« Terrorismo, guerra di religione»

« Terrorismo, guerra di religione» INTERVISTA CON BERNARD-HENRY LEVY SUGLI ATTENTATI IN EUROPA « Terrorismo, guerra di religione» «Solo con un romanzo potevo raccontare la barbarie e il male» - «lì terrorista vive in un delirio» - «Come nel Medioevo si combatteva per la verità del regno di Dio, oggi c'è chi s'illude di poter realizzare il regno della virtù con le armi» - «Ma il sangue e il fuoco annientano proprio la virtù» - «Nuovi segni di una rete che ha contatti col Vicino Oriente» - «Il fascismo non è stato vinto» ichi fi ^ ^^oie^Frttna Kafka. William Bernard-Henry Lévy, capofila del nouveaux philosophes e autore di 17 diavolo in testa (ed. De Agostini), un romanzo sul terrorismo, ha concesso a Der Spicgel una lunga intervista. Ne pubblichiamo oggi la prima parte. Signor Lévy, nella Germania Occidentale 1 terroristi della Rat hanno ucciso per strada del manager e un diplomatico, a Parigi le pallottole del movimento di sinistra «Action dlrecte» hanno eliminato 11 presidente della Renault Georges Besse. Che cosa succede in un uomo che compie atti terroristici? «CW compie atti del genere, nella testa ha il diavolo anziché pensieri ragionevoli. Questo è anche il titolo del mio romanzo sul terrorismo». Che cosa spinge un filosofo politico a scrivere un romanzo proprio sul terroristi dell'Europa occidentale? «All'inizio avevo cercato di trattare questo tema in maniera filosofica, ma non ha funzionato. Ho sperimentato con me stesso che la barbarie, parlando in generale, o il male non possono venire descritti con gli strumenti della filosofia. Il discorso filosofico è fallito.. Forse perché tale violenza è irrazionale e le ragioni di chi la compie sono spiegabili solo in termini psicologici? •In questi individui non è in gioco tanto l'irrazionale quanto il perverso. Sono come in un delirio. Questo non può essere detto con un'analisi astratta. Occorre immergersi nell'ambiente e rappresentare dall'interno la condizione di terrorista. E questo può essere fatto solo attraverso la letteratura. I grandi romanzi hanno tutti, di fatto, il male come tema. I Faulkner, Marcel Proust, Alexander Solzenicyn e altri ancora: Nove anni fa, quando I tre terroristi della Baf Andreas Baader, Gudrun Ensslln e Jan-Cari Baspe morirono nel carcere di Stammhelm, molti intellettuali francesi dichiararono la loro solidarietà ai terroristi tedeschi. •I francesi che allora si comportarono in quel modo erano piuttosto ingenui, e politicamente accecati: Uno dei suoi maestri, Jean-Paul Sartre, era andato a trovare Andreas Baader in prigione tre anni prima che morisse. Parlava di ui come di un eroe della Resistenza. Anche Sartre era un ingenuo? «51. Era onesto, ma verso la fine della sua vita si lasciava influenzare facilmente e si compiaceva molto di sé. Espresse la sua solidarietà anche ai palestinesi che at Giochi olimpici di Monaco del 72 a v\A*S~icciio àtcvtìt atleti ebrei: Qual era la sua posizione nei confronti della Baf e del terrorismo d'estrema sinistra? •Ero ancora troppo giovane. Il primo attacco in Germania è del '68, quando io avevo diciotto anni. A quei tempi ero radicale. In nessun momento della mia vita ho p t avuto simpatie per il terrorismo». I personaggi principali nel suo libro più che figure vive sembrano montaggi. E' chiaro che si tratta di personaggi fittizi, che si comportano secondo un cliché. •Innanzitutto si tratta dì un romanzo. E un romanziere non è tenuto al realismo. Lei comunque ha ragione. L'eroe del romanzo, l'ex studente Benjamin C, ha molti volti, perché deve mostrare tutte le sfaccettature del terrorismo. Nelle mie intenzioni, dovrebbe innanzitutto essere uno specchio della no-' p«tf epàc$jSsimboleggiaie4<r sua lotta autodistruttiva. E' una specie di metafora del terrorismo europeo. Il romanzo deve però anche informare. Per questo ho messo intorno a Benjamin C. molti personaggi reali e molti fatti. •Il libro racconta la generazione nata durante la seconda guerra mondiale, i cui padri sono stati implicati nel ftcGdAbalcnds o i l o e i i o a il e a, ». e fascismo o hanno collaborato con il nazismo. Questo conflitto di generazione in Germania è stato ancora più dirompente che in Francia. All'inizio degli Anni 60 quei bambini, ormai diventati adulti, hanno scoperto che i loro genitori avevano delle colpe, avevano mentito, erano dunque