A giudizio killer e giudici corrotti

A giudizio killer e giudici corrotti La maxi-istniittoria sulla mafia catanese manda sotto processo 240 persone A giudizio killer e giudici corrotti Nelle confessioni del sicario Parisi la storia di 10 anni di sangue, con 50 omicidi e traffici di droga per miliardi - Alla sbarra anche tre alti magistrati e il direttore del carcere di Catania Il 28 settembre '84, In Lungo Dora Voghera, Salvatore Parisi, infallibile sicario della mafia, fu catturato subito dopo aver assassinato un carrozziere condannato a morto dal clan del catanesi. In questura, il killer disse: .Sono stanco dt uccidere, voglio cambiare vita. Vi racconto tutto sulla criminalità organizsata.. Centinaia di ore d'interrogatorio, la storia di dieci anni di sangue e morte a Torino. I racconti di Parisi innescarono 11 gigantesco bitte (11 dicembre, oltre 300 arresti) contro la mafia. L'inchiesta dell'ufficio Istruzione s'è conclusa ieri con 11 rinvio a giudizio di 240 persone. Le accuse: clnquan ta omicidi, spaccio di droga per miliardi, centinaia di estorsioni, corruzione, di cui sarebbero colpevoli servitori dello Stato sino al giorno dell'arresto di Parisi al di sopra di ogni sospetto. Proprio la presenza di questi personaggi eccellenti'caratterizza 11 processo istruito dalla magistratura torinese (s'inizierà alle Valletto il 31 marzo, si sta costruendo una maxi aula apposita). Per la prima volta, sul banco degli imputati, accanto a boss, assassini, trafficanti d'eroina e manovali delle cosche slederanno alti giudici, 11 direttore del carcere di Catania, Francesco Chlmento, sottufficiali del carabinieri e della polizia, agenti di custodia. La storia della labirintica istruttoria è nelle duemila pagine dell'ordinanza di rinvio a giudizio. Dn ininterrotto racconto di morti ammazzati nei modi più efferati (garrotatl, squartati, bruciati vivi, seviziati in maniera orribile); di continue alleanze intrecciate, tradite, riallacciate tra le bande dei Cursoti e di Nitto Santapaola. killer del generale Dalla Chiesa ancora latitante; di traffici miliardari con la droga. Accanto a questo filo di sangue, quello della corruzione tessuta dalla mafia nel Palazzo di Giustizia di Catania e, tra i tutori dell'ordine. Su tutti, spiccano i nomi di Pietro Perracchlo, presidente della Corte d'assise, di Aldo Rocco Vitale, magistrato di Corte d'appello, e di Michele Arculeo, presidente di sezione del tribunale penale. Perracchlo — Per il giudice istruttore Antonino Palaja, Perracchlo s'era venduto al clan dei catanesi. 'Contro di lui — spiega l'ordinanza — non ci sono solo le parole di Parisi, ma numerosi indisi convalidati da molti riscontri incrociati'. Perracchlo fu portato a Torino in manette, incatenato accanto a professionisti del delitto. Adesso è in libertà provvisoria, come tutti gli altri imputati eccellenti. Il suo arresto innescò polemiche, persino lo scritto¬ re Sciascia prese le difese del giudice, n Tribunale della libertà sentenziò che contro il magistrato gli indizi erano insufficienti, la Corte di Cassazione diede, Invece, ragione agli inquirenti: 'C'erano motivi più che sufficienti per catturarlo: Parisi è il grande accusatore di Perracchlo: •Mandò assolti me e gli altri autori di una strage, in cambio ebbe 100 milioni'. Proprio In quel periodo il magistrato acquistò una villa al mare. 215 milioni. Cento furono pagati In contanti: per gli inquirenti, non è una coincidenza. Cosi come non è una coincidenza, sempre stando all'ordinanza, il fatto che nel diari redatti giorno per giorno, con grande cura, dal presidente di Corte d'assise dal 1969 al 1984 ci siano ripetute annotazioni su incontri e favori (ri chiesti dal giudice o a lui sol lecitati) da gente in odore di mafia, o per la mafia nel guai con la giustizia. Nei diari, tra l'altro, è menzionata una cu¬ cina che sarebbe stata ricevuta In regalo da Agatino Ferino, presunto capoclan. Vitale — Proprietario di agrumeti e tenute agricole, e miliardario. Parisi lo definisce 'amico dei soldi: Lui ed altri pentiti raccontano che 11 magistrato di Corte d'appello, per l'assoluzione di uno spacciatore d'eroina, pretese una pelliccia per la moglie. •Non ce n'era nessuna che soddisfacesse la signora Vitale — accusano 1 pentiti — e perciò, invece di acquistare la pelliccia, ci sdebitammo con 10 milioni'. Arculeo — Un pentito ha dichiarato a verbale: -A casa del presidente di sezione del tribunale andava il boss del clan dei Cursoti Giuseppe Oarozzo. Arculeo chiedeva sempre denaro». Come per Vitale, anche contro Arculeo l'accusa non dispone solo del pentiti: le loro deposizioni sono accompagnate da testimonianze o riscontri lncro- clatl' Claudio Giacchino I Il giudice Perracchio (a sinistra) all'arrivo a Caselle insieme con altri arrestati sotto buona scorta

Luoghi citati: Catania, Torino, Voghera