Resa di Chirac: niente riforma di Enrico Singer

Resa di Chirac: niente riforma L'annuncio alla tv dopo quattro giorni di rivolta studentesca Resa di Chirac: niente riforma Ritirata la legge sull'università, già privata dei punti più controversi - Rinviato il progetto per i licei: «Necessaria un'ampia consultazione» • Ora gli studenti chiedono la testa del ministro dell'Interno - Mitterrand va a confortare la famiglia del giovane ucciso PARIGI — Chirac, questa volta, ha ceduto davvero. La riforma dell'università, che in tre settimane aveva scatenato la protesta sempre più dura degli studenti, è stata ritirata del tutto. Il Primo Ministro lo ha annunciato Ieri, alle 13 in punto, In un breve discorso alla tv accogliendo, cosi, la richiesta che centinaia di migliala di giovani avevano espresso sin dall'inizio. Quando 1 cortei nelle strade erano pacifici e quasi festosi, quando non c'erano stati né gli scontri né la morte di un ragazzo. Contestato da una parte della sua stessa maggioranza, pressato dall'intervento del ' presidente Mitterrand, con l'Incubo di un nuovo Maggio '68 e un'opinione pubblica frastornata, Chirac ha ammesso che una legge «non può essere condotta in porto senza il consenso», che per modificare le strutture dell'Insegnamento superiore •sarà necessaria un'ampia consultazione: La riforma di Alain Devaquet non esiste più. Anzi, il Premier ha finalmente accolto le dimissioni che il ministro aveva presentato gi& sabato. Per gli studenti è un successo: «On a gogne» («abbiamo vinto»), hanno gridato nelle assemblee. Ma nella vittoria c'è anche molta amarezza. «Chitoc ha fatto quello che avrebbe dovuto fare almeno cinque giorni fa. Malik Oussekine sarebbe ancora vivo», ha detto uno del leader del movimento studentesco. Per questo 1 cortei di domani, giorno dei funerali del giovane, sono stati mantenuti. E non soltanto per festeggiare l'Insabbiamento della riforma e per ricordare Melile Adesso gli obiettivi si spostano: il «movimento '86» chiede che qualcuno paghi per quella morte, pretende le dimissioni del ministro dell'Interno Charles Pasqua Vuole anche che sia bloccato un altro progetto di ri¬ forma: quello del licei che sta preparando il ministro della Pubblica Istruzione, René Monory. E, su questo punto, il governo ha immediatamente lanciato un segnale di disponibilità: la legge (che era ancora in una fase di studio) non sarà presentata per adesso. CI saranno contatti, verranno chiesti i pareri di «tutte le parti interessate: n desiderio di smorzare la contestazione, di placare la tempesta, è evidente. La mobilitazione che il «coordinamento» studentesco ha deciso di mantenere, spaventa. Già ieri pomeriggio 30 mila ragazzi sono scesi nelle strade di Parigi. Hanno marciato dalla Sorbona alla Bastiglia, hanno deposto un'enorme corona di fiori bianchi di fronte all'Istituto di medicina legale dove si trova il corpo di Oussekine. Si sono sciolti senza incidenti: le bande di provocatori, che avevano trasformato le ultime manifestazioni In guerriglia urbana, non si sono fatte vedere. Domani, gli studenti saranno certo più numerosi. Ma dai sindacati, che avevano invitato a uno sciopero, avranno solo la solidarietà simbolica. Per le diverse organizzazioni (ad eccezione delia comunista Cgt) i giovani hanno ormai ottenuto quello che chiedevano. Cosi, la giornata che avrebbe potuto segnare la scalata di un altro gradino della protesta, la definitiva svolta politica del «movimento '86», si annuncia come il suo trionfo e, al tempo stesso, come il suo probabile ritorno entro 1 confini di partenza. Almeno questa è la speranza del governo Chirac, arrivato a un passo dalla crisi. E anche, in fondo, di Mitterrand e dell'opposizione di sinistra. Il presidente della Repubblica ha avuto un ruolo decisivo nell'lmporre la marcia indietro al governo. Pochi istanti dopo l'annuncio del Primo Mini¬ stro, un comunicato dell'Eliseo ha espresso .soddisfazione- per una decisione .che era quella suggerita dal Capo dello Stato.. E Mitterrand ha voluto sottolineare la sua critica nei confronti del comportamento del governo anche con un gesto clamoroso. E' andato a casa della madre e dei sette fratelli di Malik Oussekine: .Tenevo a testimoniare il mio sgomento e quello del Paese di fronte a questa grande disgrazia.. Per Chirac. per la sua credibilità intaccata da un cumulo di errori, è un colpo in più. Anche se la protesta degli studenti rientrerà nei suoi confini iniziali, le «quattro giornate» di Parigi hanno già lasciato dei segni profondi. Nel rapporti tra i giovani e 11 governo, prima di tutto. In quelli interni alla maggioranza (ieri il ministro liberale dell'Industria, Madelin, si era pronunciato per il ritiro della riforma prima del discorso di Chirac). E nell'equilibrio del potere tra le due teste della politica francese: il presidente socialista e il premier gollista. C'è, poi, un caso a parte. Il più lacerante, almeno nell'Immediato. E' la polemica sulla repressione delle manifestazioni che ha dato spazio al manipoli di agitatori Sono sotto accusa i metodi della polizia e gli ordini che il ministro dell'Interno, Pasqua, ha impartito. Nelle assemblee, ieri, è stato denunciato anche un oscuro episodio che, secondo gli studenti, è la prova di .deviazioni, e che ha fatto salire la tensione. Nella notte tra venerdì e sabato (quando è stato ucciso Malik Oussekine) un ispettore di polizia ha sparato, in un bar della periferia, contro un altro ragazzo di origine algerina. Abdellholhade Benyahia, 19 anni, è morto sul colpo. Una tragedia non collegata alle proteste studentesche: c'era stata una rissa, l'ispettore (arrestato), a quanto sembra, era ubriaco. Resta il fatto che, per disposizioni superiori, la notizia è stata tenuta segreta oltre 48 ore. La Prefettura voleva evitare che «il clima si infiammasse.: una posizione che i giovani hanno definito inammissibile, «non degna di una democrazia.. Enrico Singer

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