degli ipocriti: Il terrorismo è un figlio del nazismo? •Le cose non sono così semplici. Innanzitutto io volevo dimostrare che gli antifascisti possono diventare improvvisamente fascisti, i nazisti improvvisamente an- sti o liberali. Questo significa che il fascismo non è stato veramente vinto storicamente. L'antifascismo va ribadito ogni giorno. In Francia questa è stata una delle scoperte più sconvolgenti degli Anni 60». Benjamin, terrorista agli esordi, va avanti e Indietro tra Beirut, Roma, Parigi, Tripoli, Berlino e naturalmente L'Avana. In queste pagine sembra che lei abbia voluto illustrare la rete intemazionale del terrorismo di sinistra. •In un certo senso è così. I terroristi avevano, e hanno ancora oggi, stretti legami internazionali: Oggi però l'Età basca non vuole più avere niente a che fare con la Baf. Gli irlandesi dell'Ira considerano I terroristi francesi e tedeschi figli distorti della borghesia, I palestinesi giudicano l'ideologia delia Baf ridicola. •La rete dei legami internazionali esisteva a metà degli Anni 70, quando la Rat era così forte che la Germania tremava di fronte a essa e nell'aria c'era la minaccia di una crisi delle istituzioni. Ora la Raf sembra diventare di nuovo forte: in questo vedo un indizio che ha di nuovo allacciato contatti intemazionali, presumibilmente nel Vicino Oriente». Nell'ultimo episodio del suo romanzo, ambientato a metà degli Anni 70, il suo eroe Benjamin lotta per i poveri figli dei profughi palestinesi nel campo di Chatyla vicino a Beirut. Da bohémien parigino si é trasformato in un duro militare. Quale vorrebbe essere 11 senso di questo episodio? «Chi ha nostalgia della rivoluzione ha sempre un desiderio profondo di chiarezza, di purezza. Una possibilità di realizzare questo sogno viene offerta dalla scelta militare. Nell'ambiente dei terroristi questo è certamente un modo di essere puri. Anche Benjamin avverte questo bisogno. E cosi addestra con fervore i giovani palestinesi, per farne degli energici soldati che combatteranno nel nome di un mondo puro, di nuovo innocente. In tutto ciò c'è qualcosa di religioso». D terrorismo però non è •tato un affare di pochi fanatici. Alla base c'è anche la convinzione che U mondo, cosi com'è, non va. Inoltre lei parla del segno che ha lasciato nella prima generazione di terroristi la scoperta che I loro padri erano stati fasciati. tmzuncmgnsp o e o n l i ò è a , e a o •E' vero. All'inizio di ogni terrorismo c'è lo smaschera' mento di quella grossa menzogna secondo la quale gli uomini potrebbero costruire nella libertà una società pacifica. In questo smaschera mento i terroristi hanno ra gione: gli uomini in verità non sono capaci di vivere insieme. L'idea della comunità pacifica è un'illusione*. Questa è adesso la sua filosofia personale? •Sì. La società moderna ha sviluppato l'illusione di una comunità pacìfica e l'ha trasformata tiftù una grande menzogna». Conosce la .verità nascosta dietro questa menzogna? •Sono convinto che gli uomini sono delle creature straordinarie, ma solitarie ed egoiste. Si scontrano continuamente per le loro passioni. Perseguono interessi opposti e inconciliabili. Vivono in disaccordo con i loro desideri e si ingannano sulle loro speranze. Tutto ciò che viene detto e scritto per giustificare questo stato di cose è finzione. L'eroe del mio romanzo, Benjamin C, demolisce questo quadro di bugie. E anche in questo senso dà corpo alle mie idee». Che cosa accadrebbe se non ci fossero queste illusioni? La guerra civile totale? Se, nonostante il terrorismo, non si arriva a nessuna guerra civile, allora vuol dire che l'idea di una comunità pacifica è forse qualcosa di più che solo una finzione. -Accetto quello che lei dice. Naturalmente occorrono queste menzogne per tenere in piedi la società. Tutti gli sforzi dovrebbero però essere diretti a smantellare questo edificio di bugie e a far conoscere la verità. I grandi progetti di una nuova società, marxismo-leninismo e fascismo, hanno invece fatto il contrario: hanno perfezionato queste bugie e si sono proposti come la verità. Anche nella nostra società la bugia viene protetta e curata. Si fa come se fosse possibile una convergenza di interessi, di desideri, di scopi». Lei sta forse descrivendo il sistema democratico, con tutte le sue inadeguatezze evidenti? • Con la democrazia le cose vanno cosi: tutti sanno