Sì della Moto a Gorbaciov di Fabio Galvano
Sì della Moto a Gorbaciov L'Est aveva proposto un nuovo negoziato sulle armi convenzionali Sì della Moto a Gorbaciov La trattativa dovrebbe essere condotta dai rappresentanti dei due blocchi - Oggi Andreotti incontra Shultz - Rassicurazioni agli alleati: «La politica Usa non cambierà» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — La Nato ha detto si all'avvio di un negoziato sulle armi convenzionali con il Patto di Varsavia. Riuniti a Bruxelles per 11 consueto appuntamento autunnale del Consiglio Atlantico, in parte condizionato questa volta dalle ombre delì'Irangate, 1 ministri degli Esteri dell'Alleanza hanno approvato un documento che da il via al complesso processo destinato forse a stabilire un nuovo equilibrio militare, come si legge, -dall'Atlantico agli Urali*. Airurss e al suoi alleati, che esattamente sei mesi fa (la •dichiarazione di Budapest» dell'll giugno) avevano suggerito quel dialogo, la Nato risponde proponendo un incontro preparatorio a Vienna. La decisione è considerata, In ambienti atlantici, inscindibile corollario all'eventuale attuazione di quella •opzione zero» — in tema di euromissili — ancora sostenuta Ieri dal ministro Andreotti e in cui la Nato si vuole tuttora riconoscere. Agli alleati, perplessi di fronte alla crisi americana, il segretario di Stato americano George Shultz ha assicurato che •l'Irangate non sarà un altro Watergate*. Ed è andato oltre, assicurando che •la politica estera degli Stati Uniti non cambierà*. -Questa è la garanzia che gli alleati vogliono avere — ha precisato — e questa è la garanzia che io intendo dare.. Egli ha insistito su tre punti: mantenimento del mezzi di deterrenza, conferma delle forze americane in Europa, volontà di mantenere strette forme di consultazione. E' apparso fiducioso nel buon esito della crisi che travaglia la Casa Bianca e quel tocco di ottimismo — rivelano fonti diplomatiche — ha lasciato il segno sulla sua valutazione di Reykjavik: •Occorre andare avanti, con tutte le cautele, in quel solco. (...) L'America — conclusi) .— .vuole, /are grandi passi, la sua politica i salda e dinamica*.^,, [.., -léggi Shultir^ilrtt^iché'arf ■ Incontro a quattr'occhi con Andreotti, che ha presieduto la riunione di ieri e che ha determinato 11 tono alla riunióne esprimendo sul vertice fra Reagan e Gorbaciov un giudizio -positivo per le potenzialità che ha dischiuso, ] anche se occorre verificarle sul tavolo negoziale» ; un ennesimo si, per quanto cauto e misurato, all'ipotesi della •opzione zero» per gli euro- missili. Ma Ieri, in prima linea, c'erano le armi convenzionali e la spinta negoziale impressa alla Nato dal gruppo di lavoro formato nel maggio scorso a Halifax e presieduto dal vicesegretario Marcello Guidi. La prima fase di questo nuovo dialogo sarà fra blocco e blocco, fra 116 della Nato e 1 7 del Patto, secondo i desideri americani; non, come qualche alleato europeo aveva aPlCC auspicato, nell'ambito del 35 Paesi (tutti gli europei meno l'Albania, pia Stati Uniti e Canada) che danno vita alla Csce, la Conferenza per lo Sviluppo e la Cooperazione in Europa. In quel foro ci si dovrà occupare, come hanno precisato 1 ministri Nato, di ampliare i risultati di Stoccolma in tema di misure di fiducia; ma la scelta di Vienna non è casuale. Anzitutto perché, già in questa fase esplorativa, ci potranno essere, sia pure su un plano strettamente bilaterale, consultazioni e scambi d'informazioni tra 123 e 1 36; In secondo luogo perché 1 due blocchi, affrontando In seguito la seconda fase del negoziato e la ricerca di «una stabilita a Zivelli meno elevati; potrebbero più facilmente far confluire i loro sforzi nel calderone Csce. n documento della Nato In- t scrive l'iniziativa sul convenzionale In un quadro strategico che contempla «la necessità, a ogni fase del processo negoziale, di mantenere i mezzi per attuare le strategie dell'Alleanza*. Si cerca un •rapporto stabile* in campo convenzionale, cioè, ma senza rinunciare a «una reale deterrenza che coinvolge anche il nucleare*. E' evidente che la Nato affronta nel segno della prudenza le questioni contingenti, caratterizzate — come ha ricordato Andreotti — da •incertezza* e 'attesa* di fronte al «segnati non univoci lanciati da Gorbaciov*. Già nel suo intervento d'apertura il ministro degli Esteri, che nel pomeriggio ha anche incontrato il segretario generale della Nato Lord Carrington, aveva sottolineato il peso che il negoziato convenzionale deve avere nel nuovo clima del dialogo Est-Ovest. •Ove si giunga ad azzerare i sistemi intermedi — egli ha detto —, è necessario non lasciare in Europa \.una superiorità sovietica nei missili a corto raggio e negli 'Ivnnamenti convenzionali-. Per i primi suggerisce che un riequilibrio sia — se non raggiunto — •almeno delineato in parallelo ad ogni accordo sulla riduzione o abolizione dei sistemi intermedi* ; per 1 secondi sostiene con un tocco di prudenza che •l'assoluta necessità di una loro riduzione e riequilibrio non deve essere un ostacolo al disarmo nucleare, ma deve accompagnarlo e incoraggiarlo*. Fabio Galvano Bruxelles. D segretario della Nato Lord Carrington (a sinistra) discute con il ministro degli Esteri belga Tindemans. A destra Andreotti
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