Indizi rosa sul delitto Palme

Indizi resa sul delitto Palme Qualcuno intercettò le telefonate di una sua amica, Emma Rotschild Indizi resa sul delitto Palme Dietro la morte di Palme comincia a sentirsi il fruscio d'una gonna; è quella di Emma Rotschild, 38 anni, figlia del lord banchiere, studiosa ed esperta di problemi internazionali, grande amica di Palme, sua vicina di casa. La signora Rotschild e Olof Palme si telefonavano di frequente, per ovvi motivi di lavoro; che poi si telefonassero anche per scambiarsi notizie personali non interesserebbe le cronache politiche, se non fosse che l'apparecchio della Rotschild era stato spiato da qualcuno che ne intercettava le comunicazioni. La polizia dice di non sapere bene chi fosse, ma certo chi l'ha fatto poteva servirsi di quelle informazioni per preparare con calma il momento più favorevole a un attentato. Dodici ispettori si sotto dimessi perché sostengono che non hanno potuto investigare come si deve su quel numero telefonico e sulle sue intercettazioni; a intralciare il loro lavoro sarebbe Intervenuto qualcuno del governo, che intende difendere anzitutto la buona memoria di Palme e i sentimenti della ■moglie Lisbeth. Come se le storte amorose del premier ucciso (ne ebbe molte e anche pubbliche) sminuissero la dignità della sua figura politica. Sembra davvero strano, e contraddittorio con il costume mentale di questo Paese, che rispetta certamenta la riservatezza personale ma che non ha grandi pruriti pubblici per gli scandali di letto. La realtà con la quale misurare piuttosto l'Incidenza di quella morte pubblica pare un'altra. Protetta dalla sua secolare storia di tolleranza e dalla sua cultura luterana e socialdemocratica, isolata in qualche modo anche dalla geografia' severa delle terre nordiche, la società svedese in questi ultimi anni difficili aveva ossei vaio il male diffuso della violenza politica, e del terrorismo, come un morbo che alligna solo in altri Paesi. Il colpo di pistola sparata alle 11,10 di quella notte di fine febbraio distruggeva però l'illusione, e anche la Svezia perdeva la sua orgogliosa diversità. Ma una cosa è la modifica dell'immaginario collettivo di un Paese, e un'altra è invece la trasformazione del costume delle sue istituzioni: che vogliono assai più tempo per adattarsi a quei mutamenti culturali, specie quando sono tanto traumatici. Cosi mentre la gente di Svezia accettava ormai come una ipotesi possibile (e possibile non vuol dire certa) che dietro il killer ci fosse un'organizzazione, forse anche un disegno politico, la squadra di detective guidata dal commissario Hans Holmér ha continuato a muoversi con impaccio evidente, talora perfino buffa nella sua impreparazione a gestire le complesse indagini di un omicidio comunque politico. Hans Holmér é in difficoltà, e una commisione parlamentare ne sta valutando il lavoro. Ma Holmér, più che un funzionario inefficiente, pare un funzionario esemplare del sistema svedese: ne interpreta perfettamente la cultura, la stessa ideologia se ce n'è una. E tutti i ritardi, le imperfezioni, l'approssimazione anche su molti indizi (TAftonbladet, l'autorevole quotidiano dei sindacati, ora dice anche di un revolver trovato da due giovani a qualche metro dall'angolo di strada dove Palme fu ucciso), alla fine vanno attribuiti a quel sistema, che non era certo preparato a •pensare» a un omicidio politico, prima ancora d'imputarli a Holmér o all'intervento troppo scrupoloso di qualche amico della signora Lisbeth. Le indagini continuarla Sfolte organizzazioni terroristiche sono tuttora al centro dell'inchiesta. Si riparla di curdi, del traffico d'armi con l'Iran, di neonazisti. La Svezia si ritrova in Europa, ma per averne coscienza piena necessita ancora di tempo. m. cand.

Luoghi citati: Europa, Iran, Svezia