che si tratta di una menzogna e tuttavia tutti si comportano come se fosse la verità. Questa è la definizione più appropriato di democrazia...». O magari la più polemica. •Bene, proviamo a dire la stessa cosa senza polemica: anche in democrazia la gente in fondo sa benissimo che la comunità pacifica degli uomini è un fantasma. Tuttavia tutto il mondo fa come se questa società ideale esistesse già: In ogni caso erano e sono I terroristi a definire l'ordine esistente come una grande menzogna, che va distrutta perché possa cadere dal cielo la rivoluzione e poi la vera società. In altre parole: 1 terroristi di estrema sinistra della Baf o di Action dlrecte credono a una verità che è una grossa bugia. nbuddqp •Sono d'accordo: il sangue e il fuoco devono sostituire una bugia con un'altra bugia». Riassumendo, mi sembra che lei consideri una menzogna l'Idea che l'uomo potrebbe organizzare la sua vita collettiva sulla base della libera volontà. •In complesso sì». La Rivoluzione francese con il suo motto «libertà, fraternità, uguaglianza» si è rivelata dunque nient'altro che una menzogna? «Con la Rivoluzione francese di fatto è entrata nella testa degli uomini 2 Idea che potevano costruire il paradiso in terra. Sembrava che fosse solo questione di settimane. Naturalmente ognuno aveva un'idea di paradiso diversa, e così è nato il terrorismo, che è dunque vecchio quanto la Rivoluzione francese». Anche le guerre di religione del Medioevo erano in nome della verità. E al tempo del Rinascimento nacquero le prime grandi utopie di società che dovevano diventare 11 paradiso In terra. Perché allora non c'era 11 terrorismo? O forse c'era e non ci è stato detto nulla? •Nelle guerre di religione si è combattuto per la verità del regno di Dio. Con il terrorismo è entrato in gioco l'ai di qua: non la società "vera", ma una società buona, magari la migliore possibile. Il terrorista si considera un uomo virtuoso che crede di poter realizzare il regno della virtù con le armi. E in questo modo annienta proprio la virtù». I terroristi Baf della pri ma generazione hanno attaccato l'Imperialismo e 11 Terzo Mondo oppresso, nel nome del quale si sentivano in dovere di diffondere 11 terrorismo. Non credevano affatto al regno della virtù. •Le chiacchiere sul Terzo Mondo sono soltanto un pretesto. Da sempre,^.terroristi di estrema sinistra si consf- parato- 'Tei i oi m^/kj ffttafu ai tempi della Rivoluzione flrbtseszrmpt o i - i e francese, quando si è diffuso lo spaventoso regno del terrore che doveva insediare subito la società pura e definitiva. E chi era contro è finito sotto la ghigliottina. Molti erano contro e molti sono stati ghigliottinati». Vorrebbe dire che la menzogna, Il fanatismo e 11 terrorismo sono nati con la moderna società borghese e perciò sono Inscindibilmente legati all'idea di libertà? In fondo l'attuale società poggia sull'utopia concreta dell'autodeterminazione e sulla prospettiva di una fine del domini stranieri. •L'ordine delle nostre società occidentali è imperfetto e proprio per questo è il minore di tutti i mali. Non possiamo però non vedere che la Rivoluzione francese ha accoppiato l'idea di libertà con il principio della sovranità dei popoli. E questa idea è pericolosa. Dal 1790 appartiene al programma politico del "terrorismo rivoluzionario". Da allora serve i sistemi totalitari per giustificare il loro terrorismo di Stato. In altre parole: questa idea è in sé terroristica». L'espressione abusata di •sistema totalitario» vela in realtà più di quanto non sveli. Fra I bolscevichi, i fascisti e il regime dell'ayatollah Kbomelni ci sono in realtà notevoli differenze. Oppure lei considera terroristi gli Stati socialisti dell'Europa orientale? •Accetto la sua obiezione al mio concetto di "totalitarismo". Il marxismo-leninismo nell'Europa orientale non è naturalmente un puro e semplice terrorismo di Stato, come la destra ama credere. Il marxismo crede nella dialettica, cioè in una teoria dello sviluppo. Il paradiso non arriverà subito, ma dopo una difficile costruzione. In altre parole, il marxismo-leninismo ha in sé il principia della speranza. In pratica, è terrorismo più dialettica». Michael Halier Copyright di «ber SpfegeN e per riralia di «La Stampa» Parigi. Bernard-Henry Lévy: «La parola "terrorismo" è nata ai tempi della rivoluzione francese» (Foto «L'Express» - G. Neri)