nelle quali il denaro affluito alla sede postale della stazione ferroviaria centrale palermitana fu preda di gruppi mafiosi. E d'altra parte qui sono in pochi a credere che un colpo da nove miliardi possa essere stato organizzato al di fuori della mafia. .Almeno la regia deve essere dei boss che potrebbero aver lasciato alla manovalanza l'esecuzione spicciola, nota uno degli investigatori. Antonio Ravidà marco Poco masti i no JwmowjafiJFiiUAOTu^zw ìocoolk a 'cuocer

Persone citate: Antonio Nicchi, Antonio Ravidà, Salvatore Pileri

Luoghi citati: Agrigento, Palermo, Roma, Trapani