Mediobanca, il caso si fa politico di Eugenio Palmieri

Mediobonca, 81 caso si fa politico Craxi non parla, nella de forti contrasti sulla decisione di Prodi Mediobonca, 81 caso si fa politico Dure critiche del presidente della commissione Bilancio, Cirino Pomicino, alla strategia di Prodi - Un intervento di Martinazzoli ROMA — Il governo traballa intorno al caso Mediobanca. La vicenda, tornata Improvvisamente a galla, sembra lastricata di quelle «polpette.avvelenate» evocate in questi giorni dal ministro degU Esteri AndreottL Craxi per ora tace e cosi l'Acanti/, nonostante 1 socialisti abbiano cambiato rotta negli ultimi tempi dopo aver caldeggiato la privatizzazione dell'istituto di Via Filodrammatici. NeUa de si è aperto un contrasto molto duro. I repubblicani restano fermi suUe loro posizioni: minacciano la crisi politica se il governo non ristabiUrà il principio dell'autonomia tra le tre banche di Interesse nazionale, Comlt, Credito Italiano e Banco di Roma e U vertice iri. Ad innescare la miccia alcune dichiarazioni del presidente deUa commissione Bilancio, Cirino Pomicino, uno dei più stretti collaboratori di Andreottl, corrette immediatamente dal capogruppo aUa Camera, Mino Martinazzoli, molto vicino al segretario De Mita. Sono cominciate le grandi manovre in vista della •staffetta» di marzo e la questione Mediobanca si inserisce neUe alleanze che si vanno coagulando? Un asse Andreotti-Craxl oppure De Mita-Craxl? Cirino Pomicino sostiene che Prodi si è comportato «in maniera assai negativa», accusando il vertice dell'lri di incapacità di elaborare una qualsiasi strategia sulle questioni di ogni tipo grandi e piccole. Secondo il presidente della commissione Bilancio, Prodi ha sbagliato a respingere la proposta di Pirelli, mentre deve essere salvaguardato il patto di sindacato pubblico-privato. Le alternative sono due: o si fa a meno dei privati, o si fa pagare loro una quota azionaria proporzionale al loro peso, aggiunge 11 parlamentare democristiano. Il peso del privati è spropositato? Allora — risponde ìCirino Pomicino nell'intervij stia-a-Panorama — il patto andava denunciato da tempo. Egli inoltre accusa Prodi di aver tenuto nel cassetto per un mese l'ipotesi delle tre Bln. L'iri ha replicato che una prima volta Prodi ha discusso l'argomento con gli esponenti delle tre banche il 2 dicembre e che un testo della proposta, lo stesso Inviato alla Banca d'Italia, gU è stato recapitato U 4 dicembre. Martinazzoli, invece, ieri è sceso immediatamente in campo per affermare che mia polemica che si è aperta dopo le dichiarazioni di Prodi su Mediobanca riguarda anche aspetti istituzionali che verranno tempestivamente considerati dal direttivo del gruppo de. Noto per intanto che le valutazioni formulate da Pomicino sono totalmente in contrasto con le opinioni espresse in commissione Bilancio della Camera dai deputati della de». L'attenzione è rivolta ora alle prossime mosse del governo e dei principali attori della vicenda Mediobanca. Un intervento del ministro Darlda o di Palazzo Chigi sull'autonomia deUe tre Bln rispetto aU'Iri, potrebbe accontentare i repubblicani. Ma che ne sarà, comunque, di Mediobanca? C'è da vedere. Innanzitutto, che cosa faranno 1 socialisti che un anno fa sembravano chiaramente schierati a favore della privatizzazione dell'istituto, men¬ tre adesso, secondo fonti autorevoli, è stato proprio U rappresentante del psl nel comitato di presidenza dell'I ri, Pini, molto vicino a Craxi, ad appoggiare la linea Prodi. Un ripensamento o una mossa per far emergere le contraddizioni «politiche» In al tre forze politiche? Da Palazzo Chigi nessun commento. «Una volta tanto — spiega a titolo personale, Franco Piro, socialista, che ha seguito passo passo la vicenda Mediobanca — sono d'accordo con Andreotti: per fortuna ci va Maccanlco. Pomicino, secondo me, ha avuto una posizione abbastanza giusta. Ma io parlo come deputato e non voglio coinvolgere più di tanto il mio partito. Se noi decidiamo di svuotare Mediobanca e dire ad Agnelli, a Pirelli e a tanti altri, di rifugiarsi da qualche altra parte, mi devono dire dove. Ho molte domande da fare al ministro Darlda. Non vorrei che mentre il Parlamento si occupa di Mediobanca si stesse creando un altro monopollo». Quale? «L'Imi II suo presidente (Luigi Arcuti ndr) è un monarca assoluto, senza scadenze di mandato e di questo Prodi non si occupa». Secondo l'esponente socialista la autonomia deUe tre Bin non è in discussione: -L'Ivi non si può comportare come se fossero un'azienda delle partecipazioni statali in difficoltà. La legge istitutiva delle ppss spiega con dovizia di particolari che Viri non comanda sulle Bin». Alcuni ritengono che soltanto Antonio Maccanlco, grand commis di Stato, da molti indicato come il nuovo presidente di Mediobanca, una volta insediato, possa operare queUa mediazione necessaria a superare l'impasse: il patto di sindacato scade a fine '87 e deve essere denunciato sei mesi prima. •Siano fatte al più presto le designazioni ai vertici — ci ha detto 11 segretario del psdi, Nicolazzi — e si incominci finalmente a discutere sui programmi di Mediobanca. Modificare il patto di sindacato non è la fine del mondo». I comunisti appoggiano la linea Prodi, ma avvertono che la de non può fare dell'lri un centro di potere al proprio servizio. E neUe file dello scudocrociato c'è già chi pensa al nuovo amministratore delegato al posto di Salteri, giubilato dall'Iri: Gian Mario Roveraro, ex responsabile della Sige, uno dei gioielli dell'Imi, molto legato agU ambienti cattolici. Eugenio Palmieri Prodi ha ingaggiato un braccio di ferro con i vertici delle «Bin»

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