Le banche sotto accusa

Le banche sotto accusa Per la Cee il sistema creditizio italiano è «vecchio e inefficiente» Le banche sotto accusa Non avrebbero sufficiente autonomia e sarebbero superprotette - Pochi gli sportelli DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Il sistema bancario italiano è arretrato, ingabbiato da leggi antiche e troppo dirigistiche, chiuso verso l'estero: a muovere queste accuse sono I rappresentanti della Comunità europea. Se insisterà a rallentare l'Ingresso delle banche estere, l'Italia potrebbe addirittura essere deferita alia Corte di giustizia europea. Questo è emerso ieri mattina, nel corso dell'indagine che la commissione Finanze e Tesoro della Camera sta conducendo sull'ordinamento del sistema bancario. I due dirigenti degli uffici comunitari che sono stati ascoltati, Fitchew e Claretti, sono stati severi; secondo quanto riferisce l'on. Minervini, che presiedeva la commissione, avrebbero detto che •il sistema bancario italiano è tutelato come lo potrebbe essere un minore nel codice civile». Una tutela eccessiva impedirebbe alle banche italiane di crescere. La disciplina che in Italia governa l'attività bancaria è, secondo gli esponenti della Cee, troppo centralizzatrice ed arretrata: le banche non hanno sufficiente autonomia. La critica si rivolge direttamente verso la legge bancaria del 1936, che sarebbe non solo vecchia di 50 anni e opera di un regime autoritario, ma «pensata in funzione delle crisi bancarie di un secolo fa». E' trasparente la polemica contro alcune posizioni della Banca d'Italia. Ma, soprattutto, alla Cee sta a cuore l'apertura dell'Italia alle banche estere, anche per motivi di reciprocità con gli altri Paesi: le banche italiane già operano pienamente all'estero. La direttiva europea è del 1977, l'Italia dovrebbe realizzarla soltanto nel 1989 e ha quindi avuto tutto il tempo necessario per mettersi in pari; nuove interpretazioni restrittive sarebbero sottoposte ai giudizio della Corte europea. La Cee preme anche per la liberalizzazione degli sportelli bancari, il cui numero in Italia è governato da precise disposizioni dell'Istituto di emissione. Secondo i due funzionari, in Italia gli sportelli sono rimasti quanti erano 60 anni fa, mentre in altri Paesi sono assai più numerosi. Contro i 13.000 nel nostro Paese, ce ne sono 40.000 in Germania federale, altrettanti in Francia, 30.000 in Spagna. Minori sono forse le divergenze sul problema dei rapporti tra industria e banca: i due funzionari della Cee hanno sostenuto che l'ingresso delle industrie nel capitale delle banche non può essere rifiutato a priori ma va mantenuto entro precisi limiti: per esemplo, il 5% per ogni impresa. Una adeguata normativa dovrebbe evitare sia le ingerenze degli azionisti nella gestione che l'eccesso di concentrazione degli impieghi su singoli gruppi industriali. • NORDEST — L'innovazione finanziaria e stato il tema della relazione che Vincenzo Pontolillo, capo del servizio programmi e autorizzazioni della vigilanza sulle aziende di credito, ha tenuto alla Eaae» Popolare dJ Sondrio, nell'arsbit» di una giornata di dè»t, unione di sei banch^^poTaWTtéonSrid, Mantova, Bergamo, Modena, Vicenza e Verona). Abitanti e sportelli - Paesi a confronto »,,„,„ Abitanti Indlci Paesl SSSS Per reddito sporcem sponeUo pro caplte Francia 35.893 1.524 103 Germania 39.836 1.541 105 Italia 12.913 4.398 80 Svizzera 4.986 1.300 122 GranBretagna 24.574 2.283 90 Stati Uniti 102.000 2.310 128 Giappone 42.648 2.780 98

Persone citate: Claretti, Minervini, Vincenzo Pontolillo